Il cortometraggio Between Two Crossings di Yaser Murtaja, il giornalista palestinese di trent’anni ucciso da un cecchino israeliano durante le manifestazioni della Marcia del Ritorno il 06 aprile 2018 sulla striscia di Gaza, si inserisce perfettamente nella tradizione del Cinéma Verité.
Between Two Crossings lo fa raccontando una Moderna Odissea, quella di Nour, una studentessa palestinese che ha vinto una borsa di studio per la Portland State University.
Prima di riuscire a raggiungere la Terra Promessa, Nour dovrà attraversare l’inferno burocratico per superare i due varchi che separano la striscia di Gaza dal resto del mondo, il primo quello di Erez controllato dagli Israeliani, il secondo quello di Rafah, controllato invece dagli Egiziani.
Il documentario, grazie soprattutto ad una bellissima fotografia, riesce a rendere in maniera mirabile la dicotomia tra la speranza della studentessa di avere un futuro migliore e la stanchezza, la tristezza e in qualche momento l’esasperazione per le difficoltà che deve attraversare per arrivare alla meta.
Opere di questo genere devono essere sempre bene accolte perché ci fanno uscire dal nostro piccolo mondo.
Tutti conosciamo la drammatica realtà dell’infinita guerra israelo-palestinese e tutte le sue conseguenze, ma a volte per capire veramente bisogna guardare un film, un documentario più che leggere un articolo di giornale.
Perché guardando, abbiamo la sensazione di vivere quel momento, lottiamo, piangiamo, soffriamo ed infine esultiamo con Nour.
Concludo dicendo che il valore di Between Two Crossings acquista un’importanza, se possibile ancora maggiore, in quanto, per le tristi vicende a cui abbiamo accennato all’inizio di questo articolo, si pone come un vero e proprio testamento artistico di Yaser Murtaja e soprattutto un manifesto del suo impegno civile e del suo coraggio.
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