Arrivato nelle sale italiane nel 2013, Il Lato Positivo è una commedia romantica agrodolce di David O. Russell con Bradley Cooper e Jennifer Lawrence. Nel film, rapporti familiari, ossessione sentimentale e malattia mentale convivono generosamente, eludendo ogni prevedibilità di svolta.
Il Lato Positivo è tratto dal romanzo Silver Lining Playbook di Matthew Quick. Ha conquistato ben otto candidature ai premi Oscar del 2013, portandosi a casa quello della miglior attrice protagonista vinto da Jennifer Lawrence, prima statuetta per lei. Con questo film la Lawrence è stata definitivamente consacrata al grande pubblico. La sua interpretazione è stata pressoché perfetta: forte, potente, indomita, degna delle più grandi attrici di Hollywood. Proprio lei che all’epoca era considerata un talento emergente per la maggior parte del pubblico mainstream.
La storia ci porta nella vita di Pat Solatano (Bradley Cooper), affetto da un disturbo bipolare, appena dimesso da un ospedale psichiatrico e con un ordine restrittivo che lo costringe a stare lontano da sua moglie. Era stato condannato dal tribunale per aver picchiato l’amante della moglie e costruito false accuse su di lui. Nonostante gli eventi sembrano remargli contro, Pat è fiducioso e ottimista, determinato a ricostruire la sua vita e riconquistare Nikki grazie al motto “Excelsior”.
E’ talmente convinto delle sue azioni e del suo nuovo modo di vendere le cose tanto da rassicurare i genitori, preoccupati per lui. Pat Sr. (Robert De Niro) è un allibratore e somiglia molto al figlio: è un fanatico e superstizioso fan dei Philadelphia Eagles, bandito dallo stadio e da ogni partita di football. Dolores (Jacki Weaver), invece, è una donna sana e premurosa, intenta ad affrontare i comportamenti compulsivi del marito e del figlio.
Partner in crime di Pat diventa sorprendentemente Tiffany (Jennifer Lawrence), una giovane ed affascinante vedova del quartiere. Apparentemente dolce e comprensiva, la ragazza possiede anche lei dei disturbi, infatti ha alle spalle uno storia di dipendenza da sesso e psicofarmaci. La gente la chiama “troia”, e a lei va bene. Se da una parte è arrabbiata con Pat perché continua ad essere ossessionato dalla sua ex moglie, nonché sua amica, dall’altra promette di intercedere con la donna in cambio che l’uomo le faccia da partner per una gara di danza.
E’ proprio Tiffany a stravolgere completamente il mondo ordinario di Pat. La ragazza si rivela una variabile fondamentale nella vita di Pat, che lo costringe a rivedere il suo concetto di “lato positivo”, consegnandogli le chiavi di una nuova felicità e di un nuovo amore.
Il Lato Positivo conferma le doti registische di David O. Russell, uno dei pochi cineasti hollywoodiani che ha conservato l’autonomia del mestiere, personalizzando le sue opere e rendendole indipendenti. Abili ed impeccabili le sue inquadrature, girate interamente in “shaky-cam”, ovvero con camera a mano, discostandosi – quasi – totalmente dalla retorica sentimentale di questo genere di film, regalando un nuovo taglio stilistico: divertende e profondo allo stesso tempo.
I primi piani realistici e attenti ci rendono partecipi dei sentimenti e delle emozioni, ci fanno immergere nei problemi e nei pensieri, lasciandoci empatizzare con i protagonisti. Ad aiutare il lavoro di O. Russell è una sceneggiatura serrata, priva di ogni censura comunicativa. Il tratto nervoso e tensivo dei personaggi, conditi da frequenti sfoghi nervosi, permettono di sviscerare accuratamente le ambiguità insite in ogni personalità, sviluppandosi con la trama e il succedersi degli eventi.
Il Lato Positivo è una pregevole e caratteristica commedia romantica in salsa indi, totalmente lontana dai soliti cliché della rom-com americana.
Viaggia con regole diverse, tutte sue, lontane da quelle dettate dal genere. Ma non le snatura completamente: le adatta, le riscrive, le rende malleabili ad una storia dove i protagonisti hanno un disturbo mentale.
Ed è proprio questo suo discostarsi dai cliché preconfezionati da commedia romantica che rende Il Lato Positivo imprevedibile, facendo riflettere lo spettatore e lanciando un messaggio importantissimo: dare fiducia agli affetti e alle relazioni autentiche.
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