Travelling Without Moving e la svolta internazionale dei Jamiroquai [Recensione]

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Incappando in un vecchio album, Travelling Without Moving, in questi giorni ho assunto una consapevolezza: crescendo negli anni ’90, sicuramente ho condiviso un punto in comune con molti giovani della generazione, volevo vedere il mio brano preferito del momento su MTV. Negli ultimi giorni, causa emergenza nazionale pandemia da Coronavirus e la quarantena casalinga, spesso sono incappata con nostalgia nello stesso canale. Naturalmente la televisione musicale dell’ultimo decennio è completamente diversa dalla pletora di rifiuti della realtà che inquina il canale oggi.

Travelling Without Moving, Jamiroquai

Se eri un appassionato osservatore come me, probabilmente ti ricorderai non solo un momento in cui i video musicali erano regolarmente disponibili ma un momento in cui i video erano effettivamente un mezzo di fruizione per la musica del cuore. Tra gli anni ’90 ci sono classici del video cementati con fermezza su MTV da band come i Nirvana, gli Smashing Pumpkins o i Red Hot Chili Peppers, e ovviamente Travellin Without Moving.

Virtual Insanity, il singolo di apertura di Travelling Without Moving come inno degli anni ‘90

C’è un video particolare che nessuno si sarebbe potuto perdere se si fossero sintonizzati, uno che è facilmente riconoscibile e memorabile allo stesso modo. Il volto di pareti bianche claustrofobiche e pavimenti mutevoli e la concentrazione in un colpo solo sul ragazzo disinvolto e disinvolto nello strano cappello. Quasi troppo bello per il suo volto, la danza di Jay Kay che scivola oltre i mobili e sfidando il movimento sottostante non è qualcosa che devo descrivere a chi è della mia generazione, ai più piccoli si, e va recuperato. Indipendentemente dal genere di musica che ti piaceva questo brano riusciva a catturare la tua attenzione fin dall’inizio con la modesta introduzione della melodia del piano. Decido così di riascoltare tutto l’album da cui è estratto: Travelling Without Moving.

Mentre non è una sorpresa per me che il video di cui sopra per Virtual Insanity ebbe così tanto successo, ciò che è strano è che molte persone non sanno molto di più della band Jamiroquai al di fuori di esso.

Accattivante come il singolo principale, il resto di Travelling Without Moving si rivela essere molto più di una raccolta di rondelle, ma un set sorprendentemente forte completo di indulgenze di funk, jazz e persino del didgeridoo.

Jason Jay Kay, nell’organicità di questo album, manifesta tutta la sua capacità di leadership

Ciò che deve essere menzionato per primo è quanto affiatamento c’è tra la band, il tutto si riflette perfettamente anche nel suono di Travelling Without Moving, tutto è organico, dalla consegna vocale dolcemente fluida e dal basso pericolosamente funky del frontman Jason Jay Kay, ai synth che ballano ritmicamente attorno al tutto. È evidente che Kay detiene effettivamente un ruolo di primo piano come il membro più eccezionale della band, infatti tutti conoscono qualcuno che a un certo punto credeva sinceramente che Jamiroquai fosse il suo nome (o che Jamiroquai fosse un solista e non una band).

Strumentalmente, questo album – Travelling Without Moving – è completo di ogni stile, dal funky wah-wah e dai ritmi della giungla nei brani più ottimistici come Use the Force, così come i tasti che solleticano melodie che creano dipendenza Virtual Insanity e Cosmic Girl, e bassi cupi in Everyday.

Mentre l’album stesso è molto complesso e ampio, sarebbe difficile e ragionevolmente lungo immergersi in ogni canzone poiché lo slancio emotivo riesce a cambiare in qualsiasi momento e ad ogni ascolto. La variazione dallo stile delle canzoni di Travelling Without Moving così diverse fra loro, ma nel complesso organiche, non è così estrema come nel caso di un album dei Gorillaz, ma potrebbero essere probabilmente affini a un certo grado in questo senso.

Sì, la presenza di una fondazione jazz o funk è indiscutibile e si insinua in tutti i brani, ma i Jamiroquai sfruttano la capacità di farti ballare con la testa per un minuto e minacciare di farti ballare al prossimo brano. Dopo tre tracce di funk, tra cui Cosmic Girl, l’ascoltatore si rilassa un po’ con la serena ballata Everyday.

Drifting Along, da Travelling Without Moving, è il vero calibratore delle potenzialità vocali di Kay

Verso la metà del disco c’è una svolta distinta in tutto l’album che inizia nel puro groove reggae di Drifting Along. Uno dei punti più fini della flessibilità vocale di Kay risiede in questa traccia, la cui voce fluttua in modo così leggero sul basso rilassato e sul basso disinvolto.

Da qui le cose si trasformano in Didjerama, che ovviamente presenta il famigerato didgeridoo come punto vocale, agitando e suonando con ritmi di batteria tribali che lo accompagnano. Questa traccia è ovviamente in netto contrasto con la precedente sensazione di alzarsi e ballare di solo due canzoni precedenti e, per mantenere vivo l’interesse, la band incorpora ancora un’altra meravigliosa transizione da qui. Didjital Vibrations entra attraverso il suono della pioggia lasciata dalla sua traccia sorella Didjerama e offre la traccia più fluida dell’album. La definizione stessa di groove freddi e ultra funky si emana qui alzandosi dal basso mentre il didgeridoo ritorna a gonfiarsi insieme a morbide e rilassanti armonie vocali.

Travelling Without Moving, la title track

Travelling Without Moving, Jamiroquai
22 de Febrero del 2018/VIÑA DEL MAR El Cantante Británico Jamiroquai, durante la la Tercera noche de la  59 versión del Festival de la Canción de Viña del Mar 2018. FOTO: RODRIGO SAENZ/AGENCIAUNO

La traccia del titolo, che segue il trio sommesso di tracce, sveglia l’ascoltatore e serve a ricordare che questi ragazzi possono suonare. Abbastanza opportunamente, questa è forse la canzone più orientata al rock dell’album.

Da qui ci si avvia sommessamente verso la fine dell’album con Spend A Lifetime, una silenziosa ballata centrata sul piano con sintetizzatori a corde e ancora una volta la voce disarmante di Kay.

C’è un po’ di più nell’album che lascerò all’ascoltatore e cioè l’inclusione di una traccia bonus o due. Le diverse versioni dell’album sono designate con una o entrambe le tracce Do You Know Where I’m Coming From e Funktion. La mia copia ha la prima, che sembra una bella canzone da encore, ma non ho Funktion. Ciò ha poca conseguenza perché l’elenco di brani ufficiali ha un’offerta così forte che se hai fatto il tuo modo di tracciare dodici possibilità non ti dispiacerà essere trattato con uno o due extra.

In poche parole: Travelling Without Moving è davvero un ottimo pick-up per coloro a cui piace la title track, o Cosmic Love, i brani più famosi insomma, e vogliono sentire di cos’altro sono capaci i Jamiroquai.

Fabiana Criscuolo
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