Atlantis 2025: Ucraina – Russia, un futuro distopico di Valentin Vasjanovyc [Recensione]

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Immagina di perdere, da un giorno all’altro, l’amore della tua vita. Immagina di perdere, con esso, la tua casa, i tuoi ricordi, il tuo letto, la tua aria, la tua quotidianità. Immagina la sofferenza del lutto, l’accettazione della perdita, il tentativo di ricostruirsi, di trovare uno spazio nel mondo, di “reimparare a camminare”.

“Atlantis”(2019), il film scritto, diretto, montato e fotografato da Valentyn Vasjanovyč, regista attualmente al fronte proprio in Donbass, è tutto questo e altro. 

Il film presentato alla Mostra del Cinema di Venezia ha vinto come Miglior Film della sezione “Orizzonti”.

Atlantis

Atlantis: una storia d’amore, di resistenza e di speranza

Atlantis, in un titolo, è una storia d’amore e di lutto, di sopravvivenza, di resistenza e di massacro della speranza e della dignità.

In un futuro incredibilmente premonitore e (non più) distopico, – siamo nel 2025 – a seguito della guerra russo-ucraina, la popolazione rutena vive il trauma della distruzione con altalenanti sentimenti. 

La desolazione è ovunque. 

La morte in ogni angolo di paese.

Il popolo raccoglie i cocci a seguito di un conflitto che ha ucciso la terra avvelenandola, e ha distrutto l’economia costringendo la gente alla fuga.

L’Ucraina è un paese in ginocchio, i cui campi sono bagnati di rosso e seminati di corpi anonimi. 

Atlantis

L’assurdità della pellicola Atlantis, fa, ahinoi, da contraltare a ciò a cui stiamo assistendo ormai da mesi.

L’annichilimento perpetuato dalle truppe russe ai danni della popolazione ucraina rende incredibilmente amaro constatare la genialità della produzione di Vasjanovyč.

È come se, pochi anni dopo l’uscita di 1984 di George Orwell, ci fossimo ritrovati nella distopia del Big Brother.

Le lunghe sequenze sui territori distrutti, – la fotografia è pazzesca -, gli interni delle abitazioni abbandonate ma trasudanti di esistenze spezzate, le strade fangose e disseminate di mine antiuomo: è assurdo pensare che tutto ciò sia ora in corso, nel 2022.

Nessun compromesso per la libertà: l’esempio eroico del popolo ucraino

Atlantis

Esco dal cinema col magone allo stomaco, ma rincuorato in qualche modo: nella pellicola si da poco spazio alla speranza; non c’è futuro.

L’Ucraina che invece vive e combatte dice tutt’altro.

L’annichilimento culturale intrapreso e tentato da Putin non ha scalfito l’orgoglio e l’appartenenza del popolo ucraino, anzi.

La popolazione resiste e non piega il capo.

Troverò sempre la strada di casa, anche se tutte le strade sono distrutte” (Kalush Orchestra). 

Pietro Annibale
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