L’edizione 2024 del Bologna Children’s Book Fair si è svolta dall’8 all’11 aprile,.
Il Children’s Book Fair è uno spazio dove poter incontrare con colleghi ed editori, e quindi dove poter fare un po’ di networking e magari provare a mostrare i propri lavori possibilità fondamentale per gli artisti emergenti per provare ad entrare in un mondo spesso chiuso e difficile da penetrare senza conoscenze.
Questa appena presentata non è una condizione unilaterale: anche gli editori sono ben disposti ad ascoltare nuove voci e idee, nella speranza di trovare nuovo materiale da trasformare in un libro; per questo motivo è sempre buona prassi per gli illustratori emergenti portare dei biglietti da visita da lasciare dopo gli incontri più interessanti. Ovviamente il mondo delle Fiere di settore non è tutto rose e fiori: spesso e volentieri per parlare con un editore bisogna fare lunghe file o dover sgomitare per provare ad attirare la loro attenzione. Per questo possiamo dire che il Children’s Book Fair è una buona palestra per i giovani illustratori dove si può vedere esplicitato il meccanismo reale dietro la grande macchina dell’editoria legata all’illustrazione, che spesso invece viene ancora erroneamente etichettata come una nicchia laterale e trascurabile.
Oltre alla possibilità di conoscere colleghi e personalità di spicco, il Children’s Book Fair offre la possibilità di partecipare a diversi workshop e masterclass, tenuti da grandi talenti dove si vanno a toccare aspetti sia gli aspetti più pratici della pubblicazione sia quelli più tecnici/sperimentali. La Masterclass a cui ho avuto la fortuna di partecipare è stata “Italy and Beyond” mediata dal podcaster Alessandro Mele e due illustratori e autori italiani che sono riusciti a trovare una fortuna editoriale anche all’estero: Davide Calì e Felicita Sala. I due autori hanno parlato delle differenze che ci sono nel lavorare con editori italiani e con editori stranieri, andando a snocciolare i pro e i contro di entrambi gli scenari. Oltre alle Masterclass, si potevano trovare mostre di vario tipo come “Survival Corner” dedicata agli artisti esordienti.
Come in tutti i festival molto frequentati post pandemici, un problema che si presenta è quello della prenotazione ai vari eventi che solitamente richiedono l’uso del sito Eventbite che però spesso è soggetto a malfunzionamenti. Inoltre la maggior parte degli eventi va sold out in pochissimi minuti, quindi bisogna sempre avere una sveglia pronta che ci ricorda di prenotarci.
Dato il clima politico internazionale in cui viviamo non sono mancate manifestazioni legate soprattutto alla presenza dello Stato di Israele tra i finanziatori della Fiera. La contestazione inizia già a gennaio del 2024 quando vari artisti e case editrici, hanno chiesto agli organizzatori di tagliare fuori la presenza di Israele dal Festival dichiarando solidarietà allo Stato della Palestina tramite una lettera aperta e firmata. L’ente organizzativo non ha preso posizione nei confronti del conflitto israelo-palestinese, che in questi mesi sta attraversando la sua fase più buia, nonostante le migliaia e migliaia di bambini uccisi. Questo astensionismo però mostra un doppio standard che non è da attribuire solo agli organizzatori del Children’s Book Fair, ma più in generale al mondo occidentale: restare in silenzio sulla guerra in Palestina, ma mostrare pieno appoggio all’Ucraina condannando la Russia.
Non sono mancate, infatti, manifestazioni di protesta. Nella prima giornata di festival, l’8 Aprile 2024, durante l’intervento del sindaco di Bologna Matteo Lepore due giovani hanno urlato “Stop al genocidio” tentando di salire sul palco, ma sono subito stati allontanati dalla polizia. Inoltre durante tutta la giornata altri partecipanti al festival, compresi alcuni illustratori, si sono riuniti per attaccare sui muri dello spazio espositivo i ritratti dei bambini vittime dei bombardamenti sulla striscia di Gaza riportanti la scritta “quest* bambin* non potrà più leggere un libro”.
Proprio su questo tema è stata molto apprezzata la presenza del neonato collettivo bolognese Bachi, che ha dato inizio ad una call to artists per il loro progetto “Cosa non è un bambino”, devolvendo i ricavi della vendita delle loro opere all’UNRWA.
La sessantunesima edizione del Bologna Children’s Book Fair si è conclusa con la partecipazione di 1523 espositori in arrivo da circa 100 Paesi e regioni del mondo, e la partecipazione di 31735 visitatori professionali (+ 10% rispetto al 2023). Un’edizione che conferma ancora una volta Bologna capitale mondiale del copyright.*
Personalmente consiglio la partecipazione alla rassegna nella sua interezza, quindi per tutti e quattro i giorni, poiché la considero uno spazio perfetto per conoscere nuove persone e realtà per tutte quelle persone che vogliono avvicinarsi al mondo dell’editoria per l’infanzia. L’appuntamento è fissato per la prossima edizione della rassegna che si terrà dal 31 marzo al 5 aprile 2025.
Sara Federico
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