Il 25 ottobre 1881 nasceva a Malaga Pablo Ruiz y Picasso, universalmente conosciuto come Pablo Picasso, colui che sarebbe diventato, insieme a George Braque, il padre del Cubismo e uno dei più grandi pittori del XX secolo. Per ricordarlo abbiamo scelto la sua opera più iconica e famosa “Guernica”.
Olio su tela di iuta di 27 mq, Guernica è insieme allegoria e metafora. Allegoria della mostruosità della guerra e metafora della distruzione di una città.
Pablo Picasso stese quasi di getto l’opera dopo aver appreso della devastazione di Guernica. La città basca infatti fu bombardata il 26 aprile 1937 dall’aereonautica tedesca e italiana, in appoggio a Francisco Franco contro il Governo Repubblicano.
Per raccontare lo scempio commesso dai nazifascisti il maestro spagnolo sceglie linee appuntite, che nel toccarsi e qualche volta incrociarsi sembrano lacerarsi tra di loro, richiamando alla mente il dolore, lo strazio. Sceglie inoltre di non usare i colori, a simboleggiare l’assenza della vita. Le tonalità sono infatti quelle del nero, del bianco e dei grigi.
La tela, che va letta da destra a sinistra, è piena di simbolismi, ma anche di riferimenti alla cultura e alla vita quotidiana spagnola.
Una quotidianità devastata dalla guerra.
Il dipinto è quasi come un presepe spezzato, con la donna che sfugge svestita dalla casa in fiamme, con il cavallo che corre verso destra ma guarda a sinistra, il toro che simboleggia la Spagna, la madre con il bambino morto ai piedi o meglio sotto il toro. Non manca un barlume di speranza, rappresentato dal pallido fiore che nasce dalla spada spezzata.
La drammaticità e l’espressionismo di queste figure fanno di quest’opera la più grande denuncia pittorica contro la guerra.
Un opera straordinariamente attuale, non solo per il monito contro la guerra, ma anche e soprattutto per quello contro gli orrori del nazifascismo.
Ufficiale nazista: “Avete fatto voi quest’orrore maestro?”
Picasso: “No, è opera vostra”.
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