Come se il mondo non fosse com’è è il disco d’esordio di Antonello Raponi, originario di frascati ma romano d’adozione. Un album che condensa una scrittura antica e nuova nel solco del cantautorato.
Ascoltando le otto tracce dell’album di Raponi ci si sente avvolti da una sensazione familiare. Come se molti dei grandi cantautori romani della scuola degli anni 90 si fosse condensata nella penna e nel plettro del chitarrista di Frascati. Questa cifra è un grande punto di forza perché restituisce la capacità architettonica di Antonello nel mettere in piedi strutture armoniche riempite da parole pregne di significato.
L’aderenza di questo disco a sonorità e ambientazioni molto vicine a nomi come Fabi, Silvestri o anche Pier Cortese e Roberto Angelini finendo a Max Gazzè potrebbe però anche distrarre l’ascoltatore dall’identificare chiaramente un artista nuovo come Raponi. Questo rischio è però scongiurato grazie alla varietà dei brani che riescono ad esplorare tutto lo spettro emozionale dell’artista romano d’adozione.
Brani come la title rack o mi parlano di noi sono perle che portano questo disco ad essere ascoltato in rotazione senza mai stancare. La produzione del disco è stata curata da Edoardo Petretti, i testi sono tutti di Antonello Raponi, il mix di Leonardo Ceccarelli mentre il master è stato affidato a Giancane.
Lo stesso artista a proposito del suo lavoro ha detto che “è un disco che, prendendo spunto dall’impostazione dei romanzi di formazione, si pone come obiettivo quello di descrivere il tipo di cambiamento che può avvenire della percezione di sé e di sé stessi nel mondo nel percorso di raggiungimento dell’età adulta.”
In questo intento di scrittura Come se il mondo non fosse com’è rappresenta una bella prova di nuovo cantautorato della scuola romana, non quello che strizza l’occhio all’It-pop da classifica, bensì quello dell’artigianato della scrittura. Canzoni piene di gentilezza, che non urlano, basate su una voce che si lascia seguire e sul connubio di un pianoforte e una chitarra che non vogliono essere altro che una bussola dei sentimenti.
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