Gli Epica decidono di raccogliere, in The Quantum Enigma (B-Sides), tutte le bonus track uscite nel 2014 e tutte le tracce acustiche, già presenti sull’album originale. Una “raccolta” a due facce.
La “raccolta” di bonus track e tracce acustiche, che gli Epica hanno deciso di chiamare The Quantum Enigma (B-Sides), è strana. Di solito in questi casi ci si aspetta di sentire delle tracce mai sentite, o tracce rare che si possono trovare giusto alla decima pagina di youtube, invece, in questo caso è diverso. Infatti le tracce che troveremo in questo B-Sides sono tracce facilmente reperibili, ed è per questo che, in parte, mi viene da dire “cosa potrei dire?”
Ed ecco però che questa raccolta prende del potenziale, anche in un modo, più o meno scontato. Questo The Quantum Enigma (B-Sides) raccoglie dei pezzi del 2014 degli Epica, pezzi appunto “vecchi”, che vengono riproposti dopo l’uscita, nel 2016, di The Holographic Principle, album che presentò tante sonorità “nuove”, sia a livello di composizione che di mixaggio. Quindi possiamo permetterci di fare un confronto, tra quelli che possiamo considerare i “vecchi” Epica ed i “nuovi” Epica.
I pezzi con cui andrò a fare questo confronto saranno cinque, i primi cinque, ovvero solo quelli elettrici, visto che, con quelli acustici si può parlare giusto delle emozioni trasmesse e poco più.
Le tracce di The Quantum Enigma (B-Sides), potete trovarle facilmente tra le bonus track del “vero” album del 2014 degli Epica, sia quelle elettriche che quelle acustiche, ma come ho detto, useremo le prime cinque tracce per fare un confronto. Ovviamente non sarà un confronto fatto per “processare” la band, per decidere se siano “finiti” o no, per quello ci sarà da aspettare un nuovo album.
Parto con il dire che tutti i pezzi presenti nel B-Sides rimangono in linea con il sound “classico” degli Epica, come previsto. Ma come dicevo qualche riga sopra, possiamo concentrarci su altre cose, ovvero la differenza di sound tra “vecchi” e “nuovi”. Già dalla prima traccia, “Memento”, le differenze si notano, e come, a partire dalla composizione. Infatti è palese la differenza tra The Quantum Enigma e The Holographic Principle, un riff con cui gli olandesi rimangono sul loro genere “originale”, un symphonic metal “puro”, a differenza dell’album nel 2016, in cui si è strizzato, di tanto, l’occhio all’alternative metal.
Anche a livello di mixaggio ci rendiamo conto della sostanziale differenza. Se gli Epica nei vecchi lavori cercavano sempre di mettere a pari sia le orchestrazioni che gli altri strumenti, soprattutto le chitarre, o addirittura in alcuni casi a far sì che le orchestrazioni potessero prendere il sopravvento, anzi, un prendersi tutta la scena, come nel caso di “Dreamscape”, nell’album uscito nel 2016 si andò verso la direzione del dare più importanza agli “altri” strumenti, specialmente le chitarre.
Quindi due punti che fanno la differenza tra gli Epica di The Quantum Enigma (2014) e di The Holographic Principle (2016), punti che, probabilmente, si potranno riprendere quando uscirà il nuovo album.
Le differenze sostanziali, quindi, sono sulla composizione e sul mixaggio. Si potrebbe dire che gli Epica siano diventati più moderni dal 2014 al 2016, e lo si può intuire facilmente da questi “ricaccioni” presenti in The Quantum Enigma (B-Sides). Le altre tre tracce, “In All Conscience”, “Banish Your Illusion” e “Mirage of Verity”, sono tutte sulla stessa linea, tracce che rimarcano fortemente le differenze tra 2014 e 2016.
Per le tracce acustiche, invece, oltre ad un discorso sulle emozioni date da esse si può fare un discorso su quanto gli Epica riescano a ri-arrangiare i pezzi. In The Quantum Enigma (B-Sides) abbiamo quattro tracce in acustico, ognuna di essa è un ri-arrangiamento di pezzi presenti in The Quantum Enigma. In particolare sono due i pezzi che riescono a darci molto: “Canvas of Life” e “Natural Corruption”. La prima è una delle tracce in acustico più apprezzate dai fan della band olandese, che spesso la preferisce alla traccia originale, la seconda, invece, fa uscire la band da tutti i loro, classici, schemi, e porta gli Epica ad avere una canzone MOLTO influenzata dal folk. E di fatti la band si dimostra, o meglio, si dimostrò, adatta anche ai pezzi acustici, con cui si era già cimentato prima del 2014.
Questo album, a prescindere da tutti gli spunti che può darci si rivela ripetitivo, contenendo, infatti tutte tracce già ampiamente conosciute dai fan degli Epica. Sicuramente avrei preferito che ci fossero state tracce “nuove”, ed è impossibile dare un giudizio, che probabilmente sarebbe arrivato se ci fossero stati altri brani. L’unica cosa che si può dire è che The Quantum Enigma (B-Sides) ci fa capire quanto basti pochissimo ad una band per cambiare, e che, come nel caso della band olandese, ci vuole comunque anche molto studio.
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