Andrea Nardinocchi, La stessa emozione – Recensione

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La stessa emozione è il terzo album di Andrea Nardinocchi e ne segna il ritorno dopo alcuni anni di poche luci e molte ombre.

Questo lavoro arriva a cinque anni da Supereroe, il suo album precedente. Per mille motivi questo album che segna il ritorno del cantautore bolognese è una sorta di rinascita. Nel 2012 infatti Andrea si era imposto alle cronache musicali per la sua miscela, allora ancora poco diffusa, di soul, pop ed elettronica. Lo chiamavano il cantautore con al loop station, figura poi definitivamente sdoganata da Cosmo ed altri artisti.

Sull’onda del suo successo con il singolo Un posto per me era approdato ad una major ed alla partecipazione, disastrosa, a Sanremo. Era passato infatti dall’Ariston senza lasciare particolari tracce nella memoria del pubblico e della classifica. Un’esperienza che è stata dura da digerire come racconta nella canzone contenuta nel suo ultimo disco “Sanremo amore scusa“.

Il percorso personale e musicale di Nardinocchi però è arrivato ad una maturazione completa, sia nei testi che nel sound, basta ascoltare brani come Questa vita o Quando ti ho vista. Due facce della stessa medaglia elettronica. Due ritmi diversi tra loro, uno più scuro l’altro più aperto che dimostrano l’abilità compositiva del cantautore bolognese.

Andrea Nardinocchi, La stessa emozione - Recensione 1
Andrea Nardinocchi

Questo disco attraversa tutta la gamma delle emozioni che si provano quando si sale in alto e si cade per poi rialzarsi. C’è l’amore, la delusione, la voglia di rivincita, è lo stesso Andrea ad esplicitarlo:

Questo disco racchiude questi ultimi 3 anni nei miei trip. Spero possa colmare questo gap di comunicazione che ho creato nell’unico modo che conosco, per le persone che sanno della mia esistenza e ne hanno sentito la mancanza e per quelle che ancora non sanno che anche se ci sono e continuerò ad esserci, non voglio più fare la pop star.

Alcuni passaggi come quello sulla droga preferita probabilmente suoneranno un po’ scontati, ed il disco non è esente da questo tipo di passaggi a vuoto ma ha anche ottimi spunti cantautoriali e da classifica. La produzione accurata lo rende un album godibile che può riportare Nardinocchi nelle classifiche dove forse era arrivato troppo presto per poter sostenere tutta la pressione l’aspettativa che gira intorno ad un mondo del genere.

Raffaele Calvanese
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