Prosthuman dei Camera – Recensione

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Con il decimo anniversario in arrivo, il progetto tedesco Camera aziona il pulsante sperimentale e di alto livello sul loro quinto album in studio, dal titolo Prosthuman. Prodotto e distribuito dall’etichetta Bureau B di base ad Amburgo. Il disco viene lanciato in un epoca dove la realtà, subisce il continuo cambiamento in ogni singolo istante. Senza mai cambiare il percorso personale carico di adrenalina e nuovi orizzonti.

Il trio nasce a Berlino nel 2012 sotto un impronta strumentale e successivamente allo studio approfondito di grandi improvvisazioni e composizioni virtuose. Esordisce al meglio nello stesso anno con lo spaziale Radiate, che li lancia in maniera eccellente nel mondo discografico, creando un nuovo genere: il krautrock, complesso ma di valore unico. La band si presenta con una formazione particolare e d’impatto. Michael Drummer alla batteria, Franz Bargmann chitarra e Tim Brockmann sintetizzatore. Il loro sound spontaneo e diretto ha affascinato il pubblico di tutto il mondo. In questa nuova fatica, c’è un cambio all’interno del nucleo iniziale, per sostituire i due vecchi musicisti storici, vengono inseriti nuovi elementi come Tim Shroeder alle tastiere, che, per primo, ha collaborato in passato nei rispettivi tour del gruppo e Alex Kozmidi alla chitarra. In più viene inserito anche un basso e una linea vocale che arricchisce il suono.

Il disco si apre con la martellante “Kartoffelstampf”, dove il noise disarmante della chitarra fuori dal tempo, si incastra con la ritmica notevole della batteria lineare e ripetitiva. Un miscuglio di sonorità dissonanti incredibili. A seguire “Alar Alar” si accende deliziosa, con una buona dose di effettistica su un tappeto reggae danzante, e nello schema si segue quasi un vortice indiano, dimostrando un grande gusto musicale.

“Prosthuman / Apptime” si lascia andare al viaggio cosmico del synth che immerge l’ascoltatore, in un paradiso incantato dalle tematiche sognanti. I richiami a progetti del passato come Kraftwerk e Can sono evidenti. La traccia ha un contorno enigmatico e scorre lentamente per la sua lunga durata, nel passaggio finale c’è un lieve cambio di rotta, che divide la composizione. Stesso discorso meccanico e dark electro viene appreso per la seguente “Uberall Teilchen / Teilchen Uberall”: qui viene inserita anche una voce robotica e grottesca, che completa il brano nel mezzo dei continui rumori di fondo.

Prosthuman dei Camera - Recensione 1

“Freundschaft” è un brano diverso e incantevole, il tiro new wave che si innalza nell’aria è una chicca per le orecchie – il loop temporale del synth ovattato aumenta il volume dell’opera in modo impeccabile. Una grande aurora interstellare invece si schiude in “El Ley“, un tipico ritmo krautrock che distorce l’atmosfera sopra un cielo stellato. Mentre la batteria rock di “Schmwarf” gioca in sintonia con la linea vocale energica e un basso ruvido che si agita a dovere. Un brano semplice e orecchiabile. Sulle note di “A2” si affronta un percorso nuovo alla scoperta di mondi sospesi e galassie lontane, sembra di ascoltare una colonna sonora da film di fantascienza. Una delle tracce migliori di questo infinito lavoro.

Verso la conclusione ci soffermiamo su “Chords 4 / Kurz Vor”, dove la struttura rallenta la sua corsa su un passaggio più commerciale, con la giusta carica delicata e ipnotica. Il limbo godibile che ne viene fuori è davvero interessante. Chiudiamo questa perla con “Harmonite”, e all’interno di uno sciame luminoso e tecnico, in lontananza si unisce un sassofono che alza il livello della traccia, chiusura delirante su un armonia da brividi.

I Camera in ogni lavoro, inseriscono una quantità di sorprese che lasciano a bocca aperta tutti ogni volta, per un ulteriore conferma in fase di scrittura posizionando il loro timbro inconfondibile sulla scena underground di nicchia. Prosthuman è in linea con la loro rivoluzionaria idea di musica.

Voto: 7,5

prosthuman camera recensione
In copertina un’illustrazione di un appartenente al popolo mitologico dei Blemmi.

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