Dopo due anni di assenza i Five Finger Death Punch tornato sulla scena con il loro nuovo album AfterLife. Una carriera, quella della band americana, che ha preso la strada delle controversie e che, pian piano, ha fatto cadere nell’anonimato la band.
Per un lungo periodo, nei miei ascolti musicali giornalieri, sono sempre stati presenti i Five Finger Death Punch, un gruppo, che con un sound che riusciva ad amalgamare per bene l’heavy metal più moderno ed il Nu-Metal, fece molto colpo su di me. Non solo però il lato sonoro, si fecero adorare anche per il loro impegno sociale nei testi, con branisempre molto forti – per non parlare degli altri testi, che puntavano più sul lato“fomento”, e che spesso erano dedicati ai soldati americani in missione nei vari teatri di guerra.
Negli anni però il loro successo è calato, sia per album non proprio all’altezza di quello che avevano dimostrato, sia per certi ideali che hanno deciso di esternare. Un motivo su tutti fu proprio un brano presente in F8 (album uscito nel 2020), dal titolo “Living the Dream”, che nella versione in studio sembrava innocua, ma quando uscì il video musicale fece abbastanza scalpore. Infatti nel video, fin dall’inizio, si capisce quanto la band avesse strizzato l’occhio alle varie teoria sulla non esistenza sul Covid ed agli ideali della destra americana.
Ora, dopo due anni, i Five Finger Death Punch, sono chiamati al riscatto discografico e non, un compito non facile dunque per il loro nuovo album AfterLife
Prima di iniziare c’è da dire che nel 2020 i Five Finger Death Punch ebbero, un altro, grosso, cambio di formazione. Infatti il chitarrista Jason Hook, che era ormai una delle menti delle tante hit della band, lasciò il gruppo e al suo posto entrò un altro volto noto della scena metal internazionale per quanto riguarda i chitarristi, ovvero Andy James. La prima traccia di AfterLife è “Welcome To The Circus”, un pezzo che stupisce, che fin dall’inizio ci porta indietro nel tempo, ai vecchi 5FDP, strofe “heavy” e ritornelli melodici. La title-track, “AfterLife”, è una traccia di cui non credo che sarà ricordata, povera di contenuti in tutti i settori, dai riff al testo.
In AfterLife troviamo anche “Times Like This”, che da un tocco pop all’album, un sound a cui i Five Finger Death Punch non sono nuovi e che quasi sempre li lascia nel buio. Infatti la traccia non è delle migliori, forse troppo da radio a differenza di tanti altri loro pezzi. Importante è il singolo “Roll Dem Bones”, non tanto per la canzone in se, ma per il fatto che in essa possiamo sentire le doti, a cui personalmente non sono nuovo, del nuovo chitarrista Andy James.
Come da tradizione negli ultimi album dei Five Finger Death punch troviamo tanti nuovi sound ma sempre circondati dal vecchio stile della band e dalle ballad pop
Una grossa novità per quanto riguarda il “sound” dei Five Finger Death Punch la troviamo con “Judgment Day”, che si presenta con una base che si ripete ed un testo che si ispira molto, per quanto riguarda la linea vocale, alla “nuova trap” americana. La vera e propria ballad in AfterLife arriva con “All I Know” in perfetto stile 5FDP, tra una strofa completamente acustica e non di facile svolgimento a livello chitarristico ed un ritornello molto power di pochi accordi ma efficace.
I Five Finger Death Punch, per la seconda volta di fila, sbagliano. Infatti “AfterLife” è un album povero di contenuto, con testi che sono, nel concetto, uguali a quelli del suo predecessore uscito nel 2020, e contenuti sempre uguali. Un lavoro in cui neanche le “novità” si salvano. Mi sono ritrovato tra le mani un disco che, almeno per me, non dovrebbe avere mercato vista la sua bassa qualità. In parte dispiace, perchè potrebbe essere la pietra tombale sulla carriera di una band che comunque, in certi casi, ha sempre dimostrato di saperci fare.
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