Il 25 aprile in Italia non è un giorno come un altro. E’ un’occasione per tenere viva la memoria, una ricorrenza molto importante: è la Festa della Liberazione dell’Italia dall’occupazione dei nazifascisti alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
«Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare»
Liliana Segre
La settima arte non si è certo tirata indietro nel mantenere viva la memoria storica, omaggiando più e più volte il 25 aprile e facendosi testimone e portavoce della Resistenza italiana. L’oppressione nazi-fascista in Italia e gli orrori della Seconda Guerra Mondiale sono una pagina di storia che il cinema ha saputo raccontare in maniera emblematica: dal neorealismo alla commedia, dal film pulp al documentario storico. Abbiamo scelto 10 opere cinematografiche che più rappresentano il sacrificio di donne e uomini alla conquista della Liberazione.
Roma Città Aperta (1945)
E’ l’opera simbolo del neorealismo italiano, l’inizio di quella corrente cinematografica che ha aperto la stagione del racconto sociale così com’era realmente. Roberto Rossellini in Roma Città Aperta ha saputo narrare la tragedia dell’occupazione tedesca di Roma, dopo l’armistizio di Cassabile, dal punto di vista di una comunità che cerca di reagire alla violenza di torti, soprusi e fucilazioni quotidiane in attesa di riacquistare la libertà. Non c’è discussione politica, ma un chiaro e dettagliato racconto morale di una condizione sociale.
Paisà (1946)
Un altro capolavoro del neorealismo firmato da Roberto Rossellini. La seconda pellicola della Trilogia della guerra antifascista che rievoca l’avanzata delle truppe alleate dalla Sicilia al Nord Italia. Paisà è costituito da 6 episodi in città diverse: Sicilia, Napoli, Roma, Firenze, Appennino Emiliano, Porto Tolle. Ogni episodio racconta la grande battaglia collettiva della Resistenza ma con dinamiche strettamente locali, sia per dialetto che per ambientazione, e una legata invece alla grande battaglia collettiva della Resistenza.
Germania anno zero (1947)
E’ l’ultimo capitolo della trilogia di Roberto Rossellini, girato interamente con attori non professionisti. Questa volta lo sguardo del cineasta in Germania anno zero si sposta in una Berlino messa in ginocchio dai bombardamenti. Protagonista della storia è il piccolo Edmund che prova a far ripartire la propria famiglia, muovendosi tra le macerie di una città in chiaroscuro, spenta e straziata. Il dolore e l’impotenza la fanno da padrone, dove la speranza di una nuova alba è ancora lontana.
Il Generale della Rovere (1959)
In questo film, Roberto Rossellini si reinventa sia come regista che come narratore, realizzando una pellicola su un soggetto di Indro Montanelli e lontana dal suo celebre neorealismo. Racconta la metamorfosi di Emanuele Bardone: da truffatore, amante del gioco e delle donne, che sfrutta il clima di divisione prodotto dalle autorità nazifasciste a Genova; a sostenitore dei valori della dignità e del patriottismo tipici della Resistenza.
La Ciociara (1960)
Un’opera che affonda nella tradizione del nostro cinema. Pur affrontando una vicenda atroce e dolorosa nella trasposizione del romanzo di Alberto Moravia, Vittorio De Sica mostra un approccio al racconto profondamente mutato, lontano dal neorealismo che lo aveva caratterizzato anni prima. Il racconto de La Ciociara è basato in due tempi: la prima parte simile alla tipica commedia italiana di ambientazione bellica; la seconda parte è tremendamente drammatica che culmina nella famosa sequenza dello stupro di gruppo.
Mussolini Ultimo Atto (1974)
E’ il racconto dell’ultimo e disperato tentativo di Mussolini di tenere in piedi quella sorta di istituzione definita la Repubblica di Salò. Carlo Lizzani narra con maestria l’epilogo della vita del duce e l’emancipazione dell’Italia dal fasciamo, ma lo fa con sguardo neutro. Per tutta la pellicola, lo stato d’animo decadente di Mussolini sembrano riecheggiare, simbolicamente, il declino di una dittatura ormai agonizzante che presto giungerà al termine.
Una Giornata Particolare (1977)
E’ uno dei capolavori del cinema italiano firmato da Ettore Scola. Una pellicola d’autore raffinata che apre la finestra su uno dei periodi più bui della nostra storia, prima del 25 aprile. Una giornata particolare racconta uno squarcio di storia attraverso la quotidianità di due persone comuni, medio-borghesi. Sono proprio le vite di Antonietta e Gabriele che diventano nell’immaginario comune il simbolo del popolo italiano dell’epoca, due persone sole spaventate da un regime che ha sconvolto la loro intera esistenza.
Il Partigiano Johnny (2000)
Guido Chiesa gira la versione cinematografica dell’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio. Le vicende de Il Partigiano Johnny vedono la narrazione personale ed umana di un giovane soldato disertore che si unisce a un gruppo di partigiani per portare quello che poi sarà il 25 aprile. Johnny si trova a passare da solo il duro inverno del ’44 in una cascina saccheggiata, soffrendo il freddo e la fame, ma proprio in questa condizione estrema trova finalmente la sua dimensione ideale.
Una Questione Privata (2017)
A rendere omaggio alla Resistenza partigina sono i fratelli Taviani che hanno scelto come tema un testo dello scrittore Beppe Fenoglio. Gli indiscussi maestri del cinema, che fin dagli anni Sessanta hanno raccontato la realtà, la storia e le contraddizioni del nostro Paese scrivendo le pagine più significative del nostro cinema, hanno scelto di raccontare la storia di un giovane partigiano militante nelle formazioni badogliane, nome di battaglia Milton che opera sulle Langhe. In Una Questione Privata, la guerra si incrocia con il conflitto interiore di Milton.
The Forgotten Front – La Resistenza a Bologna (2020)
Paolo Soglia e Lorenzo K. Stanziani in questi giorni ci hanno regalato una pellicola celebrativa del 25 aprile con filmati d’epoca. Un documentario meticoloso che è il frutto di una complessa ricerca che ha permesso di recuperare materiali video e fotografici inediti: le riprese dei bombardamenti e della Liberazione o la sequenza di fotografie di Piazza Maggiore del 21 aprile 1945.
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