Santa Cruz: Katharsis, 2019 [Recensione]

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Grazie ai Santa Cruz, grazie perchè sono riusciti a farmi chiudere mentalmente, grazie ad un album vergognoso. Con questo album la regola del “sono gusti” non vale, e se vi piace probabilmente siete troppo accecati da quella che ormai è diventata una boy band.

La situazione che si è creata con i Santa Cruz (quello che ne rimane, quindi solo Archie), è molto problematica. Una situazione in cui odio stare, cioè quella di dover parlare male di una delle mie band preferite, anzi, quella che era la mia band preferita.

Ma prima di tutto, chi sono questi Santa Cruz ? Sono una delle band di punta della scena revival glam scandinavo, una di quelle che è riuscita a farsi spazio già dal rilascio del primo album, Screaming for Adrenaline, dove si presentarono come una band Hard Rock, passatemi il termine, “più moderno”, mantenendo comunque la vena classica di quest’ultimo genere.

Ma negli anni a seguire (2015 con l’omonimo album Santa Cruz e nel 2017 con Bad Blood Rising) cambiarono completamente genere, ri-presentandosi con un nuovo genere, che era un alternative metal con influenze Hard Rock. Ma tra questi due album c’è una differenza molto importante.

Due album, stesso genere, ma con reazione da parte del fandom diversa, per non parlare del fatto che Bad Blood Rising segnò la fine dei veri Santa Cruz.

Non mi piace parlare di coincidenze, ma quest’ultimo album, oltre a segnare la fine della band, non ebbe neanche delle reazioni positive da parte del fandom, anche se si riuscì a salvare qualcosa, a differenza del loro album omonimo, che fu considerato e tutt’ora è considerato il loro secondo lavoro migliore dei quattro album usciti.

Credo che ve lo stiate chiedendo tutti, perchè parlo di “veri Santa Cruz”? Storia lunga, che cercherò di riassumere, per farvi capire meglio come si sia arrivati a questo “album”.

Siamo nel tour di promozione di Bad Blood Rising, precisamente negli USA, e la band è a supporto di Sebastian Bach insieme a grandi band della scena metal mondiale, come i Fozzy. Ora, sappiamo tutti gli effetti collaterali derivati dall’essere una star, effetti collaterali che si hanno solo se non si è capaci di regolare la celebrità, ecco questa band è finita per questi effetti collaterali.

Ecco, Archie, cantante e chitarrista della band, non è riuscito a resistere alla vita da rockstar, tanto da ritrovarsi ubriaco dopo ogni concerto, senza lavarsi per giorni per poi tirare un pugno ad uno dei suoi compagni di band, nonché suo migliore amico, costringendo il resto della band a farlo scendere dal tour bus, annullare il tour e per finire lasciare la band, lasciando da solo Archie.

Ed ecco qui il racconto della fine dei Santa Cruz. Una brutta fine che ha portato all’uscita di questo, bruttissimo album, che in copertina non dovrebbe avere il nome “Archie & Friends”.

Ok, ora che avete, credo, capito la situazione della band posso cominciare, purtroppo, a parlare del nuovo lavoro dei Santa Cruz.

Dico “purtroppo” perchè questo è un album fatto per dispetto, per dispetto a chi in questi anni lo ha, giustamente, criticato per aver rovinato una band che probabilmente avrebbe dato molto alla musica. Invece ci troviamo davanti ad un album senza idee, dove la band cambia completamente genere (senza buoni risultati), e dove ritroviamo delle canzoni che si salvano per poco dall’essere considerate dei plagi.

Tipo “Tell Me Why”, sentitela e probabilmente riconoscerete una canzone che ormai da anni invade radio come “Virgin Radio”. Non vi basta? Ok allora passiamo alla canzoni senza idee o dove si tenta di cambiare genere con risultati fallimentari, ovvero tutte le tracce, e appunto per questo potremmo fare tranquillamente una top 3 delle canzoni senza idee dell’album.

Al primo posto abbiamo sicuramente “Changing of Season”, che è anche la prima traccia dell’album, e rappresenta perfettamente quello che è l’album, cioè un “nulla”. In seconda posizione troviamo quella che stento a considerare ballad, ma ahimè lo è, stiamo parlando di “I Want You to Mean It”, di cui ancora sto cercando di capire il titolo, probabilmente mi ci vorrà una laurea per capirlo. Come terza canzone abbiamo “Testify”.

Con questa recensione non voglio far passare il messaggio che non dobbiate ascoltare i Santa Cruz e schifarli, anzi, spero che vi abbia messo la curiosità di andare a sentire i lavori precedenti a questo album, anche per capire meglio quanto sia fallimentare quest’ultimo lavoro della band, e credo che ne seguiranno molti altri su questa linea. Perchè ora come ora ci ritroviamo un album dove l’unico pezzo decente è una cover di Cyndi Lauper, “Time After Time”.

TRACKLIST:

  1. Changing of Season
  2. Bang Bang (My Worst Enemy)
  3. Into the War
  4. I Want You to Mean It
  5. True Believer
  6. Tell Me Why
  7. Testify
  8. Smoke Signals
  9. It Was You
  10. Salvation
  11. Time After Time (Cyndi Lauper Cover)
Santa Cruz
Marco Mancinelli
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