Un intenso ottobre è passato. Tra nuovi DPCM e cambi dell’ora e una routine ormai ritrova, ci siamo lasciati trasportare da nuove e vecchie serie tv.
UNITED STATES OF TARA: serie Tv del 2009 che ha visto la sua fine nel 2011 con la terza e ultima stagione. Tara, moglie, madre e artista, soffre di DDI, disturbo della personalità multipla. Man mano che si va avanti con la storia le sue varie identità prendono possesso del suo corpo. Interessante vedere come la protagonista cerca di combattere questa malattia, senza alcun aiuto di farmaci che in questo caso annebbiano soltanto la mente di Tara. Così ogni giorno una famiglia che vorrebbe somigliare sempre di più alle altre famiglie del vicinato si ritrova a combattere le varie personalità della protagonista. VOTO: 7
DIETLAND: Prugna, una donna in sovrappeso che per tutta la vita ha cercato in qualsiasi modo di dimagrire ma ogni volta fallendo miseramente… fino a quando qualche aiutante non le fa aprire gli occhi sul mondo reale. È davvero un problema avere qualche kg in più? Il problema sono io o la società che mi circonda? È una serie tv che prende sin da subito grazie ai misteri delle prime puntate; a volte portando all’estremo i problemi affrontati riescono a evidenziare una società sessista e maschilista. È l’ora della rivolta, reagire e resistere in un finto mondo buonista. Gli episodi scorrono fluentemente ed è possibile fare un binge watching. VOTO: 7.5
TO THE LAKE: Russia. Una sconosciuta epidemia prende il sopravvento su Mosca e costringe i cittadini all’evacuazione. I protagonisti di questa serie sono due famiglie, vicini di casa che si mettono in viaggio per arrivare ad una meta deserta, lontano da qualsiasi contagio. Novità? Nessuna, scene viste e riviste; a tratti la serie diventa così prevedibile che fa perdere del tutto l’attenzione su di essa. Ovviamente i protagonisti se venuti a contatto con il virus non possono essere infettati – altrimenti la serie finirebbe. VOTO: 5.5
GOOD OMENS: La creazione e la fine del mondo, è tutto spiegato qui, in questa originale serie tv. L’angelo Aziraphale e il demone Crowley a forza di essere “sotto copertura” sulla Terra hanno instaurato un forte legame, contro ovviamente il potere dei loro “capi” ed episodio dopo episodio cercano di salvare il mondo. Una serie brillante, incalzante, curata e minuziosa; nulla è lasciato al caso. È facile affezionarsi ai protagonisti e al loro rapporto. Inoltre una tracklist molto ricercata che lega ed oppone il rock del demone Crowley alla musica classica all’angelo Aziraphale. VOTO: 8.5
OKTOBERFEST – BIRRA E SANGUE: È la storia di birrai rivali che a tutti i costi vogliono un banco nel nuovo Oktoberfest. Ovviamente nella serie non è riportata la vera storia della nascita dell’Oktoberfest ma ciò non fa perdere interesse nella vicenda, soprattutto per la ricostruzione del set e l’alternarsi tra storie d’amore, ripicche e intrighi. VOTO: 7
THE GIFT: Pubblicata da poco la seconda stagione sulla piattaforma Netflix. Prosegue il viaggio di Atiye nella scoperta delle sue origini. The gift, serie turca che prometteva bene sin dalle prime puntate ma sfortunatamente la trama è diventata via via sempre più confusa. E così la seconda stagione ha seguito questi vari intrecci che invano hanno trovato una via d’uscita. Stessi contenuti che vengono ripetuti ed estremizzati per portare avanti la storia. VOTO: 5.5
RATCHED: Serie tv basata sull’infermiera Ratched di Qualcuno volò sul cuculo. Sin da subito è evidente la classe di Ryan Murphy con i colori della fotografia e inquadrature perfette. I primi due episodi risultano lenti (essendo anche puntate da 40 minuti) ma subito la storia diventa avvincente e veniamo rapiti da questo lavoro. L’obiettivo della serie è reso noto già dai primi avvenimenti ma comunque riusciamo ad ottenere un finale a sorpresa grazie allo svolgimento degli ultimi episodi. VOTO: 8
CLOSE ENOUGH: Protagonisti due giovani genitori e la loro piccola bambina. In questa serie vengono narrate le bizzarre vicende dei due trentenni e dei due loro amici – inquilini. Sulla scia di F is for family, Close enough riesce a prendere la nostra attenzione sia per la sua contemporaneità, sia per l’alternanza di temi seri con temi demenziali. VOTO: 6.5
EMILY IN PARIS: Serie tv che ha spopolato tra tutti gli abbonati Netflix, trovando anche un buon riscontro… Non nel mio caso. Nel 2020 abbiamo ancora bisogno di queste serie tv? La risposta – che vorrei fosse unanime – ovviamente è no.
Emily una ragazza americana che riesce ad ottenere, da un giorno all’altro, il lavoro dei suoi sogni a Parigi.
Ma è possibile andare a lavorare in Francia – ricoprendo anche un ruolo importante – senza sapere il francese? Credo che in questa serie ci siano molte falle che riportano fatti impossibili. Inoltre una Parigi piena di luoghi comuni che riescono a far sognare solamente adolescenti degli anni 90. Netflix poteva risparmiarci – anche questa volta – una serie di cui nessuno aveva bisogno. VOTO: 4.5
LA REVOLUTION: Ancora una volta un’altra rivisitazione storica (più vicina al fantasy che al genere storico). Anzi se vogliamo possiamo dire che il titolo di questa serie tv è del tutto erroneo, poiché in nessuno episodio troviamo traccia di una rivoluzione. Una narrazione lenta e a tratti noiosa, anche qui nulla di nuovo, se non una pandemia che cercherà di infettare i reali. Voto: 4.5
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