Greg Puciato: Mirrorcell [Recensione]

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La carriera solista del cantante statunitense Greg Puciato continua ed arriva al secondo album dal titolo Mirrorcell. Un lavoro in cui cercherà di inserire più generi possibili ma con più maturità di scrittura e produzione.

Greg Puciato, ormai ex cantante dei Dillinger Escape Plan, continua con la sua carriera solista cominciata con il suo primo album che uscì nel 2020 dal titolo Child Soldier: Creator of God. Un album che a detta di molti era comunque di qualità ma a causa di alcune caratteristiche negative non diede tutti i risultati sperati. Un lavoro che sì, conteneva molti generi, ma era tutto molto confuso e prodotto senza una logica, il che fece sì che quel disco per molti ascoltatori fu un totale “non capirci nulla”. Dimostrò comunque di saperci fare lasciando aperta la porta per questo suo nuovo album Mirrorcell.

Mirrorcell è nettamente diverso dal suo predecessore a partire dal numero delle tracce, che sono nove a differenza delle quindici del precedente che ha così permesso all’artista di creare un lavoro più ragionato in cui ci si è potuto concentrare di più sui particolari. Questo non vuol però che ci si ritrovi con un Greg Puciato limitato sulla scelta dei generi da portare, anzi, sembra quasi che riesca a portare molto più materiale rispetto al suo primo lavoro.

In Mirrorcell, Greg Puciato, si ritrova ad essere a suonare tutti gli strumenti tranne che per la batteria affidata alle mani di Chris Hornbrook batterista dei Poison the Well

Il primo brano di Mirrorcell è “Is this hell you find yourself”, una buona traccia usata come intro facendo sì di dare all’album un giusto tono “minaccioso” per introdurre al meglio l’ascoltatore al resto delle canzoni. Con “Reality Spiral” arriva la prima grossa influenza, o meglio, la prima dimostrazione di quanto, Greg Puciato, sia un’artista che riesce ad adattarsi molto bene ai nuovi generi. Infatti il singolo è segnato da un sound fortemente legato a quello che fu il grunge dei Soundgarden ed Alice in Chains (a maggior ragione per questo ultimo caso, visto che Greg ha collaborato con Jerry Cantrell).

Mirrorcell

Come già ampliamente dimostrato Greg Puciato riesce a viaggiare tra vari generi, ed in Mirrorcell c’è spazio anche per del sound più pop come nel caso di “Never Wanted That”. Una traccia malinconica pop-rock ma che a differenza di tante altre sue colleghe è molto più studiata e fatta in modo che sia coerente con il resto dell’album. L’unica collaborazione dell’album è con Reba Meyers in “Lowered”, un pezzo sempre tendente al pop ma che in alcuni tratti risulta essere molto influenzata da sonorità post-punk.

Un album ben fatto e studiato, dove ogni traccia è curata nei minimi particolari anche quando esse durano di più. Mirrorcell, per quanto riguarda l’organizzazione, ci dimostra come dovrebbero essere tanti altri lavori

Se per le prime tracce Mirrorcell si dimostra un album che riesce a scorrere bene e che riesce a soddisfare l’ascoltatore, con la traccia “We” si rallenta, ed anche di molto. Un singolo in cui tutto è sbagliato, dal testo alla voce di Greg Puciato, tutto sembra una forzatura, una traccia di quelle di cui non si vede l’ora che finisca, anzi, che si salta dopo pochi minuti. Per fortuna è l’unico “stop” di Greg Puciato, perchè l’album si riprende subito con “I, Eclipse”, traccia dal sound psichedelico rock anni ’90.

Mirrorcell, dunque, si rivela per essere un album maturo in cui Greg Puciato preferisce fare meno (anche se vediamo la presenza di tracce lunghe) ma alzando di tanto la qualità. Non c’è nulla di casuale anche nel coacervo di generi, non si va mai oltre un certo limite, mantenendo comunque un denominatore comune che non rende l’ascolto troppo estremo e confuso.

Mirrorcell
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