Sanremo 2020 – Può non risultare facile creare una lista di top e flop che riesca ad essere organica ed oggettiva, specialmente se riguardante eventi dalla “grandezza” mediatica di Sanremo.
Per ovviare al problema con una sana dose di leggerezza, allora, la redazione di Shockwave ha deciso di stilare una sua personalissima top e flop redattore per redattore. Vari pareri, alcuni armonici, alcuni contrastanti, che serviranno a dipingere il grande calderone delle impressioni che solo un Sanremo estremamente discusso come quello del 2020 poteva darci.
Iniziamo!
Isabella Insolia – Top: Rula Jebreal: il coraggio di una donna di portare sul palco dell’Ariston la sua storia. Una testimonianza senza retorica accompagnata da una commozione autentica e piena di dolore per condannare non solo la violenza fisica, ma anche quella istituzionale. Davanti a 10 milioni di persone Rula è risoluta nel parlare di pregiudizi, di stupro e di quel senso di colpa che hanno spesso le vittime abusate. Peccato che il suo intervento sia arrivato a mezzanotte.
Flop, Diletta Leotta: se pensavate che il monologo sulla “bellezza che capita” potesse rappresentare il punto più basso del Festival, non avete fatto i conti con l’esibizione della Leotta con “Ciuri Ciuri” su base di Lose Yourself di Eminem. Un momento che ha fatto rimpiangere il discorso della prima serata che a paragone sembrava quello di Mattarella a fine anno.
Fabiana Criscuolo – Top: Tiziano ferro. Ha fatto ciò che meglio sa fare: cantare. Il suo ruolo è sempre stato annunciato ai margini tra una Co-
Condizione e superospite, mi sarebbe piaciuto se avesse avuto più spazio. In un festival Così lungo ancora più spazio, direte voi? Beh i “Gente de Zona” e il reggeton ce lo saremmo risparmiati volentieri,
Così come il “ciuri ciuri” della leotta. A proposito di “ciuri”, un plauso a Tiziano per aver avuto il
Coraggio di toccare l’intoccabile Fiorello. Il più geniale ma altresì permaloso – e a tratti pesante – showman della televisione. Adesso dovrò fare attenzione perché dopo questo giudizio rischio che telefono anche me, chiedendo di fare un passo indietro rispetto alla mia posizione. Del resto sono donna, è lì che devo stare: un passo indietro!
Flop: diletta leotta, in una parola: imbarazzante! Accetto il consiglio di Nigiotti e proverò a far di più l’amore per addolcirmi. Ma al netto di ciò la mia opinione resta questa: ridicola!
Lorenzo Natali – Top: Amadeus ha fatto di tutto per fare un bel festival. Impossibile non notare l’impegno e la passione. Buona la sua conduzione, dimenticabile, nel più, quella delle sue collaboratrici. Il podio è bello, molto. Dura scegliere un vincitore tra Diodato e Gabbani, entrambi meritavano la palma. Nel complesso, però, l’offerta musicale è stata piuttosto scadente, forse la peggiore degli ultimi anni.
Flop: tempi dilatati, troppo dilatati, ospiti inutili, siparietti di cui a nessuno importava e delle conduttrici spesso non all’altezza. Peggio ancora, la classifica finale. Rancore e Anastasio sotto Achille Lauro sono un insulto. Al biondo trasgressivo è anche andata bene nella top 10, tolto il personaggio la sua musica è mediocre, da 20esimo posto. Peccato per Junior Cally. Penultimo posto politico
Lorenzo Scuotto – Top: Diodato ha meritato di vincere questo Festival. Tiziano Ferro ha rappresentato una certezza. Lauro e Levante (troppo bassi in classifica)
Flop: Troppi cantanti in gara, ospiti e vallette. SkyTg24 che spoilera il vincitore. Caso Morgan – Bugo
Antonio Lorenzo Sartori – Flop: Junior Cally e Myss Keta son stati scelti per scandalizzare, ma con o senza la maschera non osano osare: alieni, sì, perché estranei. Alberto Urso è apoteosi di ignavia e superbia: fare due cose assieme, farle male, e per non farsi mancare nulla tirarsela anche. Ci si arrovella su cosa sia peggio, se la marmellata di mandarini della nonna o la vacanza di Eminem in sicilia: in ogni caso, il cringe fa di secondo nome Diletta Leotta.
Top, Un testo sferzante perché sincero, urlato con la voce graffiata di un cuore ferito e assetato di vendetta; l’esibizione di Morgan e Gugo è puro umorismo: il dramma e il comico esplodono e convivono. È già storia.
Giulia Di Persio – Top: Achille Lauro, vincitore morale senz’alcun dubbio. Non sarà il primo e forse nemmeno l’ultimo ad essere così rivoluzionario ma una cosa è certa: l’Italia ha un disperato bisogno di gente come lui. Il monologo di Rula Jebreal, soprattutto dopo l’infelice scivolone di Amadeus con Francesca Sofia Novello pre-festival.
Flop: Il mash-up di Diletta Leotta, imbarazzante e superfluo come poche cose nella storia della tv italiana. Elettra Lamborghini: simpatica quanto volete, ma cantare è l’ultima cosa che dovrebbe fare. Sul palco di Sanremo solo saliti artisti; alcuni bravi e altri di meno ma comunque artisti, cosa che la Lamborghini è lontana anni luce dall’essere. Speriamo che a non succedere più sia un’esibizione come la sua.
Pietro Annibale– Top: Diodato, la disinvoltura con la quale dissimula gioia e stupore all’annucio: da Oscar; il bacio tra Achille Lauro e Boss Doms, che Pillon, Adinolfi e compagnia cantante, scansatevi; Benigni e il brusio dei bigotti
Flop: la querelle Bugo-Morgan. Le esibizioni di dubbio valore artistico della Leotta e della Rodriguez. SkyTg24, ma forse la Rai se l’è cercata!
Elena Fioretti – Top: Fiorello: ok sarà stato lento, sarà stato anche esuberante, come solo lui sa fare ma è un gran mattatore, sa gestire una conduzione in maniera accattivante e il suo “lo sanno già” indirizzato ad Amadeus, prima dell’annuncio del vincitore, dopo la soffiata di Sky Tg24, rimarrà nella storia. Tiziano Ferro perché il medley “non me lo so spiegare”-“ed ero contentissimo” – “per dirti ciao” è stato pazzesco così come il suo essere un artista semplice e genuino. Levante e Rancore: testi coraggiosi “che spaccano” come direbbe Sfera Ebbasta.
Flop: Amadeus: bravissimo conduttore ma poco incline all’improvvisazione e a reagire agli imprevisti. Elettra Lamborghini e Miss Keta: che non sanno cantare lo sapevamo già ma il loro obiettivo è stupire, sorprendere… soporifere. Diletta Leotta: giornalista o showgirl mancata?
Marco Mancinelli – Top: Tiziano Ferro, grazie a lui riesco a tornare bambino durante un Sanremo, cosa che non mi era mai successa fino ad ora. Sentendo le parole di canzoni come Alla Mia Età, Ed Ero Contentissimo e Ti Scatterò Una Foto riesco a vedere dei piccoli ricordi della mia infanzia, quando le cantavo da piccolo senza sapere cosa volessero dire quelle parole. Invece ora, riascoltarle a 22 anni, assumono tutt’altro significato e non sono più le canzoni di Tiziano Ferro.
Flop: I programmi di approfondimento post-Sanremo: ogni singolo programma ha cercato, a modo suo, di boicottare la “musica dei giovani”, con frasi al limite del ridicolo, come: “Il festival di Sanremo è il festival della musica italiana non il festival della musica dei giovani”. Anche quest’anno avete dimostrato il vostro odio verso noi giovani.
Martina Rocchio – Top: Il forte monologo sulla violenza sulle donne della Jebreal, con il quale si auspica ad un cambiamento della mentalità nostro Paese; l’esibizione dei Ricchi e poveri, di nuovo riuniti su un palco dopo lunghi anni di separazione; quella di Albano e Romina che ci hanno portato indietro nel tempo e quelle di Tiziano Ferro. Salvatore indiscusso dell’intera edizione cercando di mettere sempre una «toppa sui buchi» è stato Fiorello. Santo subito!
Flop: La conduttrice sportiva Diletta Leotta, il suo monologo sulla bellezza e nonché la sua esibizione canora sulle note di «Ciuri Ciuri»; il caso Bugo-Morgan alquanto inopportuno durante un evento di questa portata; Georgina Rodriguez che ha dimostrato una scarsa se non assente conoscenza dei personaggi e delle dinamiche del Festival; Elettra Lamborghini che dovrebbe puntare tutto sulla simpatia; i tempi infiniti e le esibizioni degli artisti più bravi lasciate in seconda serata.
Tamara Santoro – Top: la partecipazione di Tiziano Ferro, il discorso di Rula Jebreal, la lezione di vita di Paolo Palumbo, Diodato e Gabbani sul podio con canzoni entrambe valide per la vittoria, a dimostrazione che la canzone d’autore è ancora apprezzata. Essendo di origini toscane, mi ha fatto piacere vedere la mia regione ben rappresentata.
Flop: nonostante gli ascolti record è stata una delle edizioni che ho apprezzato di meno. Troppi ospiti, meccanismo troppo lento, troppo poco spazio alla musica di qualità.
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