Noyz Narcos: un Virus da culto [Recensione]

| | ,

Siamo solo a Gennaio e già è uscito quello che potrebbe essere l’album dell’anno, ovvero Virus di Noyz Narcos. Un ritorno sulle scene inatteso quanto desiderato da tutti, con un disco segnato dai tanti feat e dal ritorno al passato.

Era l’agosto del 2020 quando Noyz Narcos, tramite un post e varie storie su instagram, annunciò, non ufficialmente, il suo nuovo album. Da quel momento iniziò una lunghissima attesa, quasi sofferta soprattutto per i suoi fans, fino al dicembre dello scorso anno, momento dell’annunciò ufficiale del suo album Virus. Eravamo a dicembre 2021 e già avevamo l’album più atteso del 2022 e forse quello dell’anno.

Un album segnato dai featuring con altri artisti della scena rap italiana, ma anche dal ritorno al passato, quel passato che ha reso Noyz Narcos un vero e proprio culto per molti dei suoi ascoltatori. Per i più “furbi” alcune anticipazioni delle canzoni si sono avute nel suo documentario, uscito su Amazon Prime Video, Dope Boys Alphabet, in cui si racconta tutta la carriera del rapper romano grazie anche a dei video inediti girati proprio da lui.

Virus

Un po’ come “l’anziano saggio”, Noyz Narcos mette al centro del suo album molti di quegli artisti, giovani, della scena, che negli anni hanno “formato” le nuove generazioni. Nuovi artisti, anche affermati, ma senza lasciarsi alle spalle il suo passato

La scelta di riempire gli album di featuring è ormai cosa comune per gli artisti della scena musicale italiana, soprattutto quella rap. Una scelta che in certi casi può aiutare l’artista a crescere grazie a chi ospita nei suoi brani, in altri casi invece può risultare di “troppo” e rovinare l’intero album, ma nel caso di Virus è tutto, completamente, diverso. Infatti nel caso di Noyz Narcos abbiamo una situazione in cui il featuring è più per sperimentare nuovi sound, visto che di certo il rapper romano non ha bisogno di farsi conoscere, e gli artisti ospitati sono già molto conosciuti ed affermati.

Prima dei featuing, che come avrete capito sono un po’ la portata principale di Virus, troviamo due tracce in solitaria. In “Uomo a Terra” e la title-track “Virus” (prodotto dallo storico produttore di Noyz, Sine) abbiamo dei beat molto più “chill” rispetto al passato, ma che vengono resi taglienti dal flow di Noyz Narcos. Arriviamo così ai primi feat, in “Volante 4”, che vede la partecipazione di Ketama126 e Franco126 (con cui ci sono state già varie partecipazione), brano che non può essere definito completamente come il migliore dell’album visto che, purtroppo, la strofa di Franco, non rientra proprio nel mood della canzone.

Virus

Non tutto è perfetto anche se si tratta di un album di Noyz Narcos, ed ecco che quindi, a testimoniarlo (come vedremo anche in altri brani) ci pensa “Cry Later”, un pezzo che vede la collaborazione di Sfera Ebbasta e Luchè. La strofa del secondo dei due è perfetta e se fosse solo per quella, insieme alla strofa del rapper romano, la traccia sarebbe perfetta, ma purtroppo il ritornello di Sfera rovina tutto, uno stile troppo lontano da quello di Emanuele frasca in arte Noyz Narcos.

Non è tutto perfetto certo, ma Noyz Narcos riesce a contenere i danni anche quando ci sono mondi completamente diversi nelle sue canzoni e quando i beat rimangono molto distanti dalla sua storia

Se il featuring con Sfera Ebbasta sarebbe da cancellare completamente da Virus, quello seguente è storico. Infatti in “Welcome Back”, traccia che già di suo è una delle migliori dell’album, troviamo la partecipazione di Raekwon, e molti, soprattutto i più giovani, si staranno chiedendo chi sia, sono sicuro. Ecco, allora è proprio qui che entra in campo il fattore “storia” perchè siamo di fronte ad una collaborazione con un membro del Wu-Tang Clan, gruppo che ha dato ispirazione a quello che sarebbe stato poi, in Italia, il TruceKlan. Una traccia tagliente, con dei versi che possiamo definire “alla noyz” e la strofa del rapper americano rende il tutto quasi nostalgico.

Anche non essendo tanto simpatizzante della scena rap napoletana, devo ammettere che in Virus, sono proprio loro a portare quella cattiveria che ha sempre caratterizzato Noyz Narcos, soprattutto nei testi e nei flow, come nelle due tracce “Foot Locker” che vede la collaborazione di Geolier e “Money Bagz” insieme a Speranza. Torna il Noyz Narcos solista con “Dope Boys” una traccia che possiamo definire una dedica ai suoi fans, e che personalmente mi ha messo i brividi, pensando appunto a quanto il rapper romano abbia dato a noi ascoltatori, a noi che, in tutti questi anni hanno reso la sua carriera un vero e proprio culto.

Virus

E per fortuna queste tracce riescono a nascondere gli altri tre brani di cui penso si poteva farne a meno, brani che sono: “Spine” (feat. Coez), “No Ratz” (feat. Capo Plaza & Guè) e “Blister” (feat. Franco126). Tra tracce che possono essere considerate una sperimentazione, ma che non ha funzionato, generi e stili troppi lontani tra di loro, mondi che non appartengono al rapper romano, soprattutto nel caso dei trapper, che anche nel loro essere ormai affermati, e a modo loro di talento, non riescono proprio a stare al passo di Noyz Narcos.

Virus non smette di farci stare su delle montagne russe, un album in cui si passa dalla delusione per delle collaborazioni sbagliate all’emozione per certe di loro, e che ti fanno pensare “questa è storia”

E’ chiaro che le sonorità più chill unite al flow più tagliente delle strofe di Noyz Narcos sono una coppia perfetta, a cui però c’è bisogno di abituarsi, e per farlo ci vuole tanto ascolto, soprattutto del Noyz che ha rilasciato vari singoli e collaborato con altri artisti in questi anni. Un brano come “War Games”, infatti, solo se ascoltato tante volte può risultare piacevole, come anche le prime due tracce di Virus. Brani che sono, in parte, il potenziale dell’album, possiamo dire che sono solo il 30% di esso, perchè l’altro 70% è fatto dal terz’ultimo brano.

Parliamo di “Verano Zombie Pt.3”, sì avete capito bene, la terza parte di quella che ormai è una trilogia storica della scena rap italiana e che, insieme ad altri brani di Noyz Narcos (ed ovviamente dei Truceboys e TK), creano una playlist sacra. In questa terza parte ovviamente c’è la collaborazione tra i due membri del TruceKlan che presero parte alla prima e seconda parte: Gemello partecipò alla prima mentre Metal Carter alla seconda. Un brano che non ha bisogno neanche di essere “valutato” per quanto esso sia sacro, insomma, è storia e da quell’effetto nostalgia che è molto raro all’interno di un album di un artista del genere.

Noyz Narcos negli anni è cambiato molto, i suoi beat hanno sposato la causa di un sound più chill pur mantenendo uno stile “cattivo”. Con Virus però riesce a limitare i danni, danni che purtroppo arrivano da dei featuring forzati

Non sono presenti quelle tracce che, quando cominciai ad ascoltare Noyz Narcos, mi fecero innamorare del suo stile, e come me tante altre persone. In Virus è tutto più maturo, quasi a voler dire che, visto che ormai siamo tutti “grandi”, abbiamo bisogno di qualcosa da grandi, quelli che devono cominciare a capire che anche in un album di Noyz ci si può ritrovare ad ascoltare delle tracce sbagliate e rimanere increduli pensando al fatto che anche lui possa sbagliare tutto.

Con Virus capiamo una cosa, ovvero che anche un artista come Noyz Narcos per sopravvivere nella giungla della scena rap italiana, che non lascia modo di rimanere fedeli al proprio sound, deve per forza di cose cambiare qualcosa. Ma è proprio la sua esperienza e la sua voglia di fare che gli permette di non rovinare tutto, facendo uscire un album che, molto probabilmente, diventerà “album dell’anno” pur non avendo grandi spunti.

Virus
Marco Mancinelli
Previous

Emma a Sanremo 2022 sarà diretta da Francesca Michielin

Attraverso la storia dei regimi: lo straordinario viaggio dei Laibach

Next
Wordpress Social Share Plugin powered by Ultimatelysocial