Il nuovo album di MAN MAN è in uscita l’1 maggio su Sub Pop Records/Audioglobe!
Honus Honus (alias Ryan Kattner) ha dedicato la sua carriera ad esplorare l’incertezza tra gli estremi della vita: bellezza e bruttezza, ordine e caos. Le canzoni di Dream Hunting in the Valley of the In-Between, il primo album di Man Man in oltre sei anni e suo debutto Sub Pop, sono tanto intime e senza tempo quanto audacemente inventive e audaci.
L’album di 17 tracce, con brani come “Cloud Nein“, “Future Peg”, “On the Mend”, “Sheela” e “Animal Attraction”, è stato prodotto da Cyrus Ghahremani, mixato da S. Husky Höskulds (Norah Jones, Tom Waits, Mike Patton, Solomon Burke, Bettye LaVette, Allen Toussaint), e masterizzato da Dave Cooley (Blood Orange, M83, DIIV, Paramore, Snail Mail, clipping). Ci sono anche le voci ospiti sull’album di Dre Babinski degli Steady Holiday su “Future Peg” e “If Only”, e di Rebecca Black (cantante della hit pop virale “Friday”) su “On The Mend” e “Lonely Beuys”.
Alla fine del 2015, Man Man, ha preso una pausa inaspettata e imprevista, iniziando così un periodo di reinvenzione creativa. Honus ha lavorato nella supervisione musicale e nelle colonne sonore (The Exorcist, Superdeluxe, Do You Want to See a Dead Body?). Ha recitato nel film indipendente “Woe”, in “So It Goes” un cortometraggio musicale con Mary Elizabeth Winstead, e nel premiato documentario del tour Use Your Delusion. Ha anche sviluppato una serie animata, ha scritto sceneggiature per film, una graphic novel, un testo pilota televisivo neo-noir, ha scritto brevemente per la rubrica musicale di The Talkhouse, il tutto continuando a lavorare su nuova musica, come un disco per bambini inedito, un altro album di Mister Heavenly, un disco come Honus Honus, e un progetto concettuale di arte/rumore Mega Naturals.
Nel bel mezzo di questo periodo di pausa di Man Man, Honus ha iniziato a mettere insieme ciò che sarebbe diventato Dream Hunting nella Valley of the In-Between. Reclutato il collaboratore creativo di lunga data Ghahremani per la produzione, ha iniziato a scrivere l’album nella “guesthouse” di un amico a Los Angeles (più una baracca che un posto chic) che aveva “un vecchio pianoforte verticale, una lampada da negozio dell’usato, e nient’altro”. Un processo arduo durato tre anni e mezzo.
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