Buio/Luce: I Am di Michela Paoloni all’HangartFest di Pesaro

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Pesaro, una città misteriosa per noi originari delle Marche cosiddette “sporche” (centro-sud) ma piena di linfa culturale e teatrale. Gli spettacoli migliori che gravitano nella nostra regione vengono relegati qui facendone un centro culturale, (insieme ad Ancona) per quanto riguarda, particolarmente, la danza.

Città di mare, ricca di attività e negozi, Pesaro possiede anche un mastodontico teatro all’italiana, il Rossini e una serie di spazi off affascinanti. Ogni anno a settembre si svolge l’Hangartfest un Festival di Danza Contemporanea promosso dall’associazione culturale omonima che si rivolge alle nuove generazioni di coreografi e performer indipendenti con l’obiettivo di dar loro visibilità e promuovere i nuovi linguaggi della scena. Oltre agli spettacoli dal vivo l’Hangartfest si articola anche in diverse attività: dalle coproduzioni alle residenze, dall’educazione dello spettatore alle opportunità per giovani coreografi.

pesaro

Ed è proprio una coreografa e danzatrice la protagonista e l’ideatrice dello studio andato in scena il 29 settembre presso l’ex Chiesa della Maddalena. Michela Paoloni Inizia la sua formazione nelle Marche attraverso lo studio della danza classica e contemporanea; la sua carriera artistica si arricchisce grazie all’incontro con coreografi nazionali e internazionali. Nel 2006 si laurea in “Storia del teatro e dello spettacolo”. Nel 2012 si diploma come insegnante del metodo Nikolais. Con il videomaker Luca Giustozzi si dedica alla progettazione di opere site specific. Oltre all’attività di danzatrice inizia un percorso autoriale. Dal 2015 è coinvolta in esperienze estere (Atelier de Paris-Carolyn Carlson; Ramdam- Compagnia Atou). Come danzatrice collabora con la Compagnia Simona Bucci/Compagnia degli Istanti (di cui è anche artista associata). Partecipa a numerosi festival e progetti per la ricerca coreografica d’autore in spazi teatrali e urbani: Cantieri Xl-Danza d’autore, Hangartfest, DnAppunti coreografici, AbitiAmo le Marche,Calatafimi Segesta Festival, Sotto a chi danza!, etc. Durante il corso dell’anno tiene laboratori di composizione coreografica. “I Am” è la sua ultima fatica, 20 minuti di studio presentati in anteprima assoluta, che sono il frutto di una ricerca durata un anno. Il progetto fa parte di un’idea di fare spettacolo mescolando le arti, in questo caso la musica, la danza e la scultura.

Michela Paoloni in scena a Pesaro

In un ambiente poco illuminato facciamo il nostro ingresso, il pubblico è disposto a semicerchio intorno alla scena scura. Sulla destra troneggia la scultura realizzata da Davide Dall’Osso che ricorda la testa del Minotauro nata proprio da uno scambio e un confronto con la coreografa. In scena, in fondo, la batteria di Riccardo Andrenacci che accompagnerà, con la sua musica dal vivo composta per l’occasione, tutta la performance.
E si parte, in scena oltre alla coreografa Paoloni c’è l’attore e danzatore Fabio Bacaloni, la doppia presenza femminile e maschile delinea già i tratti del lavoro. “I Am” parte dalle suggestioni del racconto mitologico del labirinto del Minotauro e si avvale di suggestioni che vanno da Dürrenmatt a Cortàzar. La bellezza e la pulizia delle immagini conducono lo spettatore in un percorso di sprofondamento ed emersione in un vero e proprio “per aspera ad astra” rafforzato dalla duplicità del maschile/femminile in scena. I due corpi si muovono all’unisono per poi smarrirsi e ritrovarsi in un incastro complesso a servizio della scultura stessa che diventa viva,  carne. Il finale è una sorta di liberazione in un gioco di luci delicatissimo e allo stesso tempo tagliente (il disegno luci è del bravissimo Gabriele Termine) dei due corpi bianchissimi e nudi aperti al Paradiso come due novelli Adamo ed Eva appena creati. Il percorso si sviluppa in avanti e a ritroso, in un vortice che ci conquista.

Buio/Luce: I Am di Michela Paoloni all’HangartFest di Pesaro 1

Il lavoro, pur risultando molto razionale e intellettuale, riesce a coinvolgere lo spettatore che può dare una propria interpretazione personale ed essere toccato e commosso in vari punti dell’esibizione aiutato dalla forte  ed azzeccata presenza musicale di Andrenacci, che suona in maniera appassionata unendo lo strumento percussivo ad una ricerca elettronica elegante.
Una buona partenza per un lavoro che è solo agli inizi ma che si presenta già compiuto ed esaustivo. L’incontro successivo, per lo sharing con gli artisti, risulta molto interessante soprattutto per capire il percorso che ognuno di loro ha compiuto per raggiungere un risultato comune. La Paoloni spiega che la sua intenzione era quella di umanizzare la figura del Minotauro che prova dei sentimenti come l’amore e il desiderio e li esplica in maniera istintiva e potente. Dualità perfettamente riuscita grazie alla fisicità dei due danzatori. Interessante l’apporto dello scultore che ha creato partendo da uno spunto dato e che ha presentato l’opera compiuta alla coreografa che l’ha inserita nella propria idea di spettacolo.

I AM

In forma di studio, durata 20′
Compagnia degli Istanti (Italia)
​Ideazione e regia Michela Paoloni
Interpreti Michela Paoloni e Fabio Bacaloni
Musica dal vivo Riccardo Andrenacci (drums)
Video Luca Giustozzi
Foto: Stefano Baioni
Scultura Davide dall’Osso
Disegno luci Gabriele Termine
Produzione Compagnia Simona Bucci

Elena Fioretti
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