KamAak un ponte di musica dalla tradizione al futuro

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Auànno, in uscita il 27 Maggio giorni è il secondo video-singolo che segue Onne, di KamAak estratto dall’Ep “Imperfect Disconnect” edito dalla label INRI Classic. In occasione dell’uscita del brano e del video abbiamo fatto due chiacchiere con Stella Manfredi e Luigi Castiello per farci raccontare il loro progetto musicale.

Quando nasce KamAak?

KamAak nasce nel 2017 a Milano dal nostro incontro con l’ obiettivo di creare un sound che potesse fondere le nostre radici con i nostri percorsi musicali.  Successivamente siamo tornati a Napoli (la nostra città) dove abbiamo approfondito questo percorso, cercando di conoscere ed analizzare ciò che la scena artistica partenopea ha creato in questi ultimi anni, per poterci arricchire e farla confluire nella nostra musica. 

Il vostro progetto musicale è molto ambizioso, il genere che presentate non è di immediato e semplice ascolto, richiedete infatti attenzione e immersione, che risposta avete dal pubblico?

KamAak si colloca sicuramente nel genere neoclassico portando con sé influenze di musica elettronica, cerchiamo nelle nostre composizioni di eliminare tutto il superfluo e di giungere a delle melodie essenziali che siano immediate e che possano comunicare a tutti il nostro messaggio. Il nostro pubblico è sempre molto ricettivo e curioso; molti ci dicono che la nostra musica sia capace di evocare vecchi ricordi, emozioni e paesaggi. Questa per noi è una grande gioia perché significa che siamo riusciti nel nostro intento. E’ questo il motore che corrobora la nostra carriera!

Qual è il processo compositivo che utilizzate? 

Utilizziamo molteplici spunti e tecniche per creare la nostra musica, spesso partiamo da suoni campionati “outdoor” che poi lavoriamo in studio. Spesso trascorriamo molte ore a ragionare e non sempre siamo d’accordo 🙂 ma è proprio da questo confronto che nasce la nostra energia creativa. 

Le nostre composizioni nascono per essere musiche da film, pubblicità e contenuti social e televisivi diciamo che siamo “neo-classici” in senso lato. Ci piace fare una commistione tra il nostro suono con qualsiasi cosa accada intorno a noi.

Abbiamo un forte legame con la tradizione, veniamo appunto da formazioni classiche, cosa che ha molto inciso sul nostro percorso, da lì partono i nostri viaggi compositivi nei quali inglobiamo tutte le nostre influenze, soprattutto legate al territorio e al contesto musicale che viviamo.

INRI Classic è una delle etichette con maggiore tradizione e credibilità del panorama italiano, come siete approdati alla loro scuderia?

Questa opportunità nasce grazie all’aiuto del nostro management che ha inviato la nostra musica a Metatron Group, da lì è nata questa collaborazione. Era da alcuni mesi ci guardavamo attorno, abbiamo valutato le strade da prendere, compresa l’autoproduzione. In INRI Classic ci hanno risposto con entusiasmo e subito sono stati collaborativi. Siamo felici di essere qui.

KamAak

Come conciliate le vostre attività di musicisti in altri progetti molto importanti con il progetto KamAak?

KamAak rappresenta la nostra identità artistica nel senso più profondo, nella quale riusciamo ad esprimere pienamente le nostre sensibilità, collaboriamo comunque con tantissimi grandi artisti del nostro territorio e non, siamo sempre aperti a creare qualcosa di nuovo e a metterci in gioco, pensiamo che ciò arricchisca il nostro bagaglio e che possa le nostre visioni proprio perchè il nostro progetto è alla continua ricerca di nuove influenze.

Non amiamo porci dei limiti, negli anni abbiamo avuto la possibilità di accompagnare anche tanti artisti di fama internazionale tra cui: Morricone, Bublè, Morandi, Ron, Cher e altri. Tasselli importanti nelle nostre carriere che ci hanno permesso di sviluppare vari aspetti del nostro modo di fare musica e hanno dato un forte slancio al nostro progetto.

Ci sono artisti che vi hanno ispirato più di altri o a cui fate riferimento?

Di sicuro tutti i grandi compositori della “nostra storia accademica” sono parte delle nostre radici musicali, e ce li sentiamo parecchio addosso, in senso positivo naturalmente. Guardiamo certo con grande ammirazione la scena di L.A., la scena contemporanea colta, così come la scena Nord Europea, ma veramente veniamo da percorsi troppo ibridi.

Stella oltre ad aver approfondito il percorso classico, ha studiato e suonato le musiche popolari del sud Italia, è una grande appassionata di musica irlandese e musica celtica, ama i grandi cantautori così come la musica elettronica.

Io (Luigi) vengo dal percorso classico di contrabbasso, per cui oltre che dai compositori classici sono stato influenzato dai grandi maestri del jazz, proseguendo poi con il percorso di musica elettronica. La mia percezione musicale è stata un divenire continuo, si è ampliata nel tempo con gli ascolti più vari.

Quindi fare qualche nome su chi ci influenza sarebbe veramente riduttivo, diciamo sempre a chi ce lo chiede “ci piace tutta la musica, quella bella però!”

Avete in mente un featuring che vi piacerebbe fare?

In generale siamo amanti delle collaborazioni, ci piace unire la nostra musica a differenti forme d’arte infatti  nel nostro percorso ci siamo uniti a diversi artisti come: Marco D’Amore (attore e regista), Carmen Giannattasio (soprano), Luisa Ieluzzi (Prima ballerina del Teatro S. Carlo), Andrea Veneri (Coreografo e Regista), Marianna Suriano (Prima ballerina del Teatro dell’Opera)…In futuro siamo sicuri di continuare le nostre collaborazioni sono già in cantiere diversi lavori che usciranno nei prossimi mesi, quindi rimanete sintonizzati! 

Cosa c’è nel futuro di KamAak?

Vediamo davanti a noi un futuro ricco di sfide… Realizzeremo prossimamente un video live in un posto pazzesco che non possiamo ancora svelare, siamo molto felici! Lavoriamo ogni giorno su nuova musica per soddisfare diversi tipi di esigenze, nei progetti futuri c’è sicuramente il voler realizzare dei lavori audio-visivi a nostro nome, preparare un tour, lavorare alla sonorizzazione per il cinema magari con qualche grande nome, sarebbe bello se fosse qualcuno della nostra terra.

Raffaele Calvanese
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