Tananai al Fabrique di Milano – Live Report

| |

Andare a un concerto di Tananai è come imbucarsi a una festa: sono pochissime le persone che si sono studiate a memoria l’album, ma nessuno riesce a stare fermo e anche le canzoni meno famose dopo il primo ritornello vengono canticchiate da tutti. Il Fabrique di Milano è una delle location più piccole della città per i concerti, il che rende l’atmosfera ancora più amichevole.

Entra urlando: “Ciao Milano!” e dopo pochi secondi comincia a sbizzarristi sulle note di Maleducazione, una delle ultime canzoni dove si lamenta dell’industria musicale che lo vorrebbe più remissivo. È proprio questo suo rifiuto di agire come tutti si aspettano che ha fatto sì che da ultimo in classifica diventasse primo nei cuori e se ne vede bene dal cambiare modo di fare. Volersi male arriva subito dopo, messa in ombra da Esagerata che viene cantata a squarciagola da tutti. Il singolo che ha portato a Sanremo giovani e gli è valso la nomination nella gara dei grandi ha infatti un ritornello quasi più magnetico del successivo.

Nato come produttore, tutto si può dire di Tananai tranne che non sappia fare delle gran basi: il concerto viene scandito in tre filoni da intermezzi acustici (perlopiù), suonati dall’artista.

Non è usuale che un cantante seguito soprattutto da un pubblico giovane, abituato ai singoli ritmati e pieni di frasi facilmente memorizzabili, si possa permettere di fare lunghi intermezzi musicali senza perdere l’attenzione. Il rischio è infatti che diventino momenti in cui le file nel fondo si spostino verso il bar e le prime si spingano o che si crei un vociare che toglie l’attenzione, ma non è così: vige il più assoluto silenzio mentre Tananai riproduce basi inedite, si balla e si inala la musica. Per chi si volesse distrarre, però, c’è un escamotage: un fungo gigante gonfiabile che viene fatto apparire e
scomparire per essere in piedi soltanto durante questi momenti. Una cosa che solo Tananai
poteva inventarsi.

A metà concerto comincia Babygoddamn: la canzone è in realtà uscire la scorsa estate, ma grazie al successo di Tananai dopo Sanremo, è stata riscoperta dal pubblico soprattutto tramite la piattaforma Tiktok. Il singolo per eccellenza: c’è la base figa, c’è il pubblico che si anima, c’è il testo pieno di punchlines che tutti si divertono ad urlare agli amici con cui sono venuti. L’intera discoteca si sfiata: fin da subito si dava per scontato che tutta questa energia era sprecata per una canzone a metà concerto.

Le successive canzoni ridimensionano la partecipazione del pubblico drasticamente, ma dopo il secondo intermezzo si ritorna a saltare con Bear Grylls. La prima canzone, che ha “segnato l’inizio di Tananai” è l’apertura di quello che sarà il momento più bello del concerto. La prima viene dunque seguita dal suo specchio: l’ultima.

Non si parla più di mancarsi, ma di rincorrersi: il pubblico durante Sesso occasionale urla ogni nota e persino lui la allunga il più possibile. Eppure, non c’è il tempo di pensare che il momento più alto sia già passato. Al primo “scoppia scopami sco – “appare saltellando Rosa Chemical, ospite con il cantante a Sanremo dove insieme hanno cantato Comincia tu (la loro versione della celebre A far l’amore comincia tu).

Il pubblico perde la testa: è un vero e proprio stadio il Fabrique durante l’esibizione dei due amici, fa ridere pensare al silenzio del pubblico in Rai e alla posizione cui è finito in classifica se confrontato con il vibe che si sente nell’aria in quel momento. Non fa in tempo ad uscire Rosa che sale sul palco Fedez: il cantante è stato, racconta Tananai, “il primo a credere in lui”.

Le madri degli altri appare in Disumano ed è stata una delle più ascoltate fin dal primo momento:
l’esibizione è veramente bella, entrambi scendono tra il pubblico. È quando si vede che le persone si stanno veramente divertendo nell’intrattenere che si gode di più dello spettacolo e questa è la forza di questo concerto: non c’è un solo momento in cui si possa pensare di non star partecipando alla cosa più figa del mondo.

Le ultime canzoni sono meno famose e il concerto si chiude con Giugno, lenta e commovente, che viene cantata dal pubblico con un fervore inaspettato e fa rendere conto di quante persone si sono affezionate a questo cantante in questi mesi. Non gli è permesso, infatti, di lasciare il palco con la nonchalance che ha tentato di mettere in atto.

Grazie mille e buonanotte non sono ammessi al Fabrique se prima non vengono rifatte le canzoni più famose, che vanno risentite due volte in primis su Spotify, figuriamoci in live. “Non è normale che ce ne andiamo senza fare un altro po’ di sesso!” grida felice Tananai prima di intonare le prime note della canzone che l’ha reso popolare.

Non è più necessario filmare, perché i video sono stati fatti nella prima parte, quindi c’è, finalmente, solo il tempo (e la voglia) di ballare. È saltando sulle note di Sesso occasionale e Babygoddamn che Tananai saluta il pubblico, ringrazia la band, tiene lunghe le ultime note forse perché anche lui non ha nessuna voglia di andare a casa. Questa volta va via davvero, ma lascia dentro quel desiderio di gridargli appena possibile: Baby ritorna da me!

Giulia Scolari
Previous

Salvami, il grido di speranza di Vitrone [Recensione]

Cos’hai nel sangue, di Gaia Giovagnoli

Next
Wordpress Social Share Plugin powered by Ultimatelysocial