18 regali di Francesco Amato è il racconto di una storia vera, di una storia d’amore, di una storia capace di rompere le regole del tempo e dello spazio, portando in scena l’incontro tra madre e figlia in una convergenza tra passato e futuro. Un film bello e devastante, interpretato benissimo da Vittoria Puccini e Benedetta Porcaroli
Lo aspettavo da tempo, da quando ho visto per la prima volta il trailer, che chi se ne frega che “il 2 gennaio si va al cinema per ridere”. Che poi chi l’ha detto che il 2 gennaio si deve andare al cinema per ridere? C’è una tabella prestabilita da rispettare che non sapevo? Perché siccome “la maggior parte” decide di andare a vedere una commedia allora gli altri sono in difetto? No. Ognuno sceglie di staccare dalla quotidianità come vuole. E allora eccomi qui a raccontare 18 regali, un film con una storia potente in cui mi sono sentita risucchiata nella trama con tutto il corpo. Un film che ti entra dentro ed è difficile rimanere indifferenti al susseguirsi delle sequenze.
Impossibile reprimere le lacrime. Impossibile non riconoscersi. Impossibile non perdersi e ritrovarsi. Impossibile non emozionarsi. 18 regali è un’opera inaspettata e dolorosa, di quelle che ti fanno piangere e riflettere, in cui finzione e realtà sono rette da un filo labile ma quanto mai intenso in questo grande apologo umano.
E’ una storia vera che ti strappa il cuore. E’ la storia di Elisa Girotto, una mamma quarantenne morta nel 2017 per un tumore scoperto durante la gravidanza. La donna, sapendo di avere poco tempo a disposizione, aveva lasciato alla figlia, nata da poco, un’eredità speciale: dei regali da aprire ad ogni futuro compleanno, fino alla maggiore età. Il marito di Elisa, Alessio Vincenzotto – che ha collaborato anche alla sceneggiatura del film – ha deciso di affidare la storia della moglie e della figlia a Francesco Amato: «Per me è stato importante il fatto che sia entrato in casa mia in punta di piedi, che abbia voluto sapere da me la vera storia e non solo quella raccontata dai giornali, facendone, poi, un film non sulla morte ma sulla vita e sul rispetto della vita».
Infatti 18 regali parte dalla storia vera per immaginare la figlia Anna (Benedetta Porcaroli) – che nella realtà oggi ha solo tre anni – ormai diciottenne, alle prese con l’ultimo dono da scartare e con una grande rabbia repressa per l’assenza forzata della figura materna e per quel dramma che vive ancora come profondamente irrisolto. La ragazza, instabile e rancorosa, decide di non prendere parte alla festa del suo diciottesimo compleanno organizzata dal padre (Edoardo Leo) e quindi di scappare. Durante la sua fuga viene investita da un auto ed entra in coma. Nel frattempo Elisa (Vittoria Puccini), 18 anni prima in ospedale pronta a partorire, sogna la figlia. La vede, la riconosce.
«Cara Anna, ho la testa piena di pensieri.
Vorrei dirti tante cose, com’è la vita e come va affrontata. Vorrei trasferirti il mio modo di fare e di pensare. Vorrei esserci nei momenti di difficoltà, ma non si può. Il destino ha deciso così. Forse sei arrabbiata adesso, ti stai chiedendo perché, perché proprio a te. Sappi che me lo chiedo anche io, continuamente. Ma non c’è un perché, c’è solo la vita e credimi non vale la pena viverla da arrabbiata o da triste, anche solo perché sei più bella quando ridi, sono sicura.Questo è il mio ultimo regalo, spero che ti piaccia. Lo so, starai pensando “Ancora con sti regali, che palle!”, ma tu non sai quanto mi ha fatto bene, quanta forza mi ha dato pensarli, pensare a te, a cosa ti avrebbe aiutato a diventare una persona migliore. Quindi grazie piccola mia e scusami se qualcuno magari l’ho sbagliato, ma era l’unico modo per sentirmi più vicina a te. Ora ti devo lasciare, ormai sei diventata una donna e dei miei regali non hai più bisogno. Ma ricordati che anche nel giorno più luminoso potrai vedere la mia stella. Ti amo alla follia.
La tua mamma» .
Un cortocircuito temporale che porta le due ad incontrarsi, in cui Anna viene sbalzata indietro nel tempo, nel 2001, faccia a faccia con quella madre che non ha mai incontrato e che ha così l’incredibile opportunità di conoscere e capire il motivo di quei regali. Le Bambole, una bicicletta, un mappamondo, un pianoforte, un corso di tuffi, dei vestiti rappresentano l’amore incondizionato di una madre per la figlia. Ma sono solo oggetti. 18 regali, grazie ad un abile gioco di regia, va oltre la materialità, narra una forma d’amore più alta, forse la più alta.
Quello portato in scena è un viaggio nel tempo e nello spazio. 18 regali è un’occasione. Un’occasione data ad una madre per vivere sua figlia, per trasmetterle quel senso di vita che ogni genitore si prefigge di dare al proprio figlio, per dedicarle un po’ di tempo e farle capire che nonostante tutto la vita va vissuta. Un’occasione data ad una figlia per stare accanto alla donna più importante della sua esistenza, per aiutarla nel momento più delicato e fragile, per darle la forza necessaria nell’affrontare l’ultimo importante cammino. Una chance per entrambe di guardarsi, di discutere, di amarsi, di abbracciarsi, di essere madre e figlia, anche se solo per un po’.
Vittoria Puccini e Benedetta Porcaroli sono perfette nel ruolo di madre e figlia.
Mentre la prima si conferma un’interprete di razza, capace di misurare e rifinire le emozioni senza eccedere troppo con il rischio di cadere nel melodrammatico, la seconda è una vera sorpresa, in grado di spianarsi la strada ad un brillante futuro sul grande schermo. Entrambe hanno saputo rendere giustizia ad una narrativa scorrevole, omaggiare una famiglia ferita e restituire verità ad uno script ben confezionato, messo in scena con un gusto indie che si allontana dal genere di pellicole italiane, ma che per immagini, sguardi ed atmosfere strizza l’occhio al cinema britannico. A rendere il film ancora più commovente è Don’t look back in anger degli Oasis, la colonna sonora protagonista di un’intera sequenza dove diventa impossibile non essere squarciati emotivamente.
18 regali offre diversi spunti di riflessione in cui la messa in scena può contare su sortite stilistiche affascinanti. E’ un’opera riflessiva che interiorizza e approfondisce i grandi temi esistenziali: vita e morte, malattia e maternità attraverso un processo cinematografico di matrice postmoderna. E’ un dramma narrato tra l’assurdo e i sentimenti. E’ una storia toccante, moderna, carica di umanità e d’amore.
Un racconto capace di alienarmi attraverso qualcosa di potentemente coinvolgente. Perché ci rivela dei momenti non vissuti, di quelli che a volte ci si ferma per chiedersi come “sarebbe stato se…”. Ci ricorda che ci sono persone che la sorte ci ha strappato via senza nemmeno averle potute vivere o toccare, lasciandoci dentro un vuoto incolmabile. Quel vuoto che spesso ci rende più maturi, ma anche più duri, più rabbiosi e più vulnerabili.
18 regali è una mazzata sul cuore, un sogno d’amore. E’ un film che resiste al tempo e al destino, che ci ricorda che nessun oggetto può sostituirsi ai sentimenti, che la vita ha bisogna di essere vissuta, che amor est vitae essentia, sempre e comunque.
«Dovremmo solo prenderci per mano e vivere la vita con coraggio»
Elisa Girotto
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Ho visto il film ieri sera e non avrei potuto raccontarlo meglio. Una recensione scritta divinamente che mi ha fatta commuovere ancora una volta.