Salvami, il grido di speranza di Vitrone [Recensione]

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Salvami è il nuovo ep di Vitrone. Storico esponente della scena musicale casertana capace di attraversare i generi e le epoche musicali mantenendo sempre intatta la sua cifra stilistica ed il suo amore per la musica.

Proprio da questo amore viscerale per la musica nasce il nuovo ep che arriva a distanza di cinque anni dal precedente album “Nel momento”. I quattro brani tutti scritti durante la pandemia sono una risposta, l’unica possibile per un musicista, ad un evento che ha scosso gli animi e le coscienze di tutti. Lo stesso Vitrone è stato recentemente protagonista insieme a molti altri artisti di Terra di Lavoro per un concerto di beneficenza per la guerra in Ucraina tenutosi proprio a Caserta. Vitrone ha un passato da musicista rock-metal con la band TRB, una compilation realizzata in Inghilterra nel 1988 e un album all’attivo “Love on the rocks” nel 1991 prodotto da Fausto Mesolella per l’etichetta fiorentina Contempo Records.

Salvami, il grido di speranza di Vitrone [Recensione] 1

Lo stesso Vitrone ci racconta la genesi del suo recente ep:

L’idea di realizzare un EP, si è sviluppata passo dopo passo in piena pandemia. Il settore artistico e culturale è stato messo per l’ennesima volta a dura prova. Proprio il settore artistico e culturale, si è mobilitato per far sentire ancora una volta la sua voce alle istituzioni di competenza

La scelta della forma breve, che si pone a metà strada tra il singolo e l’album è dovuta alla ricerca di una mediazione tra la velocità con cui oggi le piattaforme streaming veicolano la scrittura e la diffusione della musica ed il tempo che richiede un album più strutturato. I brani del disco si contraddistinguono per un approccio autoriale nei testi ed una struttura improntata al rock acustico. Voce senza corpo (qui il video) e Salvami sono due esempi perfetti della recente produzione di Vitrone. Narciso e Vanesio invece inserisce un piglio più elettrico, spingendo leggermente di più rispetto ai precedenti brani. Solo se ci credi chiude il disco con una ballad più oscura in cui si cerca di chiudere un cerchio doloroso, ma forse è proprio quel dolore la scintilla che muove tutto il disco.

Il disco è stato realizzato insieme a Donato Tartaglione al basso, Gianpiero Cunto e Dario Crocetta storici compagni di viaggio di Vitrone alle chitarre e Carmine Silvestri alla batteria, il mastering invece è stato affidato a Vittorio Remino.

Raffaele Calvanese
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