Il terzo album delle Bala arriva il 14 maggio come un meteorite nel panorama musicale odierno. Maleza è veramente un piccolo gioiello e (si spera) un passo verso il futuro dell’alternative rock/metal.
Le Bala sono Anxela – chitarra e voce e Violeta – batteria e voce, due ragazze dalla Galizia, il coacervo di tutte le band emergenti tra Spagna e Portogallo. Maleza è il loro terzo album che ora esce a sei anni dalla pubblicazione di Human Flesh (2015). Fin da subito il loro sound si presenta come uno sludge metal con elementi di stoner, grunge, doom ed anche vocals urlati tipici del punk, un’ottima sintesi dei generi in chiave odierna. La durata delle canzoni raramente supera i 3 minuti, cosa che si manterrà per tutta la loro produzione successiva ed i testi sono esclusivamente in inglese.
Visto il grande successo sia di critica che di pubblico le Bala tornano nel 2017 con Lume e decidono di inserire testi in spagnolo e galiziano per la maggior parte delle canzoni dell’album. Mai decisione migliore fu presa dalla band: il suono risulta essere ancora più autentico e coeso di Human Flesh. Maleza ora edito da Century Media Records rappresenta finalmente l’arrivo di Anx e V nel mainstream, ma non c’è da preoccuparsi di possibili ammorbidimenti del duo, anzi.
Adesso parliamo di Maleza però
Maleza apre subito con un brano spettacolare, primo singolo estratto: Agitar. Le Bala ci regalano un pezzo appassionato, un’esplosione di energia intervallata da brevissimi momenti di calma che accentuano la potenza dei picchi più alti, un vero capolavoro di rock moderno. Va citato il testo perché si tratta di un estratto di Rasràs, la prima raccolta di poesie della galiziana Lúa Mosquetera, poetessa ammirata dal duo. La poesia parla della spontaneità e del seguire la propria strada aiutati anche da chi apprezza queste qualità, il tutto scritto da una prospettiva femminile.
Continuiamo con Hoy No, un pezzo più “leggero” per così dire. Si tratta di uno dei brani più semplici di Maleza, le sonorità sono più punk rock, è un pezzo adatto ad esprimere la personalità libera e caotica delle Bala. Nonostante tutto non è il pezzo più diretto dell’album, quest’onore spetta di sicuro a Bessie, brano dedicato Bessie Stringfield, la prima donna afroamericana ad aver attraversato gli U.S.A. in moto da costa a costa. Solo per farvi un’idea le uniche parole del testo sono “Ride Free Bessie” dette urlando. Semplice veloce roboante, cos’altro riassume meglio la musica delle Bala?
Il terzo brano di Maleza è X, brano dal titolo omonimo ad un uno dei System Of A Down, sembra anche riprendere lo stile della band pilastro dell’alternative metal. Le sezioni iniziali sono infatti dei riff movimentati che si accompagnano ad un cantato rapido e isterico. La sezione centrale è invece molto psichedelica e le Bala sembrano voler creare un’atmosfera lasciva, erotica, cosa che viene confermata dal videoclip.
Tra i generi d’influenza delle Bala c’è anche il doom ed effettivamente in tutti i pezzi di Maleza qualche elemento del genere sia riscontrabile, basti pensare al timbro scelto per la chitarra da Anx. Manca però quella pesantezza lenta ed inarrestabile. Almeno così sembrerebbe finché non si arriva a pezzi come Quieres Entrar, di cui purtroppo non esiste il videoclip, che esplode come una mina sotto i piedi a tre quarti dell’album.
La musica delle Bala è spontanea ed immediata ma non per questo non sorprende. In Maleza, album da poco più di venti minuti, si viene investiti da una potenza spiazzante della chitarra e voce di Anx, che viene incanalata in una varietà di dinamiche e stili dall’eccellente lavoro ritmico di V, che non scordiamoci essere anche la seconda voce del duo. La capacità delle Bala di creare un tessuto sonoro palpabile ed anche variegato, essendo solamente in due è ammirevole.
Queste due ragazze sono da tenere d’occhio, la loro ascesa verso il successo si spera sia una ventata di aria fresca per l’alternative e non resta che augurar loro buona fortuna.
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