Recensione del concerto: un’esperienza spirituale ed emozionante all’Auditorium Parco della Musica di Roma
James Blake ha portato il suo tour “Playing Robots Into Heaven” a Roma, con una straordinaria performance all’Auditorium Parco della Musica domenica 9 luglio. Non solo ha presentato il suo nuovo album magistralmente creato, ma ha anche offerto un’esperienza introspettiva e spirituale, immergendo il pubblico in un viaggio unico.
Prima del concerto, i fan discutevano tra loro delle nuove canzoni, esprimendo opinioni sul nuovo album e domandandosi come i suoni elettronici si sarebbero armonizzati con i brani del passato di Blake. La fiducia collettiva nei confronti di Blake ha fatto sì che il pubblico fosse entusiasta e aperto a qualsiasi cosa il concerto avrebbe offerto.
Quando le luci si sono abbassate e i primi suoni ambientali del brano “Choose Me / Coming Back” hanno riempito l’aria, Blake è apparso sul palco come un angelo che esce dalla nebbia. Con Blake al sintetizzatore e il suo batterista al fianco, abbiamo ascoltato per la prima volta la sua voce ripetere le parole di “Big Hammer”, una traccia del nuovo album che richiama le sonorità malinconiche dei suoi lavori precedenti come “My Willing Heart”.
Blake ha dimostrato con orgoglio che ogni suono proveniente dal palco era interamente dal vivo, senza l’ausilio di laptop o automazioni, sottolineando quanto fosse importante per lui l’autenticità della performance dal vivo, un aspetto che spesso risulta più difficile da mantenere nella musica elettronica.
Il concerto è proseguito con “Loading”, un brano dal ritmo lento e ipnotico che ha permesso al pubblico di immergersi completamente nella musica, accompagnata da una luce soffusa e pochi fasci di luce che illuminavano delicatamente il palco. Blake ha poi continuato con alcuni dei suoi pezzi più celebri come “Mile High”, “The Limit to Your Love” e “Life Round Here”, alternando momenti di intensa introspezione a ritmi più vibranti.
L’energia del pubblico ha raggiunto un nuovo picco con “Say What You Will”, una traccia dal nuovo album che mescola elementi dancehall e dubstep, incitando tutti a ballare. Ogni serata del tour ha avuto una propria energia unica e come quella di Roma fosse particolarmente intensa.
Con brani come “Fall Back” e “Tell Me”, Blake ha mostrato la sua maestria nel creare un’armonia perfetta tra suoni elettronici e vocali, mantenendo una connessione emotiva profonda con il pubblico. La serata ha raggiunto un momento di pura intimità con “Voyeur”, una performance che ha toccato le corde emotive più profonde di tutti i presenti.
Verso la fine del concerto, Blake ha eseguito “Godspeed” e “Retrograde”, trasformando il palco in una vera e propria rave con le luci verdi che danzavano al ritmo della musica. La serata si è conclusa con “Retrograde”, un brano che ha lasciato il pubblico in uno stato di estasi emotiva.
In definitiva, il concerto di James Blake a Roma è stato un viaggio musicale e spirituale, un’esperienza unica che ha lasciato il pubblico profondamente colpito e riconoscente per il dono artistico che Blake ha condiviso con loro.
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