Festival di Microteatro: il fascino di uno spettacolo bonsai

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A Pistoia, dal 17 al 19 settembre, il primo Festival Nazionale di Microteatro. Una rassegna inedita in Italia che porta l’arte della recitazione ad alti livelli di sintesi.

Alto o basso? Povero o ricco? Buono o cattivo? Esiste un’infinita serie di parole che potrebbe essere riproposta qui, sotto i vostri occhi, per ricordare l’eterno dualismo che accompagna la storia dell’umanità da sempre. L’esercizio è certo utile, specie per chi muove i primi passi nell’apprendimento di una lingua straniera o per chi, non pago delle interpretazioni troppo superficiali delle questioni del mondo, preferisce rivolgersi a risposte più filosofiche. Ma, tranquilli, non siamo qui per questo. Non è nostra intenzione né mettervi in mano un dizionario né rispondere ai vostri dubbi amletici.

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Un attore recita nel piccolo teatro Gatteschi.

Concedeteci, però, di sottoporvi ancora un’ultima di queste coppie elementari: grande o piccolo? Un quadro di grandi dimensioni si noterà sicuramente meglio nel vostro salone, ma la cornicetta da poggiare sulla mensola di camera sarà l’ultima cosa che vedrete prima di addormentarvi e la prima che vi apparirà quando vi sarete svegliati. Assistere all’emergere dell’enorme mole di una balena dal pelo dell’acqua è uno spettacolo che non vi capiterà spesso, è vero, ma di non meno valore sarà immergersi e scoprire che in quella foresta di alghe che ondeggia sotto i vostri piedi ci sono uno, due, tre cavallucci marini che vi osservavano senza che ve ne accorgeste.

A Pistoia, l’associazione G713 APS e il Teatro per la Coscienza hanno deciso di tentare una nuova avventura: un Festival Nazionale di Microteatro. Che significa? Significa che dal 17 al 19 settembre, presso il teatrino Gatteschi (il diminutivo, che ci proietta già nella dimensione “micro”, è d’obbligo, visto che, con una capienza massima di quindici persone è uno dei più piccoli al mondo) si alterneranno tre diverse compagnie con spettacoli della durata di quindici minuti. A causa della normativa anti Covid, la capienza massima sarà abbassata a soli sette spettatori in sala, mentre gli altri potranno seguire le rappresentazioni in collegamento streaming. Più micro di così!

“In un momento così delicato come questo, dopo quasi due anni di difficoltà per il mondo dello spettacolo dal vivo (che già non godeva di ottima salute) siamo convinti che riavvicinare gli spettatori a piccoli passi, con piccoli progetti carichi di vita e vitalità come questo, possa essere una strada da percorrere. E siamo motivati a percorrerla al massimo delle nostre possibilità” sottolinea Tommaso De Santis, direttore artistico del Festival insieme ad Alessandro Terranova.

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Il direttore artistico del Festival di Microteatro, Tommaso De Santis.

Sarà proprio il pubblico, reale e virtuale, ad assegnare il premio al Miglior Spettacolo di Microteatro alla fine della tre giorni di programmazione. Durante la cerimonia di premiazione, proprio per ribadire che non conta la quantità ma la qualità, e uno spettacolo di quindici minuti può avere la solita dignità artistica di uno che dura quasi due ore, saranno anche assegnati i premi al Miglior Testo e alla Migliore Interpretazione. Ad arricchire l’evento, inoltre, la partecipazione della drammaturga e attrice spagnola Olaia Pazos, che presenterà in anteprima i suoi ultimi lavori.

Il primo spettacolo in gara, Don Schiscett, di Roberto Caccioppoli e Riccardo Marotta, si ispira al Don Chisciotte di Cervantes, anche se l’ambientazione è dei giorni nostri. Marco, un giovane scrittore precario, pensa di affidare il suo successo, e quindi la definitiva consacrazione nel mondo letterario, a un romanzo che non ha neppure finito. Troppe le distrazioni, tra social e identità fittizie. Troppe le difficoltà, in un universo in cui dominano rapporti umani sempre più artificiali. Ma qualcosa ne uscirà.

Il secondo spettacolo, di Francesca Lepiane, è forse quello che più di tutti ci obbliga a riflessioni profonde. Al centro, infatti, sta il grande tema che da sempre tormenta l’uomo: la morte. Una morte che non si attende, una morte che si invoca, a cui si dà un orario per bussare alla nostra porta e porre fine, così, ai dolori di una vita che si trascina.

Il terzo spettacolo, infine, scritto e diretto da Danilo Caiano e interpretato da Gisella Cesari, ci catapulta in una situazione piuttosto comune, per quanto stressante: un ingorgo di traffico. Nel chiuso della sua auto, in quella reclusione forzata, la protagonista avrà tutto il tempo per vagare con i pensieri e volare sopra i tettucci di quelle macchine pietrificate. Ma il volo della mente, in questo caso, non riporterà la nostra automobilista con più leggerezza nelle sue spoglie mortali. Riflettere può essere un sollievo, ma anche un malanno. Per questo in pochi vi si addentrano con consapevolezza.

Biglietti disponibili sul sito www.teatroperlacoscienza.wordpress.com oppure iscrivendosi all’evento Facebook dedicato.

Massimo Vitulano
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