Senza fine è il suo nuovo album di Guido Maria Grillo, un incontro tra canzone d’autore e world music. Il disco è pubblicato da Visage Music e segna il ritorno del musicista campano a due anni dal suo ultimo ep.
Se c’è una caratteristica che più di tutte può riassumere l’universo musicale di Guido Maria Grillo è proprio il suo saper essere multiforme. Ascolti la sua voce e subito la mente va a mostri sacri come Jeff Buckley, ma la sua musica non si ferma a ripercorrere le orme dei cantautori più tormentati della musica internazionale. La sua capacità compositiva riesce, infatti, a fare una sintesi di molti input e territori apparentemente distanti tra loro.
È il caso del suo ultimo disco, Senza Fine, un album capace di riportare la tradizione della canzone napoletana in un posto molto diverso da quello dove ci si aspetterebbe di trovarla. La voce di Grillo si muove all’interno dei dieci brani a tratti tormentata e a tratti serena ma sempre profonda e intensa. L’intensità probabilmente è la vera cifra distintiva di questo disco che si avvale della collaborazione di musicisti come Corrado Ciervo agli archi oltre a Elena Poggiolini alle voci in Un giorno disse addio e Raoul Moretti e Gabriele Albanese, rispettivamente all’arpa elettrica e alla ciaramella in Lettera al figlio.
La vera sorpresa però, ascoltando l’album di Grillo, è trovare nei crediti anche Cristiano Godano. Il frontman dei Marlene Kuntz infatti affianca Guido Maria nel brano Veleno che è stato il singolo di lancio dell’album. Quando dicevamo che questo disco porta la canzone tradizionale in territori lontani dalla sua comfort zone pensavamo proprio a un brano come veleno in cui anche Godano si cimenta in una canzone che sembra apparentemente lontanissima dalla sua musica e che invece a ben guardare ha molti più punti di contatto di quanto si immagini. È questo il frutto di una ricerca musicale che non si limita alla superficie delle cose.
Il disco richiama alla mente artisti come Gnut o Raiz, capaci a loro modo di abitare gli stessi territori musicali che Grillo riporta in auge con questo album. Un disco di dieci brani dalla grande musicalità, tra cui due rivisitazioni emozionanti e personalissime di classici napoletani come “Voce ‘e notte” e “Catarì (Marzo)”. Un’opera carica di emotività, capace di evocare la grande musica del passato pur restando saldamente ancorata alla contemporaneità, grazie alla cura del suono e degli arrangiamenti, che esaltano la straordinaria espressività della voce, e all’integrazione di soluzioni elettroniche.
Senza fine è un disco che richiede l’attenzione dell’ascoltatore, attenzione ampiamente ripagata. La musica, sempre più spesso, sembra relegarsi a sottofondo mentre un album come Senza Fine induce a ripensare questo ruolo. Un approccio alla composizione che spinge a scendere alla profondità delle cose, attraversando luoghi e stratificazioni capaci di cambiare un punto di vista e di ascolto precostituito.
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