Aerosmith: Permanent Vacation, la rinascita

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E’ il 1987, e nella scena rock/metal si cominciano a formare tanti gruppi che poi avrebbero fatto la storia, ma una band in particolare, gli Aerosmith, rinacquero, che con Permanent Vacation segnarono la loro “reunion”.

In realtà il vero album reunion degli Aerosmith è Done with Mirrors ma la si preferisce accostare appunto all’album, ovvero Permanent Vacation. Possiamo dire che la scelta di considerarlo l’album della reunion è dovuta anche al fatto che con questo album la band Hard Rock di Boston ritornò fortemente sulla scena commerciale del tempo con un album che, ancora oggi, è quello di maggior successo della band.

In Permanet Vacation sono contenute tre dei pezzi di maggior successo degli Aerosmith: “Rag Doll”, “Dude (Looks Like A Lady)” e la ballad “Angel”. Fu proprio con Rag Doll che io conobbi per bene gli Aerosmith (sì, se ve lo stesse chiedendo già conoscevo I Don’t Want Miss a Thing). Non sono un grande fan della band americana, ed appunto questo articolo non sarà “il fan sfegato degli Aerosmith che scrive di loro” ma prendetelo più come un amante dell’hard rock che considera questo album un’ispirazione e uno degli album che sono serviti a rendere grande una grande band.

Aerosmith

Permanent Vacation presentò un sound che poi caratterizzò per sempre gli Aerosmith, dalla linee vocali fino ai riff, fin dalla prima traccia.

Quante volte vi è capito di riconoscere una canzone degli Aerosmith solo grazie al riff di chitarra oppure dalla linea vocale della canzone, o ancora meglio dai “versi” di Steven Tyler? Ecco, sappiate quel sound è diventato famoso grazie anche a Permanent Vacation. Quei riff di chitarra che mescolano perfettamente il blues più classico all’hard rock più grezzo, grazie al tocco dei due chitarristi Joe Perry e Brad Whitford, e quella voce particolare , alta ma graffiata allo stesso tempo, con cui Tyler riusciva ad adattarsi a qualsiasi traccia, senza farla sembrare mai di troppo.

Il sound degli Aerosmith in Permanent Vacation arriva fin dalla prima traccia “Heart’s Done Time” con cui si capisce già quanto la band sia tornata alla formazione originale, e quanto aveva voglia di tornare sulle grandi scene. E così basta un riff ripetuto più volte, una linea vocale coinvolgente ed un solo di quelli particolari alla Joe Perry per far tornare la band di Boston al “potere”.

Tutto questo si può ripetere per “Rag Doll”, che insieme a “Dude (Looks Like A Lady)”, rappresentano al massimo il sound degli Aerosmith. In Permanent Vacation, ovviamente trovò spazio l’hard rock “puro”, come in “Magic Touch”, in cui la band si lascia poco influenzare dal blues dando il meglio di sé sul fronte dell’Hard Rock. Ma anche in questo caso, basta un semplice riff ed un ritornello semplici per creare qualcosa di unico.

Oltre alle “accoppiate” blues ed hard rock, nell’album trovano spazio anche altre due, grandi, caratteristiche degli Aerosmith. Le ballad ed il country.

Uno dei tanti punti forti degli Aerosmith è sicuramente il fatto che siano cari a molti generi, e spesso riescono a mescolare questi generi componendo canzoni di grande spessore musicale. Come abbiamo già visto, in Permanent Vacation, è stato usato molto il mescolare il blues più puro all’hard rock, ma in questo album è presente una canzone di un genere che spesso non viene calcolato da molte band, ovvero il country.

La canzone in questione è “Hangman Jury”, e lo si capisce subito che sia una canzone più precisamente country-blues. Una intro di armonica accompagnata da un’iniziale linea vocale che segue il ritmo appunto della intro. Poi la canzone si accende, e cominciano ad entrare gli altri strumenti, a completare quella che è la canzone più “particolare” dell’album. A completare questo “elenco” di canzoni importanti in Permanent Vacation ma anche per il resto della carriera degli Aerosmith c’è una delle loro ballad più famose, “Angel”.

Gli Aerosmith riescono ad essere originali anche con le ballad. Con “Angel” di certo non ci troviamo di fronte ad una delle migliori ballad della band, ma vi posso assicurare che le caratteristiche ci sono tutte. Dalla voce di Steven Tyler che riesce ad adattarsi anche ad un ritmo “dolce” alla parte strumentale portate avanti dalla coppia pianoforte più chitarra, una coppia sempre ben presente nelle ballad della band di Boston, che funziona sempre.

Quindi, perchè celebrare questo album?

Il primo motivo per celebrare Permanent Vacation è sicuramente per averci ridato gli Aerosmith veri, che a distanza di 33 anni continuano ad infiammare qualsiasi posto in cui fanno un live. Poi c’è il motivo del sound, un sound che diventò ancora più caratteristico, praticamente un loro marchio di fabbrica. Insomma L’ALBUM degli Aerosmith.

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Marco Mancinelli
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