Nonostante siano passati solo 6 anni, sembra ieri che uno dei più versatili attori di Hollywood ci ha lasciato. Nell’anniversario della scomparsa di Robin Williams, noi di Shockwave Magazine vogliamo rendergli omaggio ricordandolo attraverso alcuni dei ruoli che ci hanno rubato il cuore.
Robin Williams ci ha fatto ridere, piangere, riflettere, con quel suo viso pulito e il suo sorriso. Impossibile non ricordarlo nei panni di Peter Pan in Hook – Capitan Uncino o di Mrs Doubtfire nel film omonimo o ancora di Alan Parrish in Jumanji.
Ripercorriamo i passi di Robin Williams con alcuni dei suoi film più celebri.
L’attimo fuggente, 1989
L’Italia è l’unico paese ad aver cambiato completamente il titolo del film, che in lingua originale è Dead Poets Society, tradotto poi con il suo corrispondente in tutte le lingue.
“Carpe diem, cogliete l’attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita.”
Robin Williams interpreta John Keating, professore di letteratura. Il suo metodo d’insegnamento è anticonvenzionale ed originale, il cui scopo è quello di spingere gli studenti a seguire il proprio istinto e a distinguersi dalla massa. Il suo entusiasmo nei confronti dei ragazzi e della materia coinvolge i suoi allievi ed in particolare Neil Perry che ha un rapporto difficile con il padre con cui non riesce ad avere un confronto alla pari.
Neil confessa di voler recitare al suo compagno di stanza e poi affronta il discorso con il padre che gli impedisce di coltivare la sua passione. Ciononostante Neil mente al professore e partecipa allo spettacolo dove riceve il plauso del pubblico per le sue doti recitative. L’unico a non apprezzare il suo talento sembra essere suo padre che lo obbliga a seguire i suoi ordini e a frequentare l’accademia militare per poi diventare medico. Il ragazzo però per evitare di vivere infelice si suicida e il professore viene accusato di averlo istigato a rivoltarsi contro il padre. I suoi stessi studenti vengono poi costretti a dichiarare il falso.
Nel finale del film, quando il prof ritorna per raccogliere le sue cose, i suoi studenti si dimostrano riconoscenti nei suoi confronti per avergli dato lezioni di vita e per non essersi limitato ad insegnare soltanto la letteratura.
Scommetto che ognuno di voi avrebbe voluto avere un professore così almeno una volta nella vita, e che pochi hanno avuto questo privilegio.
Will Hunting – Genio ribelle, 1997
Un film a dir poco straordinario, commovente, con dialoghi serrati ed incredibilmente emotivi. Per di più Matt Damon e Ben Affleck vinsero il Golden Globe per la migliore sceneggiatura originale al loro esordio mentre Robin Williams si guadagnò la statuetta dorata per il Miglior attore non protagonista.
Matt Damon interpreta Will, un ventenne genio della matematica che lavora nelle pulizie e ha piccoli precedenti penali. Grazie all’aiuto di un terapista e di una ragazza, riuscirà a fare i conti con il proprio passato e a sfruttare il proprio talento.
Il rapporto con il professore è molto particolare: Stellan Skarsgård è un genio della matematica che scopre di aver trovato un talento quando Will riesce a risolvere un enigma sulla lavagna del corridoio del MIT. D’ora in poi il suo obiettivo sarà convincere Will a continuare gli studi e ad investire tempo nel suo talento.
“Spesso vorrei non averti mai conosciuto, perché potrei dormire la notte. E non dovrei vivere con la consapevolezza che c’è qualcuno come te in giro… e non dovrei vederti gettare tutto al vento.”
Più che altro però lo farà per soddisfazione personale e non perché questo sia la volontà di Will.
Robin Williams invece interpreta lo psicologo che sarà determinante nel percorso di crescita interiore di Will. Per di più l’attore si è dimostrato estremamente versatile nel riuscire ad affrontare scene di profonda drammaticità e poi riuscire ad essere comico. Nel film, tra i due, c’è un rapporto conflittuale: all’inizio infatti le cose non saranno per niente facili. Will è troppo sicuro di sé e della sua capacità di sfuggire alle emozioni e alle conseguenze, mentre Sean si rende conto di quanto sia immaturo nonostante il suo potenziale.
Vi lasciamo di seguito un dialogo tratto dal film. Pura poesia.
“Sean: Pensavo a quello che mi hai detto l’altro giorno, riguardo il mio dipinto.
Will: Ah.
Sean: Sono stato sveglio tutta la notte a pensarci. Poi ho capito una cosa, e sono caduto in un sonno profondo, tranquillo, e da allora non ho più pensato a te. Sai che cosa ho capito?
Will: No.
Sean: Sei solo un ragazzo. Tu non hai la minima idea delle cose di cui parli.
Will: Grazie tante.
Sean: Non c’è di che. Non sei mai stato fuori Boston?
Will: Nossignore.
Sean: Se ti chiedessi sull’arte probabilmente mi citeresti tutti i libri di arte mai scritti… Michelangelo. Sai tante cose su di lui: le sue opere, le aspirazioni politiche, lui e il Papa, le sue tendenze sessuali, tutto quanto vero? Ma scommetto che non sai dirmi che odore c’è nella Cappella Sistina. Non sei mai stato lì con la testa rivolta verso quel bellissimo soffitto… Mai visto.
Se ti chiedessi sulle donne, probabilmente mi faresti un compendio sulle tue preferenze, potrai perfino aver scopato qualche volta… ma non sai dirmi che cosa si prova a risvegliarsi accanto a una donna e sentirsi veramente felici. Sei uno tosto.
E se ti chiedessi sulla guerra probabilmente mi getteresti Shakespeare in faccia eh? “Ancora una volta sulla breccia, cari amici!” ma non ne hai mai sfiorata una. Non hai mai tenuto in grembo la testa del tuo migliore amico vedendolo esalare l’ultimo respiro mentre con lo sguardo chiede aiuto.
Se ti chiedessi sull’amore probabilmente mi diresti un sonetto. Ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile… non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi, sentendo che Dio ha mandato un angelo sulla terra solo per te, per salvarti dagli abissi dell’Inferno.
Non sai cosa si prova ad essere il suo angelo, avere tanto amore per lei, vicino a lei per sempre, in ogni circostanza, incluso il cancro. Non sai cosa si prova a dormire su una sedia d’ospedale per due mesi tenendole la mano, perché i dottori vedano nei tuoi occhi che il termine “orario delle visite” non si applica a te. Non sai cos’è la vera perdita, perché questa si verifica solo quando ami una cosa più di quanto ami te stesso: dubito che tu abbia mai osato amare qualcuno a tal punto.
Io ti guardo, e non vedo un uomo intelligente, sicuro di sé, vedo un bulletto che si caga sotto dalla paura. Ma sei un genio, Will, chi lo nega questo. Nessuno può comprendere ciò che hai nel profondo. Ma tu hai la pretesa di sapere tutto di me perché hai visto un mio dipinto e hai fatto a pezzi la mia vita del cazzo. Sei orfano giusto? Credi che io riesca a inquadrare quanto sia stata difficile la tua vita, cosa provi, chi sei, perché ho letto Oliver Twist? Basta questo ad incasellarti?
Personalmente, me ne strafrego di tutto questo, perché, sai una cosa, non c’è niente che possa imparare da te che non legga in qualche libro del cazzo. A meno che tu non voglia parlare di te. Di chi sei. Allora la cosa mi affascina. Ci sto. Ma tu non vuoi farlo… vero, campione? Sei terrorizzato da quello che diresti. … A te la mossa, capo.”
Una notte al museo, 2006 – 2014
Larry Daley (Ben Stiller) è un padre divorziato che non ha un lavoro stabile né fissa dimora e che tenta di recuperare i rapporti con suo figlio che vive con sua madre. Un giorno accetta a malincuore la posizione di nuovo guardiano notturno del Museo di storia naturale di New York. Un lavoro semplice, a detta degli ex custodi del museo. Larry però non sa che durante la notte il museo e quindi tutte le sue creature prendono vita. Tra di loro figura anche Theodore Roosevelt, interpretato appunto da Robin Williams. Saggio, coraggioso e comico, diventerà uno dei migliori alleati per Larry.
Abbiamo visto come Robin Williams possa essere definito un attore eclettico e geniale grazie alla sua grande versatilità. Vi lasciamo con una delle sue frasi che preferisco:
“Ti viene data solo una piccola scintilla di follia. Non devi perderla.”
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