Next big niente, il caleidoscopio impazzito dei Bud Spencer Blues Explosion [Recensione]

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Next Big Niente è il nuovo disco dei Bud Spencer Blues Explosion. La loro sesta fatica discografica esce per la Tempesta Dischi a cinque anni di distanza dal precedente album.

Adriano Viterbini e Cesare Petulicchio hanno a loro modo creato uno standard all’intenro della musica alternativa italiana ma al contempo sono sempre riusciti a svicolare da possibili catalogazioni che li relegassero a generi preconfezionati. Next Big Niente riesce a confermare appieno questa duplice anima che accomuna il duo rock di chitarra e batteria capace di trovare sempre una nuova via di approcciarsi alla composizione in ogni album che hanno dato alle stampe.

Nelle dieci tracce dell’album, equamente divise tra strumentali e cantate Next Big Niente è una sorta di valanga composta di detriti spaziali che precipita sulla Terra esplodendo in milioni di pezzi dai colori accecanti. Lisergico, ludico, sovversivo, cibernetico, corrosivo. Fluo e abbagliante ma anche onirico e meditativo. Meravigliosamente caotico, romanticamente nichilista. Il blues come tormento dell’animo, il glitch come sofferenza del software. Così gli stessi Adriano e Cesare definiscono il loro ultimo lavoro.

Next big niente, il caleidoscopio impazzito dei Bud Spencer Blues Explosion [Recensione] 1

IN un contesto musicale in cui dare punti di riferimenti all’ascoltatore è la regola imprescindibile per non annegare nelle sabbie mobili del mercato i BSBE rovesciano completamente il tavolo cercando modi di interfacciarsi con il loro pubblico sempre più asimmetrici. Next Big Niente è perciò un vero e proprio viaggio sensoriale, fatto di atmosfere rarefatte e di sonorità che spaziano dalle mistiche orientali fino alle ombre più scure per arrivare alla composizione apparentemente allucinata di chi si è perso in un mondo digitale senza consistenza emotiva.

Nel disco troviamo Sabroso Tapas Bar che cita il primo locale, ad Albano laziale, dove si sono esibiti i BSBE.  Insynthesi, allucinazione post-rock dai suoni acidi e dal ritmo ondulatorio come quello della culla di una bambola assassina. A tratti sembra che in brani come Miku五 faccia capolino nei Bud Spencer anche qualche pezzetto degli I Hate My Village, penso a Tony Hawk of Ghana ad esempio. Un disco che condensa stili diversi, Come un raggio ha il testo scritto da Umberto Maria Giardini, mentre Vandali vede comparire il violino di Stefano Tavernesi; ma tutti questi input diversi confluiscono in un grande flusso musicale che mastica lentamente le differenze e le digerisce in un risultato armonico e coerente.

Next Big Niente sembra uno degli album capaci di spiazzare l’ascoltatore portandolo in visita in luoghi che altrimenti non avrebbe mai avuto la curiosità di conoscere da solo, un percorso non lineare ma ricco di colori e sapori differenti, non tutti abbordabili ma che restituiscono all’ascolto un’esperienza illuminante.

Raffaele Calvanese
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