Interrogato circa le sue maggiori fonti di ispirazione, François Truffaut risponde senza esitazioni: “Tutti quelli della mia generazione che volevano fare cinema erano ossessionati da Quarto Potere”.
Film del 1941 scritto, diretto e interpretato da Orson Welles, unanimamente considerata una delle opere più importanti della storia del cinema, nasce da un progetto rivoluzionario per l’epoca: affidare non solo la regia, ma anche il final cut al regista. Il giovane Orson si trova in pratica a operare con una libertà espressiva che ad altri registi sarà concessa solo 30 anni dopo, nella Nuova Hollywood (qui la recensione della serie Netfilx).
Io l’ho recuperato solo di recente, e sono rimasto folgorato dalla potenza del suo racconto e della sua messinscena. L’ho consigliato a molti miei amici, che tuttavia quasi sempre mi hanno riferito di averlo trovato bello, ma non eccezionale, come io lo avevo descritto.
Cerco quindi ora di mettere ordine tra i motivi che mi sono venuti in mente per definire quest’opera un capolavoro e una pietra miliare.
Quarto Potere: La sceneggiatura
Welles trae ispirazione per la sceneggiatura dalla vita del magnate dell’editoria Randolph Hearst, dal quale deriva il nostro Charles Foster Kane, protagonista (in)discusso della pellicola, che muore durante la prima scena; è questa la prima, fondamentale cesura dal cinema classico: la sceneggiatura non propone una identità di fabula e intreccio, ma ci racconta fin dall’inizio gli ultimi istanti di vita del protagonista.
Da qui il film diventa un misto tra un biopic fittizio e un poliziesco: seguiamo infatti le indagini di un giornalista che deve risolvere il “mistero di Rosabella”: Charles Kane è infatti morto pronunciando questo misterioso nome come ultima parola, e tutti sono portati a credere che rappresenti la chiave di volta per comprendere la personalità del miliardario.
Il giornalista intervisterà quindi il braccio destro di Kane, il suo migliore amico, la sua seconda moglie e leggerà il diario del suo tutore legale, senza tuttavia riuscire a capire cosa si celi dietro quell’ultima parola: solo allo spettatore sarà svelato il segreto, e sarà la macchina da presa, strumento nato per creare la finzione, a svelare la verità: come dirà infatti Kubrick molti anni dopo:”I colori del mondo diventano davvero reali solo quando li vediamo sullo schermo”.
Quarto Potere: La messinscena
Il secondo aspetto rivoluzionario dell’opera è la sua messinscena: Welles, forte dell’indipendenza che il contratto gli garantisce, inizia a sperimentare tecniche di ripresa e di montaggio che erano state messe a punto, ma di cui non si era mai sfruttato pienamente il potenziale.
Per quanto riguarda la regia, sfrutta:
Il piano sequenza, una ripresa che segue il personaggio nei suoi spostamenti senza tagli, nelle sue mani diventa strumento per comunicare attesa, ansia e perfino senso di colpa: la utilizza per esempio per mostrarci l’ingresso di Kane nella casa di Susan Alexander, cantante lirica che egli inizierà a frequentare durante il primo matrimonio e che diventerà la sua seconda moglie; il desiderio e la ritrosia sono comunicati con un semplice espediente di regia.
- La profondità di campo, la scelta di quali elementi mettere a fuoco nell’inquadratura, viene estremizzata, in modo che ogni personaggio e ogni elemento della scenografia sia messo in risalto: quando il tutore di Kane, Walter Parks Thatcher, arriva in casa del piccolo per parlare con i suoi genitori, nell’inquadratura abbiamo in primo piano la madre che discute con Thatcher, in secondo piano il padre che contesta debolmente la decisione della moglie, palesemente interessato solo al denaro, e in terzo piano, fuori, a giocare nella neve, vediamo Charles; non solo la composizione è bellissima, ma dispone i personaggi in ordine di potere nei confronti del bambino: l’unico a non avere voce in capitolo è proprio lui. Di nuovo, come nella scena dell’incontro con l’amante, la forma è al servizio della sostanza.
- Il punto macchina molto basso, ottenuto sfondando il pavimento del teatro di posa e ponendo la macchina da presa nel “buco”, espediente ideato dallo stesso Welles per ingrandire le figure dei personaggi: il bellissimo confronto tra Kane e il suo migliore amico, Jedediah Leland, ne è un esempio.
Per quanto riguarda del montaggio ciò che colpisce maggiormente è l’uso del taglio fantasma: questa tecnica, che consiste nel “nascondere” il taglio di montaggio allo spettatore, Welles la usa per spostare la narrazione nel tempo e nello spazio in modo fluidoe senza soluzioni di continuità, ad esempio:
- Nel prologo, è inquadrata la finestra della camera da letto del protagonista, e poi, sfruttando la luce di un lampo, viene nascosto un taglioche ci sposta all’interno della stanza, inquadrando sempre la stessa finestra; solo la luce è indizio del fatto che ci siamo spostati all’interno e che stiamo osservando da un punto macchina diverso.
- Nel racconto di come Kane ha reclutato i migliori cronisti di New York: vediamo una carrellata in avanti sulla foto che li ritrae tutti insieme, e poi li vediamo muoversi per mettersi in posa; stiamo guardando un flashback? No, al contrario, il racconto si è portato in avanti di alcuni mesi con un taglio fantasma, i cronisti sono stati tutti assunti da Kane e stanno posando per una foto nella sede del suo giornale.
Quarto Potere: La fortuna
Intesa come risonanza che un’opera ha avuto nei lavori ad essa successiva, elementi di Quarto Potere sono ritrovabili in ogni opera cinematografica degna di questo nome perfino oggi, a quasi 80 anni dalla sua uscita. Farò solo due esempi di film recenti, che riprendono elementi l’uno della sceneggiatura, l’altro della messinscena.
- Il personaggio di Charles Foster Kane, magnate avido che intende l’amore solo come possesso e che negli ultimi anni della sua vita si rinchiude nella sua immensa Xanadu, è ripreso con minime differenze da P.T. Anderson ne Il Petroliere (2007). Il protagonista Daniel Pleinview (uno straordinario Daniel Day-Lewis) non è nient’altro che un Kane che si è fatto da solo, ma non per questo meno avido e misantropo (“voglio guadagnare abbastanza da stare lontano da tutti”)
- I numerosi tagli fantasma utilizzati come ellissi sono ripresi in Midsommar (2019) di Ari Aster con lo stesso fine: spostare il racconto nel tempo e nello spazio senza soluzioni di continuità; mentre la protagonista Dani (Florence Pugh) sta parlando con uno dei suoi amici ha infatti un attacco di panico ed è costretta a correre in bagno. Grazie ad un taglio nascosto il bagno in cui la vediamo entrare è quello di un aereo però: il gruppo è già partito per la vacanza che stavano programmando.
Quarto Potere: Conclusione
Proprio come Jerry Thompson, il povero giornalista, mi sono probabilmente imbarcato in un’impresa impossibile: quest’opera in lingua originale porta il nome del suo protagonista (Citizen Kane) ed è incommensurabile, proprio come lui; impossibile non è tuttavia sinonimo di inutile, e cercare di individuare tutti i motivi per cui questo film è fondamentale per capire la settima arte è il motore che può spingerci a scrutarlo con attenzione, e insieme ad esso tutti gli altri film.
Solo allo spettatore, infatti, sarà svelato il segreto.
A cura di Ottavio Napolitano
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