Maddalena, il lato nascosto della Napoli di Valerio Bruner [Recensione]

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Valerio Bruner, a due anni dall’apprezzato Vicarìa torna con Maddalena , il quinto disco della sua carriera partita ormai dieci anni fa esce per Ulisse Records.

Registrato lungo il 2024 presso il Deck Lab Studio di Rimini con la produzione e gli arrangiamenti di Gianluca Morelli (Landlord), Maddalena è un album resistente, appassionato, speranzoso. Otto brani che attingono al napoletano per arrivare alla poetica di Bruce Springsteen – grande influenza per Valerio Bruner – ma con un respiro diverso, più maturo, anche grazie alla lavorazione a Rimini.

Maddalena, il lato nascosto della Napoli di Valerio Bruner [Recensione] 1

Lo stesso Bruner ci racconta come è nato Maddalena : «il disco è la naturale evoluzione del percorso iniziato nel 2017 con Down the River, e prima ancora con il teatro: quell’urgenza, quasi una smania, di entrare nelle crepe dell’animo umano per vedere quanta luce ci possa passare attraverso, per parafrasare Leonard Cohen. Narrare di chi ce l’ha fatta è facile, ben più arduo è provare a dar voce a chi invece è stato messo al tappeto, a chi ci ha provato, ha lottato e ha fallito. Napoli, come città e comunità, sta cavalcando questa onda di perfezione a tutti i costi, lasciando da parte e nascondendo tutto ciò che non corrisponde a questa visione. Come cantautore, e come cantautore rock soprattutto, sento che le rotture, le ferite, le mancanze e i fallimenti, umani, sociali, istituzionali, sia invece necessario mostrarli, per tornare a guardare la realtà, e i volti che ci circondano, con onestà e sincerità. Senza filtri, né digitali tantomeno reali».

Maddalena è soprattutto questo, un album in cui ogni canzone è una cicatrice, il segno di qualcosa che fa male e che non puoi tenere coperto a lungo. le cicatrici si sa devono prendere aria per rimarginarsi. Inutile mettere la polvere sotto al tappeto all’infinito.

Così con la musica le mode continuano a passare sempre più velocemente, quello che resta sono le storie che vale la pena di raccontare. Valerio Bruner sceglie di raccontare gli ultimi e quelli che la narrazione imperante di questi anni vorrebbe tenere ai margini. Come gli abitanti del centro storico di Napoli che vengono sfrattati per far posto ai b&b, così certa musica da classifica scimmiotta una visione stereotipata della città.

In questo le radici blues di Valerio Bruner sono lo strumento necessario ad andare a fondo nel ventre di Napoli, tanto per citare un titolo che la dice lunga sulla città di cui si canta in questo album. Brani di rabbia e redenzione, di vita quotidiana e speranza. Tutte legate a una musa. Quella di cui scrive il giornalista Carmine Aymone nella prefazione del Diario di viaggio contenuto nel formato speciale del cd Maddalena: «La musa ispiratrice per Valerio Bruner è Napoli, con la sua bellezza anarchica, selvaggia, dissonante, etica ed eretica, seducente, inebriante… unica».

Un viaggio musicale, insomma, ma non solo. Musica che gira il dito nella piaga di una città che ha ancora molti angoli bui, un giro nelle vite di chi sfugge ai paesaggi da cartolina. Maddalena è tutto questo ma non solo, c’è anche la voglia di guardare avanti e provare a costruire una contronarrazione per una città che da millenni regala storie e vite incredibili.

Raffaele Calvanese
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