Addio fantasmi – Nadia Terranova – Recensione

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Addio fantasmi è il secondo romanzo per adulti di Nadia Terranova; vincitore del Premio Martoglio, Premio Subiaco città del libro e del Premio Alassio Centolibri 2019. La scrittrice precedentemente si è dedicata a libri per ragazzi come Le nuvole per terra e Casca il mondo.

Addio Fantasmi, pubblicato nel 2018 per Enaudi si divide in tre capitoli: il corpo, la voce e il nome. Questi tre elementi scandiscono il ricordo del padre della protagonista. Un uomo, un marito, un padre che in un giorno apparentemente normale, si dileguò nel nulla, senza lasciare traccia di sé, abbandonando in una casa silenziosa una moglie e una figlia di tredici anni, Ida.


Ida è la protagonista del libro, oramai una donna di quasi quarant’anni, stabilitasi a Roma da anni con un programma radio tutto suo e un marito, Pietro, con il quale vi è un rapporto quasi del tutto silenzioso ma allo stesso tempo solido. Dopo una chiamata ricevuta da sua madre, la protagonista decide di ritornare nella sua città natale – Messina – per alcuni giorni.

In Addio fantasmi vi è una Messina raccontata attraverso i ricordi; e proprio questi ultimi sono i veri protagonisti del libro e che, con il ritorno di una Ida oramai donna è ora di rimetterli in ordine. Un viaggio introspettivo diviso in tre capitoli, un climax discendente sull’esistenza di Ida che pagina per pagina diventa sempre più un personaggio complesso, nel tentativo di estirpare un dolore ormai radicato dentro di sé, essendo quello della protagonista un trauma che col tempo è diventato sempre più grande.

Oltre ad una Messina ricordata negli anni adolescenziali, uno dei luoghi più presenti in Addio fantasmi, nel quale si svolgono le principali vicende è la casa. È proprio qui che riaffiorano memorie di un passato che da troppo tempo è stato messo da parte, l’origine di tutte le domande che Ida si è sempre posta. E una casa non è forse l’origine di tutto?

Una casa è dove noi gettiamo le prima fondamenta, i primi ricordi, i nostri primi pensieri, dove impariamo a muoverci in un ambiente che dovrebbe proteggerci da tutto il resto del mondo. È così che la protagonista all’interno delle sue quattro mura comincia a navigare nei meandri della sua mente portando a galla tutti i suoi pensieri in otto notturni.

“Gli oggetti non sono affidabili, i ricordi non esistono, esistono solo le ossessioni. Le usiamo per tenere la crepa aperta e ci raccontiamo che la memoria è importante, che noi soltanto ne siamo i guardiani. Teniamo la ferita larga perché ci stiano dentro i nostri mali, i nostri timori, stiamo attenti che sia profonda abbastanza da contenere il nostro dolore, guai a lasciarlo vagare.”

Perciò in questo viaggio introspettivo si cerca di risolvere problemi che rivengono a galla come oggetti dopo un devastante naufragio.
Ma dopo anni, quanto può essere difficile estirpare un dolore ormai neutralizzato e messo a marcire dentro un cassetto?
Ricordi che diventano sempre più vividi per Ida, sin dal momento in cui il suo telefono squillò e la voce di sua madre risuonò talmente tanto dall’altra parte del telefono da farle prendere un treno per la Sicilia e tornare nella sua casa di infanzia, quasi per tutelare e difendere un dolore tutto suo come fosse una reliquia.

Una scrittura fluida quella che troviamo in Addio Fantasmi: precisa, non elaborata e ricercata e tendente alla sintesi ma che allo stesso tempo sa soffermarsi su dettagli importanti. Nadia Terranova riesce ad adattare lo stile della scrittura al carattere e alla psicologia della protagonista, quasi facendola diventare una autobiografia satura di emozioni vere e dettagliate.

Beatrice Sacco
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