Master of None 3 – Moments of Love – Recensione

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Dal 23 maggio sarà disponibile su Netflix la terza stagione di Master of None, diretto dal co-creatore della serie e vincitore di un Emmy Aziz Ansari, e sceneggiato da Ansari e Waithe; la storia sarà incentrata su Denise (Leina Waithe), la migliore amica di Dev (Aziz Ansari) già vista nelle stagioni precedenti.

Questa volta saranno solamente 5 i capitoli presenti nella serie. A far da protagoniste in Master of None – Moments of Love troviamo Denise, alla quale è stato dedicato anche l’episodio “Thanksgiving” (S.2 Ep. 8), e sua moglie Alicia trasferitesi lontano dalla caotica Londra. Ansari ha esplicitamente affermato che Master of None è il continuo di tutto, un’esplorazione di tutti i personaggi presenti nel suo lavoro e non solo di Dev a cui sono stati dedicate le prime due stagioni; è un’analisi a trecentosessanta gradi in modo da far emergere i caratteri di ogni personaggio portando avanti la loro trasformazione e crescita.

Master of None 3 - Moments of Love - Recensione 1

A distanza di 4 anni dall’uscita della seconda stagione le vite dei ragazzi sono cambiate c’è la ricerca di una maturità che sembra però inarrivabile e non adatta alle aspettative che sognavano. Quel mix tra drama e commedia viene meno in quanto i temi trattati crescono insieme a loro: figli, relazioni, matrimoni e crescita personale.

Master of None 3 - Moments of Love - Recensione 2

La terza stagione ha trovato un nuovo terreno da esplorare ma contemporaneamente rimane fedele agli episodi precedenti; un legante imprescindibile sicuramente è Dev che fa ritorno per pochi minuti davanti la telecamera. Però questa correlazione con il passato non ha bisogno di tornare in auge per far brillare questi cinque capitoli. Di sicuro troverà apprezzamento tra i vecchi fan, anche tra quelli più titubanti. Questo perché Master of None prende una categoria di pubblico più ricercata e con una certa criticità e cultura.


Master of None non è per tutti? No. Lasciamo la serie ad un pubblico che possa apprezzare il suo lato agrodolce (molto più agro che dolce) della vita. Un pubblico che preferisce analizzare e restare ore ed ore a pensare e ripensare.

Una delle novità sicuramente è lo stile scelto da Aziz Ansari, il quale ha preferito uno stile minimalista in un formato quadrato in cui lo spettatore si inserisce nell’intimità degli attori diventando quasi un altro interprete e dimenticando il suo ruolo da spettatore. Ciò rende i personaggi privi di segreti, spogliandoli da false movenze.

Il tempo della narrazione cambia molto velocemente senza passaggi inutili all’interno della storia, lasciando ad ogni scena solo un gran silenzio pieno del solito caos della routine di Denise e Alicia.

Beatrice Sacco
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