MACE: OBE, la rivoluzione è qui

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Per molti di voi, compreso me, MACE è un nome nuovo, credo. Ed è per questo che il suo album d’esordio, OBE, è importante, sia per far si che diventi uno dei producer di spicco nella scena italiana, sia perchè ci troviamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione sonora

Sono convinto che OBE avrà due tipi di ascoltatori diversi: da una parte chi ascolterà l’album, anzi, solo certe tracce, a seconda degli artisti presenti nell’album, invece, dall’altra parte c’è chi, compreso me, ha considerato MACE come il principale provocatore di una rivoluzione sonora, una cosa che manca da anni nella scena musicale italiana, anzi, si potrebbe considerare come “la prima rivoluzione sonora”.

Ma se da una parte ci sono due schieramenti ben distinti e diversi tra loro (chi ascolta a seconda della “moda” e chi ascolta per la musica), una cosa che spero possa accomunare tutti è il viaggio che MACE ci fa intraprendere. Infondo il titolo OBE sta per “Out of Body Experience”, un viaggio extra-corporeo, ed è strano parlare di questo tipo di esperienze in album che, in teoria, è stato fatto anche per dominare le classifiche.

MACE

MACE ci accompagna in un viaggio in cui non tutto è perfetto, ma le imperfezioni riescono ad essere colmate da basi create con molta cura che mantengono accesa la “rivoluzione sonora”

Come dicevo OBE è un viaggio, un viaggio in cui va tutto liscio, in cui MACE riesce a trasportarti, ed in molti casi anche a stupirti. Ci sono delle tappe importanti (a prescindere che esse siano positive o negative), che io cercherò di illustrarvi, ma che diventano importanti solo nel momento in cui verranno ascoltate insieme alle altre tracce dell’album, anche nel caso che esse non siano proprio apprezzabili.

Il viaggio può cominciare a partire da “LA CANZONE NOSTRA”, traccia che sicuramente molti di voi avranno già ascoltato nelle varie radio e playlist. Un pezzo che però dice molto, che funziona quasi da testimone per due fattori molto importanti presenti in OBE: le sperimentazioni e la “rivoluzione sonora” di cui ho già parlato. Infondo, tutti e due gli artisti presenti sulla traccia, BLANCO e SALMO, a modo loro, si amalgamano perfettamente alle sonorità della traccia, soprattutto per quanto riguarda il rapper sardo, che ancora una volta si presta, egregiamente, a sperimentare un nuovo genere.

Si va avanti, e ci vuole poco per fermarsi alla seconda tappa, ovvero “BUONANOTTE”, la mia traccia preferita dell’album, soprattutto per la presenza di Noyz Narcos. Infondo se prendessimo solo la base ed i ritornelli di Franco126, non si riuscirebbe ad immaginare una strofa di Noyz con delle sonorità del genere, a maggior ragione immaginando il tipo di flow, molto aggressivo, del rapper romano. Ma, forse per l’esperienza, forse per il talento, o forse per tutte e due le cose, Noyz Narcos riesce ad incastrare il suo stile al sound di MACE.

Il viaggio va avanti, ed arrivano i primi, bruschi, stop, insomma quelle tappe negative, che però possono lasciare, in qualche modo, un ricordo

Immaginate di essere in questa macchina guidata da MACE, e voi avete come obiettivo il completare l’ascolto di OBE. Passate tranquillamente davanti a quelle tappe del viaggio belle, che vi fanno stare bene, ma poi all’improvviso una brusca frenata vi “sveglia”, ecco, vi siete fermati davanti a quelle tracce poco apprezzabili, ma tranquilli, non sono tante.

MACE

La prima di queste è “AYAHUASCA”, una traccia troppo lineare e troppo ripetitiva, in cui i ritornelli di Colapesce si prendono troppo la scena, risultando “di troppo”, tant’è che non ci si rende conto della strofa di Chiello_FSK. Ma come frenata è leggera a differenza della prossima, ovvero “SOGNI LUCIDI”, in cui troviamo il feat tra Carl Brave e Rosa Chemical, e sarebbe stato molto meglio se questa traccia fosse stata riservata solo al rapper romano, anche se il più grande problema del pezzo rimane l’entrata di Carl, che spezza un po’ il ritmo di OBE.

L’ultimo stop arriva con “RAGAZZI DELLA NEBBIA”, che trova il suo punto debole nella base (strano da dire), ma sembra che MACE si sia messo da parte lasciando fare soprattutto gli FSK Satellite. Un vero peccato, sarei stato molto curioso dell’ascoltare il collettivo “sotto” un altro sound, molto meno spinto del loro.

Tra queste brusche frenate durante OBE troviamo comunque delle tappe importanti, che sono importanti da ricordare, che ci portano più facilmente alla fine di questo, meraviglioso, viaggio, con MACE

Le ultime due tappe importanti presenti in OBE sono “NOTTE FONDA” e “HALLUCINATION”. Nel primo pezzo troviamo Ketama126 insieme agli PSICOLOGI, una base che prende molto dallo stile del rapper di Latina, e MACE riesce a renderlo più suo, adattandolo anche allo stile degli PSICOLOGI. La seconda traccia corrisponde all’ultimo tracci dell’album, un pezzo strumentale, con cui il producer milanese può dare libero sfogo alla sua creatività, senza troppe influenze da altri ospiti.

Insomma, si può dire che la rivoluzione sonora sia qui, ma prima che ci si accorga di essa c’è da fare un lungo viaggio insieme a MACE, attraverso le varie tracce di OBE. Certo, non credo che un ascoltatore comune stia attento a questo viaggio e al rendersi conto di quanto sia rivoluzionario un sound del genere, almeno sulla scena mainstream della musica italiana, ma spero sempre che qualcuno cominci a pensare meno alla classifica e più alla musica, visto che dentro questo album ci sono molte chicche da non lasciare indietro.

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1 commento su “MACE: OBE, la rivoluzione è qui”

  1. La cosa divertente è che le mie tracce preferite sono proprio quelle che per te sono i punti deboli ahahah

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