Crepe, il nuovo EP di Irama rilasciato il 28 Agosto 2020 (Warner Music Italia) è un buon prodotto, fatto bene, che strizza l’occhio alla stagione estiva e ai falò in spiaggia a cui abbiamo dovuto rinunciare per via della pandemia
Si potrebbe benissimo chiudere la recensione qui ma, nonostante tutto, proveremo ad approfondire gli elementi (in negativo e in positivo) di maggiore interesse
L’album si apre con “Crepe”, traccia dall’evidente funzione da hit radiofonica estiva che non convince fino in fondo. “Bazooka” forse, è il pezzo che ha convinto di più: il ritmo più “rock” accompagna una buona melodia e delle chitarre che, sebbene un po’ perse all’interno del mix, concedono quel tanto di freschezza che era mancata in “Crepe”.
Con la title track “Mediterranea” tornano le classiche strizzate d’occhio, apparentemente vitali per le hit estive, a feste in spiaggia e via dicendo
Un pezzo che non colpisce e la cui versione con De La Ghetto poco aggiunge se non l’innesto di cantati in lingua spagnola.
A seguire troviamo Flow, uno dei momenti più interessanti del disco. La base trap si discosta dall’atmosfera estiva che aveva pesantemente caratterizzato la prima metà del disco introducendo, in modo apprezzabile, tonalità di colore diverse dal solito. Anche la melodia e, ironicamente, il flow sono solidi e rendono il brano piacevole all’ascolto.
Successo estivo di un anno fa, blasonato e tormentato tra spiagge, palestre e locali, “Arrogante” si ripropone un anno dopo riportando mediterranea in quell’atmosfera da summer hit del disco a quanto pare non esauritasi con Mediterranea. Sorge spontanea a questo punto una riflessione critica: ha senso concepire un disco di hit estive?
Se ci pensiamo in Crepe, su ben otto tracce (sette se escludiamo il feat con De La Ghetto), tre praticamente sono la stessa canzone con testi diversi, di cui due condividono le scelte armoniche, riproponendo medesime tonalità e accordi dando vita a due gemelli difficili da distinguere
È a questo punto del disco che si ha la sensazione di trovarsi più che davanti ad un album, davanti ad una vera e propria raccolta di hit estive commerciali, da anni sull’onda del successo e spopolanti in radio, televisione e social nella stagione delle vacanze.
Fortunatamente a spazzare via questa sensazione e donare nuovo colore a Crepe, Irama arriva con “Eh Mama eh”. Il pezzo si apre subito con un breve intro strumentale seguito poi da una strofa rappata ben eseguita e con un testo tutto sommato interessante. Il ritornello è sicuramente il momento musicale più godibile dell’intero disco: ben pensato, fresco e catchy quel tanto che basta per essere radiofonico senza essere troppo ovvio.
Segue e chiude Crepe “Dedicato a Te”, traccia che sorprende e, purtroppo, non in positivo. Classica ballad di sola chitarra acustica e voce, al primo ascolto investe con quella patina da canzone italiana di cui anche nel 2020 proprio non riusciamo a sbarazzarci.
Nel complesso, Crepe è un EP realizzato bene e missato bene ma, come spesso capita ascoltando la musica commerciale nostrana, si ha la sensazione che l’artista possa e debba fare di più
Ascoltandolo per intero non si può non riuscire a vederlo, semplicemente, come un buon prodotto senza nulla di eccezionale. Senza infamia e senza lode, in grado di collocarsi perfettamente nel mercato discografico attuale e in grado di colpire un ampio target che lo porterà senza dubbio a fare migliaia e migliaia di plays su Spotify e iTunes.
Valutandone invece il valore artistico e la musica in sé, si rimane spiazzati. Unica traccia degna di nota del disco è proprio “Eh Mama eh” che, seppur radiofonica e commerciale, riesce a mantenere quella freschezza che, personalmente, ricerco nell’ascolto di un nuovo album. Anche “Dedicato a Te” pur non avendomi del tutto convinto ha contribuito, almeno in parte, a salvare il disco dalla pesante insufficienza che sarebbe arrivata valutando solo le prime 5 canzoni.
Di Francesco Saracini
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