“Perché è così che poi si tiene la gente nel cuore, chi ci ha dato qualcosa sta disteso comodo nel ventricolo destro, chi ci ha tolto è incistato nell’arteria polmonare, a pungere quando si respira”
Qualcosa di naturale è l’esordio nella forma romanzo del suo autore
Qualcosa di Naturale è l’esordio nella forma romanzo di Alex Fornari, esce per la collana Orso Bruno di Wojtek Edizioni.
Il connubio tra la penna di Fornari e la bravura di Wojtek nello scovare voci nuove e poco allineate alla narrativa mainstream non poteva essere più azzeccato. Basta citare due titoli, come Annette di Marco Malvestio e Timidi messaggi per ragazze cifrate di Ferruccio Mazzanti, per capire cosa ci si può aspettare dalla casa editrice napoletana.
Fornari approda alla forma romanzo dopo una fortunata produzione di racconti fantascientifici, il libro segue le vicende di Samuele, la voce narrante. Lo vediamo bambino conoscere la vita, le poche gioie ed i tanti dolori. Lo seguiamo mentre si muove nel mondo tra anime perse come lui. Qualcosa di naturale si compone di una narrativa insolita, che ha il ritmo di una canzone. Ogni capoverso sembra essere la strofa di una grande opera rock decadente.
Macerie: disastri o diamanti grezzi da trasformare con la forza delle passioni?
Il protagonista di Qualcosa di Naturale fa tesoro delle macerie in cui si muove trattandole come diamanti grezzi, attorno a lui si forma una piccola comunità di amici, poi una band e quindi le canzoni.
La musica è grande protagonista del romanzo e non poteva essere altrimenti provenendo l’autore da un background musicale.
“l’amore in me è una casa nella quale non si finisce mai di trovare stanze. Si espande, senza mai modificare l’esterno”
Gli Haz Mat, “materiali pericolosi”, sono la band di Samuele ed anche la sua seconda famiglia insieme ad altri personaggi della sua cerchia come Dante, figura liquida dalla sessualità libera, con lui Samuele esplora tutti i lati della sua sessualità e della sua anima.
Fornari in questo libro racconta l’epopea personale di un ragazzo cresciuto con gambe d’argilla, una persona smarrita nella violenza di una vita che non risparmia colpi. In assenza di appigli e punti cardinali si rischia di perdere la strada, anche se smarrirsi significa inseguire lo stereotipo del posto fisso, della famiglia tradizionale e del binario definitivo che per molti equivale alla salvezza.
Nel mondo rovesciato di Qualcosa di naturale però questa sicurezza diviene rabbia, frustrazione e dolore. Piano piano tornano a galla tutte le ferite e le cicatrici tornano a bruciare, così Samuele comincia un percorso a ritroso verso le sue origini che lo faranno spigliare di molte sovrastrutture sociali che la vita ci spinge a buttarci addosso, il passo diviene più leggero e il protagonista comincia a chiudere cerchi lasciati aperti o spezzati.
“Non è vero che si può diventare qualsiasi cosa. C’è quello che dovresti fare, una sola cosa, e quello che ti puoi adattare a fare perché non hai avuto il coraggio di diventare quello che saresti dovuto diventare. Quando non ce la fai, quando finisci in una vita che non è la tua, di quella vita ti fanno paura anche i suoni”
La scrittura di Fornari è ritmica e cadenzata, ricca di poesia ma al contempo spietata, la lettura di questo libro richiede l’impegno di guardarsi allo specchio e provare a fare i conti con tutto quello che lasciamo in sospeso dietro le nostre spalle.
Prima o poi la polvere che mettiamo sotto al tappeto sarà rialzata dal vento, meglio affrontarla, meglio prendere di petto i nostri fantasmi per provare a convivere con la parte più tumultuosa di noi stessi. Leggendo a fondo Qualcosa di Naturale appare chiaro che questo è il messaggio che sembrano lasciare le trecento pagine di questo libro.
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