Sabaton: The War to end All Wars [Recensione]

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Con il loro nuovo album, The War to end All Wars, i Sabaton ci raccontano, ancora una volta, la Prima Guerra Mondiale. In questo caso però è tutto molto più approfondito, si parte dalle origini del conflitto per arrivare fino alla vera fine, passando sempre per i momenti che lo hanno reso “storico”.

Possiamo definire il nuovo album dei Sabaton come un sequel, più approfondito, del suo predecessore che uscì nel 2019. Infatti, proprio come The Great War anche The War to end All Wars tratta la storia della Prima Guerra Mondiale, ma nel suo caso lo fa in modo più approfondito partendo dalle origini del conflitto, quindi dall’attentato all’arciduca Francesco Ferdinando che avvenne nel 1924 a Sarajevo, per arrivare fino al Trattato di Versailles andato in scena nel 1919.

The War to end All Wars

Un sequel in tutto e per tutto, anche nel titolo dell’album, che riprende, più o meno, il nome di una canzone presente in The Great War ovvero “The End of the War to End All Wars”. The War to end All Wars non è altro che un altro modo con cui fu chiamata la Prima Guerra Mondiale, quando si pensava che essa sarebbe stata la guerra che avrebbe posto fine a tutte le guerre future, ma purtroppo non fu così, e “solo” vent’anni dopo scoppiò un conflitto mondiale.

Ovviamente, anche in The War to end All Wars non mancano le storie che raccontano i momenti che hanno reso ancora più “storica” la Prima Guerra Mondiale. Leggende e no che i Sabaton, come sempre a modo loro, narrano

Ovviamente la prima traccia di The War to end All Wars tratta dell’attentato all’arciduca Francesco Ferdinando avvenuto a Sarajevo nel 1914, quell’avvenimento definito “la goccia che fece traboccare il vaso”. Un brano che si apre con una voce narrante che racconta, brevemente, come andarono le cose, appoggiata da un riff “ansioso”. Il mood della canzone è angosciante, perfetto per descrivere quello che sarebbe accaduto a seguito dell’attentato all’arciduca. A farla da padrone è però la narrazione.

A seguire i Sabaton scelgono di raccontare di quelli che furono i primi reparti speciali della Prima Guerra Mondiale, ovvero, come da titolo, i soldati che facevano parte degli “Stormtroopers”, soldati che, in teoria, avevano il compito di aiutare la fanteria regolare nel momento in cui quest’ultima aveva difficoltà nella battaglia. Un riff veloce ed incalzante, dal classico sound semi-Power di cui la band svedese ne ha sempre fatto un suo forte, anche in questo caso il tutto rappresenta alla perfezione il mood della canzone.

Come detto già in precedenza in The War to end All Wars i Sabaton decidono di raccontare la Prima guerra mondiale non solo parlando delle varie “leggende” nate durante il conflitto, ma anche concentrandosi sulle varie innovazione che ci furono

Da un’innovazione delle truppe di terra ad una per le truppe di mare, in questo caso con la traccia “Dreadnought” che rappresenta quella che fu una nuova classe di navi da battaglia ideate dalla marina britannica molto tempo prima dell’inizio del conflitto, nel 1906. Un sound cupo e terrorizzante, per rappresentare al meglio il significato letterale di “dreadnought” che significava “paura di niente”. Una classe di corazzate che cambiò per sempre le marine di tutto il mondo.

Finito il tempo delle innovazioni si arriva così alla prima storia di The War to end All Wars, con “The Unkillable Soldier”. La traccia racconta di Adrian Carton De Wiart, che come da titolo fu ed è definito tutt’ora “il soldato invincibile”, proprio perchè riuscì sempre a combattere, anche dopo vari incidenti aerei, aver perso una mano ed un occhio e ferite varie. Un sound che sa quasi di parata eroica per il soldato belga che combatteva per l’esercito britannico, che morì nel 1963 dedicando tutta la sua vita alla guerra.

The War to end All Wars

Con la traccia ed il singolo “The Soldier of Heaven” i Sabaton raccontano di quella che fu definita la “guerra bianca”, quelle battaglie combattute sulle Alpi tra il confine italiano e quello austro-ungarico, in cui se non si moriva a causa dei colpi dei proiettili lo si faceva a causa del freddo, tanto che i corpi di quei soldati sono tutt’ora sepolti sotto la neve delle montagne. Insieme agli Stormtroopers c’era un altro reparto che si rese famoso durante la Prima Guerra Mondiale, ovvero il “369th Infantry Regiment” che nacque proprio per la Grande Guerra ed era composto da afro-americani che prese poi il nome. La sua storia è raccontata nella traccia “TWTEAW Hellfighters Master”.

Tante leggende, spesso dimenticate volutamente o perchè troppo poco influenti, ma i Sabaton in The End to end All Wars scelgono di ricordare la maggior parte di quelle dimenticate. Non leggende inventate, ma vere, in carne ed ossa

In una guerra come la Grande Guerra sono tante, forse troppe, le “leggende umane” che nascono e spesso vengono dimenticate. E’ il caso della traccia “Lady of the Dark” che ricorda Milunka Savic, soldatessa serba che ancora oggi è considerata la donna più decorata del mondo, medaglie che arrivano da tutto il mondo. Durante la Prima Guerra Mondiale furono tante le battaglie che poi diventarono famose, una di queste è la battaglia del monte Ortigara raccontata nella traccia “The Valley of Death”, una battaglia che vide sfidarsi l’esercito italiano e quello austro-ungarico, dove ad avere la peggio furono gli italiani che subirono molte perdite. Il nome “valle della morte” deriva appunto dal fatto che, come in tanti altri teatri durante il primo conflitto mondiale, le valli erano piene di corpi senza vita dei soldati.

In tutte queste leggende, battaglie ed innovazioni che portavano, sempre, a tragedie, durante la Prima Guerra Mondiale ci fu anche un momento di pace, anzi, una tregua, quella che tutti noi conosciamo come la “tregua di natale”, raccontato dai Sabaton in “Christmas Truce”. Un momento di pace, che avvenne dal 24 al 26 dicembre 1914, quando i soldati dei due schieramenti (principalmente britannici e tedeschi) decisero di loro spontanea volontà di smettere di combattere, uscire da quelle trincee in cui la morte serpeggiava e passare le festività natalizie in pace, scambiandosi doni ed addirittura facendo una partita di pallone. Soldati che qualche giorno dopo sarebbero tornati ad uccidersi. Una power-ballad, degna del momento che fu, che racconta come spesso ad avere in mano il potere sono i soldati e non chi li comanda.

La fine di The War to end All Wars coincide con quella che fu la fine, formale, della Prima Guerra Mondiale. I Sabaton ci portano in un viaggio dettagliato del conflitto, come sempre hanno fatto

Esattamente cinque anni dopo l’attentato all’arciduca Francesco Ferdinando, il 28 giugno 1919 andarono in scena i Trattati di Versailles, ed è proprio quello di cui tratta l’ultima traccia di The War to end All Wars, “Versailles”. Un brano in cui ritroviamo la voce narrante, con la stessa forma della prima traccia, ma a differenza di “Sarajevo” abbiamo un sound più “positivo”, quella stessa positività e felicità con cui si sperava di non cadere in altre guerre ed in un altro conflitto mondiale.

A livello di sound The War to end All Wars è superiore al suo predecessore, ma in questo caso risalta l’idea di dedicare due album alla Prima Guerra Mondiale, una cosa mai fatta dai Sabaton ma che per quello che fu il conflitto e le sue conseguenze risulta essere una scelta giusta, a maggior ragione se a differenza di The Great War, si nominano anche le origini del conflitto e la sua fine.

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Marco Mancinelli
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