Emmure-Hindsight [Recensione]

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A tre anni di distanza da “Look at Yourself” gli Emmure tornano sulle scene con “Hindsight”, secondo album con la nuova formazione. La copertina dell’album ci viene presentata uguale a quella di “Eternal Enemies”, con la differenza che sulla copertina sia presente il volto di una donna.

Gli Emmure mi hanno sempre incuriosito, ho sempre ascoltato qualche canzone qua e la, preso dal loro fondere molto rap al metal, aggiungendo un sound che possiamo definire come un deathcore elettronico. Dovremo tenere d’occhio anche il cantante Frankie Palmieri, che come vedremo più avanti, riesce a “gestire” egregiamente a gestire le linee vocali durante tutto l’album.

Con le prime parole della prima traccia “(F)Inally (U)Nderstanding (N)Othing” gli Emmure ci danno il benvenuto all’ascolto di “Hindsight”, una canzone senza particolari spunti, che ci porta a Trash Folder una canzone segnata dal sound molto vicino al primo Nu Metal degli anni ’90. Arriva “Pigs Ear”, che oltre ad essere la terza traccia, è stata anche la traccia uscita come singolo di presentazione della band.

Un album con delle traccia che fanno da critica verso l’industria musicale attuale, una cosa che mi sta molto a cuore e provo molto piacere ogni volta che una band si concentra su questo argomento.

L’apice della critica gli Emmure la raggiungo con “Gypsy Disco” che segue la linea narrativa della precedente Pigs Ear, ma con intenzioni più dirette. Ovviamente come succede quando si fanno delle critiche, spesso si arriva a fare i nomi, ed ecco che con “I’ve Scene God” gli Emmure decidono di fare i nomi, nomi di band note all’industria musicale del loro genere.

Arriva “Persona Non Grata” che posso definire una “canzone bipolare”. Infatti si capisce come Frankie passi da un atteggiamento menefreghista al quasi ad allontanare quell’atteggiamento di menefreghismo. In questo album di critica però troviamo anche spazio per un “piccolo” tributo ad una delle band madri del Nu Metal, i Korn. La canzone “incriminata” è “Thunder Mouth” in cui troviamo dei tributi sparsi a “Freak On a Leash” appunto dei Korn.

Arriviamo alle ultime tracce di “Hindsight”, un album in cui gli Emmure riescono, in una prima parte, a soddisfare la mia curiosità con molte tracce valide, ma nella seconda parte crollano, facendo morire l’album.

L’altra metà dell’album si apre con “Pan’s Dream”, una traccia che non presenta nulla di particolare. A dir la verità in questa seconda parte dell’album sono poche le canzoni interessanti. Sono poche quelle che riescono a tenere vivo l’album, e sono tracce come: “Bastard Ritual” e l’ultima traccia “Uncotrollable Descent”. In più la prima traccia delle due fa parte di una triade di tracce molto corte composta da: “Informal Butterflies”, “Action 52” ed appunto “Bastard Ritual”.

Sicuramente non è il miglior album, ma gli Emmure ci lasciano molte tracce valide, ma un album non può permettersi di reggersi solo su poche tracce nella prima parte dell’album.

Emmure
Marco Mancinelli
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