Flo, Brave ragazze: recensione

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Brave Ragazze, edito da SoundflyRecords, è il primo album da interprete di Flo, una raccolta di dieci brani, di cui sei sono rielaborazioni o traduzioni in lingua italiana e quattro originali.

Flo ha bisogno di poche presentazioni essendo una delle artiste partenopee più importanti in questo momento. Il suo percorso parla per lei e racconta di una sconfinata padronanza tecnica e una grande conoscenza musicale che spazia da Napoli al Sudamerica. I suoi brani hanno sempre abbracciato il concetto di Sud del mondo nel suo senso più ampio. La musica di Flo infatti più che in un genere o in un territorio particolare potrebbe essere identificata da uno stato d’animo che è quello latino. Un disco che gira sul piatto in una stanza nella penombra di un pomeriggio torrido che potrebbe essere quello di Buoens Aires, Lisbona o Napoli senza avere una nota o una strofa fuori posto.

Flo, Brave ragazze: recensione 1

Brave Ragazze nasce da un libro di Anna Banti in cui raccontava di un futuro lontano in cui le donne, rispetto agli uomini, non hanno memoria delle loro vite passate. Da questo spunto prende vita un progetto che non si limita all’ambito musicale perché nelle storie raccontate nei diversi brani c’è ricerca storica e filologica, c’è racconto, c’è narrativa, ci sono tradizioni musicali lontanissime che si mescolano e c’è sperimentazione.

Il disco è prodotto da Flo insieme a Michele Maione che ha anche arrangiato la maggior parte dei brani, tra gli ospiti spiccano i nomi di Peppe Servillo che duetta con Flo in Boccamara e Paolo Angeli che ha suonato in Maddalena.

Questo disco di Flo fa rivivere vite straordinarie di donne che, per parafrasare un libro di Maria Carla Martino del 2010, “vanno dove vogliono”. La prima è Leda Valladares, cantante e ricercatrice del Tucuman, che con il suo registratore negli anni ‘40, raccoglieva per campagne e città, canzoni antiche, urla solitarie e riti che andavano via via scomparendo. Poi c’è Gilda Mignonette, la cantante napoletana più famosa d’America, la Regina degli emigranti che morì in mare, durante la traversata da New York a Napoli. Fa capolino anche Gabriella Ferri, la “Mamma Roma” legata a doppio filo con Violeta Parra, un’altra di queste Brave ragazze. Ultima ma non meno importante c’è La Lupe, l’artista cubana per certi versi mitologica, donna capace di influenzare personaggi del calibro di Hemingway e Tennessee Williams.

Brave ragazze diventa così un percorso che esula dalla semplice esperienza di ascolto che un disco potrebbe prevedere. Flo ci prende per mano e ci indica storia di vite che non vanno dimenticate, racconti di donne e di esperienze apparentemente lontane nel tempo e nello spazio che invece una volta (ri)scoperte appaiono in tutta la loro incredibile forza e attualità.

Raffaele Calvanese
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