Zerocalcare: le critiche su Strappare Lungo i Bordi sono un punto di non ritorno

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La serie animata di Zerocalcare, Strappare Lungo i Bordi, è ormai uscita da qualche giorno, ed ormai sembra entrata nel cuore di tutti, anche di chi ha conosciuto il fumettista romano solo ora. Ma purtroppo, anche nel suo caso, le critiche, in qualche modo, la fanno da padrone.

Questo articolo vuole essere una riflessione su quelle poche, ma rumorose critiche, che vengono fatte nei confronti di Strappare Lungo i Bordi di Zerocalcare. Una serie che in poche ore è entrata nel cuore di molte persone, anche di chi ha conosciuto il fumettista romano solo ora o non lo ha mai conosciuto completamente. Ci saranno degli spoiler che mi serviranno come esempio per far capire quanto, questa serie animata, sia un vero e proprio gioiello che va protetto, ma prima di andare avanti voglio dire la mia su quello che è stata per me questa serie.

Pensavo che con Strappare Lungo i Bordi avrei visto solamente un insieme di video “classici” di Zerocalcare nei quali ci sarebbero stati dei momenti di riflessione, anche tristi; pensavo che a farla da padrone potessero essere gli sketch comici, invece a fine serie mi sono ritrovato con gli occhi gonfi di lacrime e con un magone che ormai da giorni non accenna ad andarsene, e questo crea un enorme disagio visto che vorrei solo vederla a ripetizione.

Nella situazione da me sopra descritta ci si sono ritrovati in molti, facendo di Strappare Lungo i Bordi una serie cult nel giro di poche ore. Come sempre, però, si sono create delle polemiche, ed è qui che siamo di fronte ad un punto di non ritorno.

Una delle tante critiche fatte è stato il dialetto romano che prevale in Strappare Lungo i Bordi (un modo di parlare tra l’altro molto basic, che io stesso, spesso, sento parlare in altre città), il fatto che Zerocalcare rappresenti solamente le solite problematiche dei millenials o anche l’andare contro di essa solo perché è diventata famosa in poco tempo non è giustificabile, e non è neanche una questione di gusti. Se non si riesce, anzi, non riuscite ad andare oltre ai soliti capricci, perché di quello si tratta, allora il problema è vostro e non di un fumettista che rappresenta un’intera generazione.

Una delle potenzialità di Strappare Lungo i Bordi è proprio quella di sbattere l’amara realtà dei fatti in faccia allo spettatore lasciandolo, come nel mio caso, in lacrime ma con un sorriso stampato in faccia, perchè alla fine ci si rende conto che finalmente, qualcuno, abbia raccontato tutti i disagi dei millenials andando nel profondo e a mia memoria non ricordo un film, una canzone (o album) o appunto una serie TV che lo abbia fatto come Zerocalcare.

Strappare Lungo i Bordi

Tutto questo raccontare in un certo modo, abbastanza violento, la vita della generazione di cui faccio parte ha fatto si che Strappare Lungo i Bordi diventasse una serie cult nel giro di poche ore, ma purtroppo il suo essere diventata qualcosa di importante ha creato delle polemiche, che anche se poche risultano essere molto rumorose. Sarò io probabilmente, che quando mi affeziono a qualcosa comincio a difenderla in tutti modi, ma credo che nel caso della serie animata di Zerocalcare si debba fare una difesa collettiva, da parte di tutti quelli che si sono rivisti in ogni singola scena.

Con Strappare Lungo i Bordi, Zerocalcare, quasi inconsapevolmente, ci da la possibilità di aprirci e mostrare, ancora una volta, i nostri disagi al mondo intero, quasi a voler lanciare un allarme.

Lì fuori ci sono tantissimi ragazzi che, come Sara, si ritrovano costretti a lasciare i loro sogni chiusi nel cassetto andando a fare qualcosa che non avrebbero mai immaginato, ragazzi che come Secco si ritrovano a sperare ogni giorno di non perdere tutto con il gioco d’azzardo, o ancora peggio ragazzi che come Alice che decidono di farla finita dopo aver provato in tutti i modi a risollevare la loro vita o a dargli un senso. E con Strappare Lungo i Bordi, non so se inconsapevolmente o no, Zerocalcare decide di parlare per noi, decide di farci avere quella possibilità di mostrare il nostro disagio sbattendolo in faccia a chiunque, anche a noi stessi, quasi come se fosse l’ultima possibilità.

Strappare Lungo i Bordi

Non ci credo che ci siano persone della mia generazione che abbia guardato la serie senza ritrovarsi mai in nessuna scena, ma credo fortemente che le critiche siano solo un modo per nascondersi, nascondersi attraverso il sembrare l’alternativo del gruppo o per non mostrarsi, anche davanti a Strappare Lungo i Bordi, come quelli che, secondo loro, sono gli anelli deboli della generazione, ed è proprio qui che si arriva al punto di non ritorno.

Perchè se anche dopo aver guardato la serie animata di Zerocalcare (ammesso che lo abbiano fatto) si cerca di sembrare diverso, quasi di prendere le distanze da Sara, Secco, Alice e lo stesso Zero allora forse ci meritiamo di continuare a soffrire, in silenzio, e senza che nessuno si accorga anche un minimo di noi.

Perchè se ad oggi un millenials soffre guardando una serie TV in cui si parla dei “soliti problemi dei millenials” significa che di Strappare Lungo i Bordi ne avevamo bisogno, a maggior ragione se vengono racconti senza troppi giri di parole e senza retoriche vestite da favole che romanticizzano il tutto facendosi dimenticare in poco tempo.

Questa serie TV va difesa con i denti da chi ad oggi ancora ha gli occhi gonfi di lacrime, anche se so perfettamente, seguendo da tanti anni il fumettista, che tutto questo potrebbe mettere molta angoscia a Zerocalcare. Perchè il vostro andargli contro per il suo essere diventata famosa, perchè nella serie “si parla in romano” o ancora, perchè un personaggio di sinistra ha lavorato con Netflix, non è giustificato e molto probabilmente non lo sarà mai.

Marco Mancinelli
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