Dopo Assassinio sull’Orient Express, amato dal pubblico e odiato dalla critica, è finalmente arrivato in sala il secondo capitolo delle avventure del detective Hercule Poirot, Assassinio sul Nilo.
Quello di Assassinio sul Nilo, un po’ come quello di No Time to Die, è stato un parto cinematografico veramente travagliato. La pellicola infatti è stata posticipata ben cinque volte. Visto poi il grande successo di Assassinio sull’Orient Express nei confronti di questo secondo adattamento c’erano aspettative molto alte, aspettative che sono calate notevolmente quando si è cominciato a vociferare che il film stesse rischiando di non essere più distribuito a causa delle accuse di violenza sessuale mosse contro il protagonista maschile, Armie Hammer.
Secondo adattamento del romanzo di Agatha Christie, con Kenneth Branagh riconfermato alla regia, la produzione di Ridley Scott e un cast stellare, Assassinio sul Nilo ha tutte le carte in regola per tenere lo spettatore incollato allo schermo.
La trama di Assassinio sul Nilo
Linnet Ridgeway e Simon Doyle, rispettivamente interpretati da Gal Gadot e Armie Hammer, freschi di nozze, decidono di invitare un gruppo di amici e parenti che di fronte all’opulenza sfrenata non avrebbero potuto certo rifiutare. Lei infatti è una ricca ereditiera, lui invece un giovane avvenente ma senza risorse.
Quella che per Hercule Poirot, un immenso Kenneth Branagh, doveva essere una vacanza si trasforma in una terrificante ricerca dell’assassino, quando la luna di miele della coppia viene tragicamente interrotta.
Undici invitati, undici sospettati.
Quando hai molti soldi, nessuno ti è mai veramente amico. In Assassinio sul Nilo, a farla da padrone sono l’avidità, le gelosie, il desiderio di vendetta, ma soprattutto l’amore.
Ogni personaggio ha un valido motivo per covare rancore nei confronti di Linnet e una propria storia personale che influenza ogni singolo comportamento che potrebbe in breve trasformarsi in un possibile movente.
Tra gli invitati ci sono Bouc (Tom Bateman), caro amico di Poirot, e sua madre Euphemia (Annette Bening), famosa pittrice; Louise Bourget (Rose Leslie), cameriera personale di Linnet; Salome Otterbourne (Sophie Okonedo), cantante blues e sua nipote nonché amica d’infanzia di Linnet, Rosalie (Letitia Wright); Marie Van Schuyler (Jennifer Saunders), madrina di Linnet dalle tendenze comuniste e la sua infermiera, la signora Bowers (Dawn French); Andrew Katchadourian (Ali Fazal), cugino di Linnet nonché amministratore delle sue proprietà, il medico Linus Windlesham (Russell Brand), un tempo fidanzato di Linnet e Jacqueline “Jackie” de Bellefort (Emma Mackey), amica d’infanzia di Linnet ed ex fidanzata di Simon che da qualche tempo ha cominciato a seguire in maniera ossessiva.
La storia si sviluppa tra la Londra degli anni Trenta, tutta swing e blues, e il Karnak, la lussuosa nave scelta dai protagonisti per il loro viaggio di nozze su cui si consumerà il delitto. O i delitti? Non mancherà ovviamente il Nilo con i paesaggi mozzafiato dell’Antico Egitto che ci affascinano fin da quando eravamo bambini.
Ambientato quindi in un paesaggio epico di panorami del deserto e delle piramidi di Giza, Assassinio sul Nilo è un racconto d’amore drammatico e di un gruppo cosmopolita di viaggiatori, tutti vestiti in modo impeccabile.
Il lavoro fatto sui costumi, sui colori, è a dir poco incantevole e per nulla scontato. Una cura di questo livello non è infatti una caratteristica comune delle produzioni di genere thriller, il che porta a pensare che non è soltanto la trama avvincente che conta ma anche il contorno.
Dall’inizio alla fine tutta la concentrazione dello spettatore è focalizzata sull’elaborazione di teorie cospiratorie per cercare di capire chi sia il colpevole, eppure l’unica pecca è che la narrazione scorre troppo lenta per buona parte del film e questo impedisce ad Assassinio sul Nilo di diventare un capolavoro del cinema moderno.
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