Bon Jovi: 2020 [Recensione]

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Ascoltare Bon Jovi in questo secolo fa malissimo, soprattutto se si pensa a chi è stato. Come se non bastasse il “rocker” statunitense è solo l’ennesimo caso di un artista che non va più avanti per dei meriti ma semplicemente per il tipo di carriera che ha avuto, carriera che ad oggi è una parodia di quella che è stata.

Nel mondo della musica, in questo caso del Rock, esiste una lista, non scritta, in cui ci sono tutti gli artisti che col passare degli anni sono diventati la parodia di loro stessi, ed in questa lista, purtroppo, è presente anche Bon Jovi. Per arrivarci è stata fatta tanta strada, e come per tutti gli altri, ci si è impegnato molto, ma soprattutto, sembrava che anche lui potesse farcela a rimanere serio. Infondo, quando ci fu la svolta pop del rocker americano sembrava che tutto potesse filare liscio, sembrava che, con le varie “It’My Life”, “Have a Nice Day” e “Because We Can” si potesse salvare, con tutto che nei live si cominciasse a sentire la “vecchiaia”.

Ma questo “salvataggio” non è arrivato, e ci ritroviamo con un Bon Jovi ed il suo 2020, che fa acqua da tutte le parti, dalle canzoni al “significato” che ha questo album. Ma la cosa che mi ha fatto più “arrabbiare” di questo album, oltre alla poca qualità, è il fatto che un’artista “internazionale” come Bon Jovi, abbia fatto uscire un album per così dire “nazionale”, molto attaccato alla sua America, come se, in questo caso, avesse voluto indirizzarlo solo alla sua patria.

Bon Jovi

Sarà molto difficile parlare di questo 2020 di Bon Jovi, e ad essere sincero non si può dire molto, sia per la poca qualità ed il poco contenuto, sia per come il rocker ha presentato questo album.

Cercherò, in qualche modo, di tirare fuori qualcosa dalle tracce presenti in 2020 di Bon Jovi, perchè c’è veramente poco di cui parlare, e ci sarebbe da parlare più di come si sia arrivati ad un album che, ad ora, è il fallimento della carriera del rocker americano. La cosa migliore da fare in questo caso è nominare le tracce da cui sono riuscito a tirare fuori del potenziale, nel loro piccolo. La prima di queste è “Beautiful Drug”, una traccia che ci riporta agli inizi della carriera pop del cantautore americano, che trova la sua forza nel solo, che per fortuna rimangono, appunto, ancora dei punti di forza.

Nella carriera di Bon Jovi le ballad sono sempre state molto presenti, e soprattutto molto apprezzate, ed anche in questo 2020 è presente una ballad, non molto lontana da quelle a cui il rocker americano ci ha sempre abituato, o quasi. Si tratta della quinta traccia, dal titolo “Story of Love”, un singolo prevalentemente acustico, che si chiude con un solo povero di contenuto, come se fosse stato messo lì a forza. Ultima canzone a salvarsi è “Brothers in Arms”, l’unica canzone che riesce a smuovere l’album, ed anche molto elegantemente.

Come potete vedere, questo 2020, non ha molto da dire, almeno a livello musicale. Quello che ci dice questo nuovo album di Bon Jovi è che probabilmente per lui è giunta la fine di una carriera, che doveva finire qualche anno fa.

Insomma, cosa volete che vi dica? Bon Jovi si dimostra per essere un’artista a carriera finita da tempo, molto tempo. Ma come avrete potuto intuire non sono “sconvolto”, di certo quando mi son messo a sentire questo 2020 non mi sono detto “come è potuto accadere che Bon Jovi si sia ridotto così?”. Infondo, se non si sono sentiti i suoi ultimi lavori prima di questo ultimo album, basta andare su youtube ed aprire un video di qualche live recente, o comunque degli ultimi anni, per rendersi conto di quanto il rocker sia finito per diventare la parodia di se stesso. Tutto questo rattrista se si pensa che il rocker americano era uno dei pochi della sua generazione che avesse mantenuto una dignità anche dopo la fine degli anni ’80.

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2 commenti su “Bon Jovi: 2020 [Recensione]”

  1. I Bon Jovi sono un gruppo, non un solista (che firma gli album con nome e cognome, non a caso). Si può concordare o meno con la recensione, ma almeno verificare le informazioni base la renderebbero più credibile.

  2. a me questo album non dispiace affatto e rispecchia l’anno appena trascorso tra morti e pandemia non si puo pretendere sempre suoni rock a mille ma anche un rock piu ragionato va bene e Bon Jovi e’ sempre stato al passo con la musica del tempo attuale che per carita’ nulla a che vedere con quello degli anni 80 e 90 pero’ lui c’e’ sempre e comunque ha sempre qualcosa da dire….per quanto riguarda la voce e’ la normale parabola di una persona che ha comunque sessant’anni e si adegua al tempo infatti in questo 2020 la sua voce non strilla come prima ma comunque fa la sua figura.

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