Heaven Shall Burn – Of Truth and Sacrifice

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Uscirà il 20 marzo il nuovo album degli Heaven Shall Burn, intitolato “Of Truth and Sacrifice”. Con questo album i tedeschi tornano sulla scena dopo 4 anni, con tante nuove idee e voglia di fare, e proprio per questo che la band si è lanciata nella sfida di far uscire un doppio album.

Quattro anni sono tanti, tantissimi, soprattutto se si tratta di una band storica come gli Heaven Shall Burn. Tornano con un nuovo album, dopo l’uscita nel 2016 di Wanderer, tornano con una “nuova” sfida, ovvero quella di rilasciare un doppio album in cui si è messo tutto quello che gli è passato per la testa negli ultimi 4 anni.

Heaven Shall Burn
28.10.19: Metalcore-Band Heaven Shall Burn in Saalfeld. Foto: Candy Welz

Di base l’idea è strana. Produrre un album di dicianove canzoni, ed usarle tutte in una volta sola, senza magari tenerle per altri album, rischiando anche di fare un album noioso che abbassa la soglia di attenzione dell’ascoltatore durante tutta la durata della riproduzione. Ma non credo che gli Heaven Shall Burn si siano lanciati in questa “sfida” senza fare dei calcoli.

Dicianove canzoni e due CD. Un album lungo e ricco di contenuti. Una sfida sia per la band che per l’ascoltare che deve mantenere alta la soglia dell’attenzione.

Quello che mi ha stupito di questo album è stato anche il modo in cui è stato ideato, ovvero la decisione della band di non attaccarsi al music business che ha detta del chitarrista della band Maik Weichert, influenza anche la “passione” che una band può mettere nei propri lavori, questo ha permesso agli Heaven Shall Burn di produrre l’album senza deadline ben definite.

Sono tante le canzoni in cui possiamo percepire quanto la band abbia ben “posizionato” le tante idee avuto, ognuna messa in un ben preciso contesto. Possiamo sentire questo “studio” già da “Thoughts and Prayers” che seguita da “Eradicate” ci mette di fronte a le due facce degli Heaven Shall Burn, da una parte la parte più melodica, dall’altra, invece abbiamo la parte più brutale. Come quinta traccia troviamo “Ubermacht”, canzone con delle sonorità industrial e metalcore, a dimostrazione che la band, oltre allo dare alla fantasia ha voluto anche sperimentare (almeno per la parte che riguarda l’industrial).

Molto interessante, anche se non può essere considerata come traccia ma più come intro è “Expatriate” che si avvicina, anzi, riprende sonorità più pop metal. Con “Terminate The Unconcern” ritroviamo dei suoni più metalcore “vecchio stile”, metalcore di cui gli Heaven Shall Burn possono esserne definiti i padri. Con “The Ashes Of My Enemies” si chiude il primo cd.

Un primo CD buono, con tanti spunti, ma che, come è giusto che sia, non completa totalmente la voglia di sentire questo album, che per ora, si sta dimostrando di alti livelli.

Per cominciare a parlare della seconda parte dell’album vorrei partite con il parlare della seconda traccia ovvero “La Resistance”, altra canzone dove ritroviamo la sperimentazione di un nuovo genere, ovvero, ancora l’industrial, ma stavolta a differenza di Ubermacht, la canzone è completamente indirizzata sull’industrial.

Tra le canzoni che spiccano altre influenze ma anche molti spunti che ci fanno capire quanto la band abbia avuto le idee chiare. Canzoni come “Critical Mass”, che ha molte influenze prese dal Thrash Metal più moderno. E così finisce la seconda parte dell’album, con “Weakness Leaving My Heart”, una giusta chiusura per un lavoro che sicuramente ripaga questi quattro di assenza dalle scene.

Un lavoro che non può essere definibile come capolavoro, ma che può comunque dare tanto alla band dopo quattro anni di assenza. La sfida è superata, ed anche bene, i contenuti ci sono, ma forse…

Ho parlato poco del secondo CD, lo so, ma c’è un motivo. Infatti è come se ascoltassimo due album completamente uguali. Sì, la sfida è superata, quattro anni di assenza sono stati ben ripagati, ma ci sono troppe canzoni, troppe canzoni che sembrano ripetersi. Ma è qui che sta la furbizia della band, infatti se fossero usciti due album differenti, il secondo CD sarebbe stato considerato un flop, invece in questo caso, stiamo parlando di un buon album, di due buoni CD.

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Marco Mancinelli
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