La notizia è arrivata poco più di due settimane fa e ha lasciato numerosi fans in preda al dispiacere: la sesta stagione di Bojack Horseman sarà anche l’ultima. La prima parte è attualmente in streaming su Netflix, mentre la seconda si farà attendere fino al 31 gennaio 2020. Le suddette sezioni contano otto episodi ciascuna. Stilando un breve recap della serie fino alla penultima stagione – andata in onda l’anno scorso – esaminiamo l’evoluzione di Bojack, che è il pilastro della parte conclusiva.
Prima della sesta parte disponiamo di cinque stagioni per delineare le diverse caratteristiche che rendono unici i vari personaggi. Osserviamo la perenne insoddisfazione di Bojack, che lo porta ad un uso ascendente di alcolici e al deterioramento di tutti i suoi rapporti interpersonali. Notiamo come la stacanovista Princess Carolyn, che inizialmente sembra avere tutto sotto controllo, comincia man mano a perdere le proprie certezze. Assistiamo ad un crollo psicologico sempre maggiore di Diane, che compirà persino un viaggio in Thailandia per riscoprire le proprie radici. A subire i cambiamenti maggiori sono proprio i tre personaggi sopracitati: non a caso sono proprio quelli che sono analizzati più profondamente all’interno della fiction e condividono il tratto della sensibilità, causa di una vulnerabilità spesso mascherata da scudi di finta sicurezza.
La parola chiave della prima parte di quest’ultima stagione è redenzione. Questa tematica è una costante in ogni episodio, sebbene sia snodata in maniera differente a seconda dei personaggi. Per comprendere ciò è sufficiente il confronto tra l’iter di Bojack e quello di Mr. Peanutbutter: mentre il primo affronterà questo percorso in maniera radicale tramite la clinica di riabilitazione – che lo aiuterà nel tentativo di ricostruire la sua vita da zero – a Mr. Peanutbutter per riscattarsi sarà sufficiente confessare alla fidanzata Pickles il fatto che lui l’abbia tradita due volte con l’ex-moglie Diane. Quest’ultima, invece, coltiverà nuove speranze in ambito sentimentale trovando l’appoggio del suo nuovo fidanzato Guy.
Veniamo a contatto con un Bojack decisamente più maturo rispetto a quello delle stagioni precedenti. Dall’inizio ci è sempre giunta un’immagine sregolata della sua vita e le sue azioni provocano un climax ascendente di conseguenze sempre più estreme. L’attore in declino, con serie difficoltà ad abbandonare i suoi traumi infantili trascinati fino all’età adulta e causa della sua disfunzionalità sociale, è ora finalmente pronto – o almeno si spera, per quanto visto fino a questo momento – a riprendere tutto dal verso giusto. Nonostante l’umore del nostro protagonista non sia sempre roseo, complice la sobrietà perpetua a cui deve ancora abituarsi, evince la sua determinazione ad abbandonare seriamente tutto ciò che lo ha sempre trascinato nell’abisso fin ora. Durante il soggiorno in clinica gli si presenta l’occasione di riprendere a bere quando Jameson, una sua coinquilina, trova il modo di farsi passare vodka in bottigliette d’acqua. Questo punto particolare è decisivo per capire come Bojack si stia trasformando: nel momento in cui si ritrova ad una festa – a cui lo ha condotto la stessa Jameson durante una fuga dalla clinica – sta per bere della vodka; ma resiste, non cede ai suoi impulsi. Gli tornano in mente delle immagini della sua poco idilliaca adolescenza riconnesse all’alcool e capisce di non voler tornare indietro.
La sensazione generale di addio si sente forte e chiara in questi episodi. L’atmosfera generale di questa prima parte di stagione è quasi melanconica, pervasa da una sorta di “quiete dopo la tempesta”: gli avvenimenti sono meno incalzanti rispetto a tutto ciò che è avvenuto fino ad ora e molti si ritrovano faccia a faccia con sé stessi, nel tentativo di sistemare le loro debolezze insabbiate e procrastinate prima di quel momento. Questa scelta può piacere o men: c’è chi accusa una sorta di calo stilistico rispetto alle prime stagioni e chi, al contrario, è pienamente soddisfatto e ribadisce la qualità complessiva dello show.
Non sappiamo ancora se per la seconda parte ci attende un ribaltamento della situazione o se proseguirà questo clima di distensione, ma una cosa è certa: non saranno in pochi a sentire la mancanza di Bojack Horseman.
Giulia Di Persio
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