Abbiamo incontrato Azulⴰⵣⵓⵍ , la nuova formazione partenopea nata dall’incontro di Marilena Vitale (Fede’n’ Marlen) con Dari Di Pietro ed altri importanti nomi della musica partenopea. La band si ispira a sonorità che spaziano dal Sud America al Maghreb fondendo Jazz, Flamendo ed anche musica latina. Ci siamo fatti raccontare come nasce il loro progetto musicale.
Come nasce l’idea di fondare Azulⴰⵣⵓⵍ?
Azulⴰⵣⵓⵍ è nato per curare un momento difficile. Alcune persone vanno dall’analista, altre cercano persone con cui vivere un’esperienza di rinascita, come partorire nuove canzoni e far nascere una nuova entità musicale.
I componenti della band provengono da esperienza musicali diverse, accomunate da un grande comune denominatore, Napoli. Come avete scelto i vari componenti?
Io (Marilena) e Dario suonavamo già insieme in un piccolo progetto che portava la musica d’autore in spagnolo in giro, insieme a delle mie composizioni originali sempre in lingua ispanica.
Enrico e Riccardo, tromba e batteria erano conoscenze eccellenti della musica napoletana live e l’incontro ha di fatto sprigionato una energia incredibile.
Quanto del background musicale dei diversi componenti della band è confluito nei brani dell’ep?
Praticamente tutti hanno portato le diversissime influenze, dal jazz che Enrico studia, al flamenco e il rock che Dario ama, alla musica etnica che Riccardo suona, fino alla tradizione folk e la melodia napoletana che io porto con me.Quanto si somigliano Napoli e il sud America che sembra trasudare da ogni brano del disco?
In realtà sono i “sur” (sud) che si rassomigliano. Il viversi la strada, l’incontro, il dialogo, l’apertura.
Questo fa si che dei luoghi lontani sembrino vicini. Napoli potrebbe essere una città del sud America perché anche essa è stata una città colonizzata, come tutte le Americhe, ma come molto sud America ha conservato una vena “indigena” e ribelle molto forte.
Avevate in mente qualche paesaggio o personaggio in particolare quando avete composto i brani?
Credo di scrivere sempre pensando ad una storia o ad un luogo. Anche se non li sto descrivendo, ogni canzone è come cullata da un paesaggio. In “Contestas” è molto vivo un quartiere popolare di Napoli “o buvero”, in “Anda Levanta” c’è la storia di concerto in un castello, “Atomica” è ambientata in Giappone ma è stata composta pensando a delle sonorità cilene…
Qual è lo stato della musica indipendente attorno a voi e più in generale nel nostro paese a vostro parere?
Attorno a noi c’è il caos!
Ho risposto molte volte a questa domanda con delle opinioni vaghe, perché ciò che definisce la “musica indipendente” stessa è molto vago. Oltre al fatto che ci sono molti livelli di “indipendente”. In ogni caso a noi questa parola piace. Io mi sono ritrovata a rifiutare di entrare a far parte del “mondo di sopra” dove si perde l’indipendenza. E per ora va bene così.
Avete qualche artista a cui vi ispirate per il percorso di Azulⴰⵣⵓⵍ?
Per quanto riguarda la scrittura dei brani posso dire che amo cantautori come Jorge Drexler
a cui dire di ispirarsi è davvero tanto perché lui è uno compositore e autore immenso.
Però credo sia stato per anni il mio faro nella musica ispanica.
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