Piccoli Miracoli ed altri tradimenti è il nuovo libro di Valeria Parrella pubblicato da Feltrinelli. Dopo La Fortuna, il suo ultimo romanzo, la finalista del Premio Strega con Almarina ritorna con una raccolta di racconti che ricordano il suo esordio Mosca più balena.
Uno scrittore è un lettore all’ultimo stadio, dice Valeria Parrella a proposito del suo incontro con la scrittura. Ma nei suoi racconti ci sono anche altri elementi fondamentali e imprescindibili di una cifra stilistica e compositiva, primo fra tutti l’osservazione. Camminare per le strade e osservare tutte le storie che, anche inconsapevolmente, ci vengono raccontate. Non sarebbe potuto nascere altrimenti un racconto come Tempo Nostro che è un vero e proprio spaccato di realtà urbana. E proprio la città, Napoli in particolare è l’altro elemento che in qualche modo è sempre presente in modo palese o nascosto nella scrittura della Parrella.
Prendiamo il racconto che apre la raccolta: Mamma. Forse qualcuno ricorda qualche anno fa quando Almarina, il romanzo di Valeria Parrella arrivò tra i testi finalisti del Premio Strega. Al tavolo di Valeria nella serata finale c’era un certo Domenico Starnone. Proprio Mamma, dicevamo, sembra essere una riscrittura di Via Gemito dal punto di vista della moglie. Un marito artista concentrato su sé stesso che non vede cosa gli succede attorno e non capisce cosa sta facendo a chi gli vuole bene. Così una persona, Antonella, privata del suo nome si ritrova come unica connotazione personale il suo ruolo all’interno della famiglia. Il racconto parte proprio dal conflitto che la protagonista sente dentro di sé, non aderendo perfettamente ad una visione monodimensionale della propria vita. Il nome, in letteratura è un elemento di potentissima caratterizzazione per un personaggio. Evitare di conoscere il nome di una persona significa evitare di conoscerne la storia.
Riscrivere la storia dall’altro lato del mondo, ovvero quello femminile, è uno dei grandi motori che animano questa raccolta, così Didone ci restituisce una versione nuova della storia di Enea e della sua relazione con la regina cartaginese. Ma riscrivere la storia dal punto di vista delle protagoniste dimenticate è anche uno degli intenti non dichiarati ma portati avanti da autrici come Valeria Parrella. Leggere autrici che scrivono in modo provocatorio rispetto agli stili preconfezionati ci porta a rovesciare i paradigmi che, forse per pigrizia ma anche per eredità culturale, davamo per scontati.
All’interno di questa raccolta riesce ad entrare un tempo doloroso, come la stessa autrice spiega nelle note a fine libro, storie di persone che vivono la separazione forzata durante il Covid, storie antiche di un tempo lontano che se guardiamo bene è ancora dietro l’angolo. La provincia e la periferia che entrano a gamba tesa in storie come Il Premio che ci riporta in un 900 quasi feudale, un tempo in cui la vita delle persone, delle donne in special modo, era equiparata a quella degli oggetti o degli animali. E poi il racconto che chiude la raccolta: Rivoluzione in cui si incontrano due solitudini in uno scenario di periferia. La periferia che accomuna tutte le grandi città, fatta di umanità in eccesso che vive piccole storie che forse non entreranno mai in nessun libro. Eppure grazie a Valeria Parrella quelle storie nei libri ci finiscono, storie d’amore tra la cassiera di un discount e un impacciato cliente perdutamente innamorato di lei. L’incontro tra equilibri precari che cercano di trovare un nuovo centro di gravità.
Nei libri di Valeria Parrella, fateci caso, ci sono sempre delle insegnanti. Perché la scuola, l’insegnamento, la cultura, seppur in un momento storico di estrema debolezza, sono cose da difendere. Leggere, studiare, scrivere, sono ancora chiavi importanti per tirarsi fuori da realtà complicate e dal degrado sociale e umano. I personaggi della Parrella sono persone che cercano, prima di tutto, di non fare male al prossimo. Sono anime che provano ad attraversare la tempesta che gli si para di fronte senza per questo però cercare di ferire chi quella tempesta non l’ha affrontata.
Piccoli miracoli e altri tradimenti è, come tutti i libri di Valeria Parrella, un testo carnale, dove il sesso, l’amore, il tradimento, il dolore e l’amore si uniscono come ingredienti di un piatto da cucinare attraverso le parole. Provate a pensare ad un piatto che amate, magari al pranzo della domenica preparato da vostra madre, la sensazione di emozione che quel pensiero vi dà è più o meno quello che ogni lettore dovrebbe provare quando legge un libro di un’autrice o di un autore che ama. Con Valeria Parrella questo succede spesso.
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