“Ogni disco che pubblico a nome mio è come un diario di viaggio sulla mia personale ricerca musicale e sugli ascolti e incontri musicali che faccio durante anni”
Così Marcello Giannini spiega da dove vengono fuori i suoi dischi, ed in particolare l’ultimo suo lavoro, Teresa. Un album eclettico e stratificato che porta la musica al centro dell’attenzione, in un lavoro di ricerca sonora e di cesello artistico che difficilmente si riscontra in album usciti di recente.
Chi bazzica la scena napoletana non può non ricordare che Marcello Giannini è stato uno dei fondatori di una delle jazz band più importanti degli ultimi anni in Campania e non solo, sto parlando degli Slivovitz, vero e proprio punto di riferimento per la ricerca e la sperimentazione musicale non soltanto in ambito jazz. Ma il cursus honorum di Giannini non si è fermato qui, perché successivamente ha legato il suo nome ad un’altra band in grado di rivoluzionare (ancora) la tradizione musicale napoletana ed italiana, infatti è anche il chitarrista dei Nu Guinea che di recente con il loro album Nuova Napoli hanno riportato in auge l’epoca d’oro della musica disco italiana e napoletana. Ultimo ma non meno importante il suo sodalizio con Flo alla produzione del suo ultimo album e presenza fissa in tutti i suoi live.
Teresa è il quarto lavoro solista di Marcello Giannini che in questo disco mette il suo solito sapiente mix di sperimentazioni e mestiere. A guardare le collaborazioni a questo album ci si trova in una sorta di best of della musica napoletana, Marcello Giannini infatti si è affiancato a Marco Castaldo Andrea De Fazio e Stefano Costanzo alle batterie, Michele Maione alle percussioni, Pietro Santangelo al sax, Derek di Perri all’armonica, Riccardo Villari al violino e Paolo Petrella al contrabbasso.
L’album esce per l’etichetta No Words e si compone di otto tracce che hanno come comune denominatore il partire dalla base ritmica per poi ricamare sulle batterie intrecci melodici fatti di chitarre e campionamenti. Marcello Giannini spazia con la sua musica dal blues al rock sporcandosi di elettronica fino a confondersi con alcune derive di Morriconiana memoria.
Teresa è un disco a tratti onirico che ci accompagna in un viaggio notturno all’interno di noi stessi, funzione come una bussola capace di indicarci la via anche negli angoli meno illuminati.
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