A pochi giorni dalla morte di Diego Armando Maradona, un altro nome fondamentale per la storia del calcio italiano ed internazionale, ci lascia Paolo Rossi, in questo 2020 che non accenna a risparmiare colpi bassi.
Paolo Rossi è un altro esempio di come la vita di uno sportivo possa avere luci ed ombre senza per questo offuscarne la leggenda. Pochi mesi prima della chiamata di Bearzot per il mondiale ’82, infatti, Paolo Rossi era stato squalificato per calcio scommesse e la sua convocazione provocò non poche polemiche. Discussioni che dopo quel mondiale restarono confinate negli archivi dei giornali. La sua carriera, pochi anni prima, sembra partire col botto con la Juventus che si accorge di lui e lo acquista nel ’73, per poi mandarlo a fare le ossa al Como. È solo con il trasferimento a Vicenza, con la leggendaria Lanerossi, che Rossi si impone all’attenzione delle cronache nazionali diventando capocannoniere sia in serie B che in serie A. Poi il trasferimento al Perugia dove verrà coinvolto nello scandalo scommesse proprio alla vigilia del Mundialito. Da quel baratro sarà salvato dalla Juventus con cui vincerà due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle coppe, una Supercoppa europea e la Coppa dei campioni ma soprattutto dall’ostinazione del CT della nazionale Enzo Bearzot che lo convoca relegando in panchina personaggi del calibro di Graziani e Pulici oltre ad escludere addirittura dalla spedizione azzurra Roberto Pruzzo, all’epoca uno degli attaccanti italiani più quotati.
È il destino che chiama, Paolo Rossi sarà per tutti l’eroe del mondiale 1982, quello della telecronaca di Nando Martellini, dell’esultanza di Sandro Pertini, della corsa di Marco Tardelli. In quella competizione Rossi Paolo da Prato venne ribattezzato Pablito e centrò uno dopo l’altro obiettivi che lo consegnarono all’immortalità. Divenne capocannoniere del mondiale, vinse il titolo e pochi mesi dopo anche il pallone d’oro, l’unico italiano che lo aveva vinto prima di lui era stato Gianni Rivera nel 1969. Persino alla premiazione di Parigi lo chiamarono Pablito, soprannome che gli rimarrà attaccato per sempre. Un modo per renderlo diverso da uno dei cognomi più diffusi nel nostro paese.
Non a caso, quando si è diffusa la notizia della scomparsa di Pablito tutti hanno ripetuto come un coro la stessa frase, Paolo Rossi era un ragazzo come noi. Strofa della famosissima canzone di Antonello Venditti “Giulio Cesare“:
Ma questa strofa è anche al centro di uno dei più grandi fraintendimenti della storia musicale italiana perché, specie per chi è nato dopo i fatti raccontati nel brano, Paolo Rossi è solo e soltanto l’attaccante della nazionale che stende il temutissimo Brasile in un assolato pomeriggio al Sarrià di Barcellona. Infatti il Paolo Rossi cantato da Venditti è uno studente universitario. Il 26 aprile 1966 in occasione delle elezioni delle rappresentanze studentesche dell’università di Roma si verificò un’incursione alla facoltà di Lettere da parte di un gruppo neofascista di cui facevano parte tra gli altri Stefano Delle Chiaie e Saverio Ghiacci, per un volantinaggio del Fuan Caravella. Ne risultarono scontri che si conclusero con la tragica caduta, e il giorno seguente la morte, dello studente di architettura e iscritto ai giovani socialisti, Paolo Rossi, che precipita dalla scalinata di Lettere per un cazzotto al volto. Le associazioni studentesche organizzarono incontri e iniziative che culminarono, il 28 aprile, con l’occupazione di diverse Facoltà. Questo episodio fu la scintilla anche per un’altra famosissima canzone di protesta di quegli anni, “Contessa” di Paolo Pietrangeli. Rossi è stato invece realmente citato in una canzone, ma di un altro autore. Si tratta del singolo “L’italiano” di Stefano Rosso, in cui il cantante si chiede: “Ma la domenica problemi grossi, segna Giordano o segna Paolo Rossi?“
Questo malinteso ci restituisce la forza dell’immagine di Paolo Rossi che si impose, a partire da quella torrida e vittoriosa estate del 1982, sulla cultura generale italiana fino a cancellare alcuni episodi che vedevano protagonisti suoi omonimi come lo studente della canzone. Lo stesso attore e comico milanese Paolo Rossi ha raccontato di essere stato fermato una volta ad un posto di blocco e dopo aver esibito i documenti alle forze dell’ordine aver dovuto confermare al militare che gli chiedeva “lei è parente di…”?
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