E poi svegliarsi presto è il disco d’esordio di Nervi. Il disco del cantautore fiorentino è pubblicato per Pioggiarossa dischi, una lettera aperta, un album sospeso tra nostalgia, frustrazione e ricerca del proprio posto in un mondo complesso e contraddittorio.
L’album di Nervi è un’opera che scuote, tagliente e incisiva, pervasa da una malinconia profonda e ineludibile. È il riflesso del distacco doloroso dall’ingenuità e dalle abitudini rassicuranti, un passaggio obbligato verso la realtà, aspra e disarmante. Ad un primo ascolto rimanda al cantautorato che ha acceso la fase gloriosa dell’indie della metà degli anni 10. Penso a nomi come Massaroni Pianoforti o lo stesso Gazzelle, passando per il sound dei Canova.
In questo album vengono condensati i singoli che hanno aperto la strada ad un lavoro più strutturato. Il 2024, infatti, segna per Elia Rinaldi un nuovo inizio punteggiato dalla pubblicazioni di brani come “La Noia Mortale”, “Non Ho Sete”, “Bevi troppo” e “Quanto È Difficile Amarsi In Una Grande Città” custoditi entrambi nel disco uscito a Novembre del 2024.
Il grande pubblico aveva avuto modo di conoscere Nervi a partire dal 2020 quando vince il Primo Maggio Next, Musica da Bere e il Premio Buscaglione. Nel 2022 partecipa a X Factor, nel team di Ambra Angiolini e nel 2023 è finalista a Musicultura. Questo percorso ha fatto si che la personalità artistica di Elia crescesse fino alla chiusura di un album che conta undici brani di cui è lo stesso autore a raccontarci la genesi:
“In questo disco c’è il rapporto di una generazione con le città, la droga, il divertimento, la libertà, l’amore e il senso di colpa e il fallimento. Come fosse un piccolo ritratto di quell’età in cui già non si può più essere tutto, ma non si è ancora niente di definito. Ci dimentichiamo in fretta cosa lasciamo da parte, lontano da noi, perché vogliamo sempre tutto, e il tutto ci accieca. Voglio cantare alle piccole cose ciò che lasciamo da parte, ciò che ci passa inosservato, ciò di cui sentiamo di non avere bisogno. L’insignificante, il minuzioso, l’invisibile.”
L’album di Nervi riesce a condensare l’ironia e la tensione, prova a cantare di quel tempo che ci sfugge tra le mani mentre facciamo progetti a volte troppo grandi. Una fotografia della vita che cambia negli anni in cui oscilliamo tra la realizzazione di noi stessi e la delusione degli obiettivi mancati. Come sbattere con il muso contro un muro, ma giusto un attimo prima quando ancora la caduta rende l’impatto lontano possiamo ascoltare questo album e magari affondare in una noia mortale.
E poi svegliarsi presto potrebbe essere definito un piccolo ritratto generazionale, un disco che si sofferma sulle sfumature invisibili della vita, sulle contraddizioni e le sensazioni che spesso ignoriamo. Nervi osserva e traduce in musica il rapporto complesso della sua età con l’amore, il fallimento, il successo e l’auto-distruzione, elementi filtrati attraverso la personalissima lente dell’esperienza urbana. Una storia personale può diventare universale, perché accomunata al resto dell’umanità dal caleidoscopio di emozioni profondamente terrene che avvicina persone all’apparenza lontanissime, lo stesso effetto che fa la musica.
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